Transformers: L’Ultimo Cavaliere – Recensione in anteprima

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Ormai è inevitabile. Quando un film di Michael Bay esce nelle sale italiane, il pubblico si divide letteralmente in due. Ci sono i fan del regista, pronti a difenderlo a spada tratta e i detrattori, che cercano di mettere in risalto i vari punti deboli della pellicola. Con questo quinto capitolo, ovvero Transformers – L’Ultimo Cavaliere, Michael Bay tenta di raccontare qualcosa di nuovo inserendo all’interno del soggetto un sotto testo medievale.

Il quinto capitolo si riallaccia inevitabilmente al quarto. Il protagonista è sempre Mark Wahlberg. Gli esseri umani e i Transformers sono in guerra, Optimus Prime ha cambiato squadra e La chiave per salvare il nostro futuro è nascosta nei segreti del passato, ovvero nella storia nascosta dei Transformers sulla Terra. La salvezza del nostro mondo sarà nelle mani di un’alleanza improbabile: Cade Yeager, Bumblebee, un Lord inglese, interpretato da Anthony Hopkins e una professoressa di Oxford.

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Effetti speciali e slow motion. Come tutti sappiamo, sono queste le caratteristiche essenziali nel cinema di Michael Bay. Un cinema odiato, ma al tempo stesso amato da molti. Questo nuovo capitolo non è esente da questo tipo di caratteristiche e non si discosta per nulla dai precedenti capitoli. Elementi che iniziano ad annoiare un certo tipo di spettatore, che diventano confusionari all’interno di una trama minuscola e dispersiva. Personaggi caratterizzati al minimo, alcuni di loro dimenticati e completamente inutili, ma ad alcuni, purtroppo va bene così. Non bastano dei buoni effetti visivi per risollevare una pellicola che sa tremendamente di già visto e che presenta al suo interno le stesse impostazioni dei precedenti film. Abbiamo il problema da risolvere, le varie esplosioni, i soliti combattimenti e la frase finale, che racchiude un po’ il senso di tutta la storia, pronunciata da Optimus Prime. Se pensate che ci sia spazio per un po’ di originalità vi sbagliate di grosso. Il cast dimostra più volte di prendersi sul serio, sopratutto il personaggio interpretato da Anthony Hopkins, che dispiace dirlo, da qualche anno non azzecca più un film. Inutile commentare il minuscolo cameo di Stanley Tucci, che per il suo talento risulta addirittura offensivo.

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In conclusione il nuovo capitolo di questa saga non ha nulla da invidiare ai precedenti blockbuster. Il finale lascia intendere che ci sarà un’altra storia da raccontare, ma visti i risultati sarebbe meglio lasciar perdere. Se siete fan del franchise e sapete andare oltre i difetti probabilmente uscirete dalla sala urlando di gioia, ma sappiate che 150 minuti di esplosioni sono anche troppi.