10 canzoni alla scoperta di Peter Gabriel

Condividi l'articolo

4. Digging in the Dirt (1992)

Nel 1992 Peter Gabriel si sta ancora riprendendo dal divorzio con la prima moglie, Jill Moore, avvenuto nel 1987. Lo “sporco” nel quale questa canzone va a scavare è quella parte delle relazioni fatta di segreti, paure, ansie inespresse e timori repressi. Nella canzone e nel testo “lo sporco” emerge, rappresentato nel video da insetti che deturpano le situazioni quotidiane, comunicando un sentore di marcio. Allora, la coppia deve finalmente affrontare i problemi, e cercare di capire se è il caso di continuare “a guidare” (stare insieme; la metafora nel refrain è evidente), oppure fermarsi, cioè separarsi.

Peter Gabriel – Digging in the Dirt, 1992

3. Big Time (1986)

Uno dei pezzi più forti dell’album So, questa Big Time è una critica alla società edonistica e narcisistica degli anni ’80. In un mondo di yuppies, broker e giovani Reaganiani sull’onda del successo, Gabriel ridicolizza l’immagine mitizzata dell’uomo nuovo che ha il mondo in pugno. La canzone assume allora i caratteri di un frenetico soul/funk ciecamente auto-celebrativo, e volutamente auto-parodistico, che riesce nel suo scopo meglio di qualunque ribelle canzone hardcore punk. Il video, grottesco e assurdo, viene girato (come quello di Sledgehammer), utilizzando la tecnica della stop motion e delle composizione di plastilina.

LEGGI ANCHE:  Stranger Things - Una colonna sonora da brividi
Peter Gabriel – Big Time, 1986

2. Shock the Monkey (1982)

Pieno esempio del Gabriel in periodo new wave, questo singolo fortemente contaminato da suoni synth vede la partecipazione inconfondibile di David Rhodes e Tony Levin. La canzone tratta di violazione della privacy, costruendo un’atmosfera Orwelliana nella descrizione di una copertura H24 delle sue attività. Una critica al mondo del giornalismo, in superficie, ma che più in profondità si trasforma in un attacco alla società del controllo e dell’analisi. Il videoclip, uno dei migliori e più celebri degli anni ’80, è qualcosa di spettacolare. Gabriel, tra l’altro, esegue la canzone anche al Festival di Sanremo, in playback, nel 1983.

Peter Gabriel – Shock the Monkey, 1982

1. Solsbury Hill (1977)

Scritta in seguito all’abbandono dei Genesis, questa è la prima canzone “famosa” di Gabriel, nonché uno dei suoi singoli più celebri e apprezzati. Si tratta di un pezzo sul ricercare e ritrovare sé stessi, e sul ridefinire la propria identità. Questione alquanto pressante per Gabriel all’epoca, in quanto il cantante ha solo ventisette anni ed è appena uscito da una band sulla strada per il successo mondiale. Il singolo è un folk fortemente emotivo, influenzato ancora dal passato prog dell’artista (lo segnala il tempo in 7/4) ma già diretto verso sonorità del tutto inesplorate.

LEGGI ANCHE:  Peter Gabriel: "Penso che né il mio lavoro né quello di nessuno sia al sicuro dalle I.A."
Peter Gabriel – Solsbury Hill, 1977