Bumblebee, i Transformers hanno trovato il primo primo buon film

A metà tra prequel e spin off, Bumblebee si presenta come la solita operazione nostalgia sugli anni '80 ma con un tocco in più!

Bumblebee
Condividi l'articolo

Ancora i Transformers, ancora gli anni ’80, ancora Bumblebee. Uno dei personaggi secondari, o di certo non il protagonista assoluto della saga, diventa il personaggio principale in questo nuovo film diretto da Travis Knight, autore del pregevole film d’animazione Kubo. Stavolta però si mette alla regia di un film sceneggiato dalla Hodson che calca la mano sugli elementi caratteristici della safe-zone odierna: gli anni ’80. Già perché il periodo d’oro per la cultura pop è diventato ormai un riferimento commercialmente perfetto per chiunque. Attira i più anziani, strizza l’occhio ai giovani. E viceversa, a seconda dei gusti. Una scelta anche abbastanza coerente dal momento che i nostri amati robottoni nascono proprio nella prima metà degli anni ’80.

La guerra su Cybertron imperversa e i ribelli guidati da Optimus Prime sembrano perire sotto i colpi dei nemici. L’unica speranza è lanciare proprio Bumblebee viene lanciato sulla Terra per poter salvaguardare il pianeta. Ci troviamo nel 1987 e sulla costa californiana c’è una ragazza fresca di diciottesimo compleanno, la bravissima Hailee Steinfeld nei panni di Charlie. Un po’ ribelle, un po’ maschiaccio con la passione per i motori come unica congiunzione con il defunto padre, viene in contatto con questo Maggiolone color giallo. E non bianco come Herbie, riferimento non del tutto casuale. Un rudere pieno di polvere nel quale si nasconde proprio Bumblebee, smemorato dopo l’ultima lotta con un Decepticon e con l’esercito. Inizierà così una storia d’amicizia tra i due fino a che la minaccia dallo spazio non minerà l’equilibrio tra i due. Oltre che la solita umanità.

LEGGI ANCHE:  Captain Marvel ribalta i ruoli a suon di esplosivi fotoni: e vince la scommessa

Bumblebee

Meno fracassone e molto più furbo rispetto al contenuto, Bumblebee presenta tutti quegli elementi che, come detto prima, rappresentano una vera e propria safe-zone del cinema commerciale odierno. Ovviamente per farli coesistere c’è bisogno di un certo equilibrio, cosa che la scrittura della Hodson riesce a dare insieme alla regia ben gestita di Knight. Si passa da momenti di tenerezza, come l’addestramento tra Charlie e Bumblebee, a quelli di pura azione, come l’inevitabile scontro finale. Un connubio molto buono che pur gironzolando un po’ troppo nel banale, racconta il fatto suo anche grazie alla componente da buddy-movie ben orchestrata. Sicuramente questo è il più atipico tra i capitoli diretti da Bay, sia per la forma che per il contenuto. Perché se da un lato Bay distrugge e fa esplodere tutto ciò che tocca, in Bumblebee risulta tutto molto più equilibrato.

Bumblebee

Il film si concede momenti riflessivi, altri più giocosi, ma mai fine a sé stessi. Il tutto condito da una colonna sonora persistente che spazia dai Tears For Fears ai The Smiths, con la doppia perla finale di Don’t You (Forget about me) dei Simple Minds che va a chiudere il film. Esattamente come The Breakfast Club. Riferimenti che non si fermano qui e vanno anche a tocca il visivo, con i vari poster dei Joy Division e del loro Unknow Pleasure nonché VHS, mangianastri e locandine varie di film come Alien e La Cosa di Carpenter.

LEGGI ANCHE:  WandaVision | Recensione della serie tv Marvel Cinematic Universe su Disney+

Insomma, Bumblebee gioca sul velluto e si districa abilmente dal peso dell’azione totale di Michael Bay, pur giocando su un terreno molto facile ed in maniera molto furba. Difficile pensare che sia solamente un caso la scelta di ambientarlo nell’epoca d’oro per eccellenza. Ma tant’è, le scelte sono fatte e non si torna indietro. Bumblebee va avanti e salva la situazione, tra un cambio di idea di John Cena e l’altro, negli unici panni militareschi che può indossare, e tra un cazzotto metallico e l’altro.

Ben lungi dall’essere il film perfetto, Bumblebee riesce a fare il suo senza chiedere troppo. Si lascia piacevolmente guardare anche grazie alla bravura della giovane Steinfeld, una ragazza classe ’96 dalla pregevole mimica facciale e totalmente calata nel personaggio, oltre ai soliti momenti action noti a tutti i fan della saga Transformers Meriterebbe un occhio di riguardo, questo Bumblebee, con la speranza che tutti gli altri (eventuali) spin off mantengano questa linea. Magari senza tornare sugli abusati anni ’80.