The Young Pope – Le 5 provocazioni di Sorrentino alla Chiesa Cattolica

In attesa di The New Pope, rituffiamoci nella serie di Paolo Sorrentino analizzando le scioccanti provocazioni alla Chiesa Cattolica presenti in The Young Pope

The Young Pope
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The Young Pope narra le vicende di Lenny Belardo, un giovane cardinale statunitense che viene nominato Papa con il nome di Pio XIII. Interpretato da uno straordinario Jude Law, il nuovo pontefice è machiavellico, arrogante, presuntuoso e imprevedibile. Il suo pontificato risulterà essere uno dei più controversi e problematici della storia.

The Young Pope è, in egual misura, una serie tv piena di fede ma anche di provocazioni, dove Paolo Sorrentino mette a nudo – in maniera sottile e sofisticata – alcune contraddizioni riguardanti la Chiesa Cattolica.

Il regista napoletano si scaglia contro le incongruenze rappresentate dai cosiddetti consigli evangelici, ossia delle esortazioni ad una vita perfetta, fatte da Gesù Cristo e riportate nel Vangelo, che consistono nella pratica di tre virtù:

  • castità perpetua;
  • povertà volontaria;
  • obbedienza “in ogni cosa che non sia peccato”

In vista di The New Pope, che esordirà su Sky Atlantic il 10 gennaio 2020, la Scimmia vi propone un ripasso dei temi centrali che hanno caratterizzato la prima stagione.

Per completare il ripasso della prima stagione, ti consigliamo di leggere: Lenny Belardo – il machiavellico Papa di Jude Law.

The Young Pope: Schiaffi alla Chiesa Cattolica

1. Una setta

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Attraverso sequenze oniriche e a tratti grottesche, in perfetto stile sorrentiniano, lo spettatore viene catapultato all’interno delle mura vaticane, dove vengono illustrati – con dovizia di particolari – alcuni rituali religiosi che vedono protagonista Lenny Belardo.

Incoronazioni, abiti sfarzosi, baciamano, canti. Il più delle volte si tratta di cerimonie private, gotiche e misteriose, che riportano alla mente Eyes Wide Shut, il famosissimo film del 1999 diretto da Stanley Kubrick.

Il questo caso il regista “calca la mano” e rappresenta la Chiesa quasi come una setta. Un circolo chiuso, segreto, caratterizzato dalla grande devozione dei suoi membri e inaccessibile al mondo esterno.

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2. Voto di castità

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Lenny Belardo (Jude Law) con Esther Aubry (Ludivine Sagnier)

Per uomini e donne che decidono di intraprendere una carriera religiosa all’interno della Chiesa Cattolica, vige l’obbligo di astenersi da ogni rapporto di tipo sessuale, in modo tale da utilizzare queste energie al servizio di Dio e degli uomini.

Tuttavia, l’istinto sessuale è qualcosa di insito nella natura umana. È uno degli impulsi più potenti che esistano, e che solo una grande devozione e senso del dovere possono tenere a bada.

Questo è un argomento sempre molto caldo e spinoso, suggellato purtroppo da numerosi e spiacevoli fatti di cronaca.

In The Young Pope, sono molteplici le scene che vedono cardinali cadere in tentazione e infrangere il proprio giuramento. Lo stesso Lenny Belardo non è del tutto indifferente alle lusinghe di Esther Aubry, un’affascinante devota, moglie di una guardia svizzera, che farà vacillare non poco il giovane pontefice.

3. Sfarzo

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Nella religione cattolica, il voto di povertà è una scelta volontaria. È una promessa fatta a Dio, che comporta l’obbligo di non possedere nulla di proprio e di mantenere tale condizione per tutta la vita.

Da questo punto di vista Paolo Sorrentino non fa sconti, mettendo in evidenza tutto lo sfarzo e le contraddizioni che circondano la Chiesa. Lo fa ponendo l’accento sul lusso. Dalle croci alle corone d’oro, per non parlare dei beni immobili. Nonostante i possedimenti siano di proprietà del Vaticano, tutti i più importanti cardinali vivono in loft che farebbero invidia ad un multi-milionario. Un’esagerazione per persone che hanno deciso di vivere nella più assoluta povertà, per mantenere intatta la propria “perfezione spirituale”.

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4. Politica ed economia

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Angelo Voiello (Silvio Orlando), segretario di Stato.

Città del Vaticano è a tutti gli effetti uno Stato, e come tale non può esimersi dall’avere una condizione politico-economica solida. In un luogo dove la religione è (o dovrebbe essere) l’interesse principale, una partita importante viene giocata anche sul versante finanziario e comunicativo.

Ogni apparizione pubblica del Papa lascia poco spazio all’improvvisazione, ed è il frutto di una strategia comunicativa ben precisa. La Chiesa è un brand, genera introiti grazie alla devozione dei fedeli e non può permettersi una cattiva pubblicità.

Sofia Dubois è l’emblema di tutto questo. In quanto responsabile marketing del Vaticano, pianificherà con Lenny Belardo di non diffondere alcuna sua immagine, aumentando così l’alone di mistero e curiosità attorno al nuovo pontefice.

5. Credenti o non credenti?

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Lenny Belardo si rivolge all’Onnipotente.

Nella figura controversa di Lenny Belardo è racchiuso un grande dilemma:

  • Dio esiste?

Nel corso di tutta la serie, il Santo Padre è dubbioso, timorato, e afferma più volte di non credere nell’Onnipotente, salvo poi ritrattare per evitare scandali o fraintendimenti.

Il Papa è un leader, mentore e faro per milioni di persone. Nonostante qualche periodo di annebbiamento sia umano, in tutti gli ambiti, come fa ad essere d’ispirazione, se esso stesso mette in dubbio ciò che va professando?

Paolo Sorrentino provoca, si diverte, e dimostra di conoscere molto bene la religione cattolica. Oltre a un prodotto di altissima qualità, fornisce (come sempre) al proprio pubblico molti spunti interessanti su cui riflettere.

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