Daniel Radcliffe e i problemi con l’alcool per gestire la fama

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Prima che Daniel Radcliffe diventasse il volto del fenomeno globale che è Harry Potter, era solo un tipico bambino che lottava per superare i suoi compiti scolastici e andare d’accordo con i suoi insegnanti.

All’epoca, la sua unica esperienza recitativa era la miniserie della BBC David Copperfield, ma grazie alla buona impressione trasmessa sul set Maggie Smith, membro del cast, lo raccomandò per il ruolo che avrebbe lanciato la sua carriera. Nonostante la riluttanza iniziale dei suoi genitori, Daniel Radcliffe ha trovato la felicità in Harry Potter: “Mi sentivo piuttosto di m**** in ogni cosa a scuola, quindi è stato bello essere su un set cinematografico dove la mia iperattività e tutte le cose che irritavano i miei insegnanti erano effettivamente utili e incoraggiati“.

Ha voluto parlare della sua esperienza e dei problemi che ne sono derivati in un’intervista a offCamera. Ora, a quasi un decennio di distanza da Harry Potter, la recitazione rimane una infinita fonte di gioia. Quando ha fatto la sua prima incursione al di fuori di Hogwarts, Dan ha coraggiosamente deciso di correre un rischio gigantesco per allontanarsi dal mago, scegliendo lo spettacolo Equus.Non riuscivo a fare qualcosa di stupido per la mia prima volta sul palco. Era la mia occasione per allontanarmi il più possibile da Potter, ma anche per mostrare alla gente che ci ero dentro per le giuste ragioni, sia per mettermi alla prova“. Ha poi variato molto lavorando a diversi film come Swiss Army Man, Jungle e Kill Your Darlings, e il più recente approdo giocoso e comico nella televisione con l’esilarante serie Miracle Workers, dove recita con Steve Buscemi.

Ma non è sempre stato tutto rosa e fiori, la fama non solo può dare alla testa ma creare grossi problemi ad un giovane adolescente non pronto ad affrontare un mondo caotico e pieno di pressioni. Daniel Radcliffe cadette così nella trappola dell’alcool cercando di sfuggire agli sguardi del mondo.

Il modo più rapido di dimenticare di essere costantemente osservato era ubriacarmi. Ma quando sei davvero molto ubriaco ti rendi conto che le persone ti osservano ancora più attentamente proprio perché hai bevuto, allora bevi ancora di più. Ha un grosso impatto sulla tua psiche. […] Hai un lavoro fantastico, sei in salute, non ha il diritto di non essere continuamente entusiasta. Penso che questa filosofia metta pressione. E tu inizi a pensare: ‘Cavolo! Sento solo della tristezza, non va bene? Non sono bravo ad essere famoso?’

L’attore è poi riuscito a riprendersi, ma solo con la buona volontà e rendendosi conto che un atteggiamento autodistruttivo non lo avrebbe mai aiutato. A fargli realizzare tutto ciò è stato soprattutto l’amore per il suo lavoro, a cui non avrebbe mai rinunciato.

Mi sono alzato una mattina, dopo una nottataccia e mi sono detto: ‘Basta, così non va affatto bene’. […] Amo il mio lavoro, anche quando ho toccato il fondo lo amavo talmente tanto che continuavo a presentarmi sul set. Non c’è mai stato un momento in cui ho pensato: ‘Vorrei non fosse successo a me. Vorrei non essere Harry Potter’.

Qui sopra l’intervista completa di offCamera con Sam Jones.