Premonitions: il film che voleva essere un sequel di Seven

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Quando le ambizioni di un film puntano in alto, il rischio è quello di non ottenere l’effetto desiderato. Sono passati 13 anni da quando il produttore Beau Flynn lesse per la prima volta la sceneggiatura iniziale di Premonitions (qui il trailer). La storia venne accostata a parecchi registi prima di entrare in una produzione vera propria: Roland Emmerich, Mark Pellington e James Vanderbilt, sceneggiatore di Zodiac. L’intento iniziale era quello di creare un sequel di Seven, un film che avrebbe ricalcato nuovamente l’atmosfera angosciante del capolavoro diretto da David Fincher. Dopo aver affrontato diversi problemi di produzione, il progetto torna nuovamente a far parlare di sé grazie anche alla scelta del cast, tra i quali spiccava il nome di Anthony Hopkins. Nel 2011 arriva definitivamente la svolta. Infatti, il regista brasiliano Afonso Poyart, viene ingaggiato dallo stesso Flynn dopo aver visto la sua prima pellicola, credendo ciecamente nelle sue capacità.

”Se è ben scritto, è sempre interessante, e questo era molto ben scritto. Si tratta di un’ottima sceneggiatura. E’ anche ricca d’implicazioni su un’altra dimensione della vita. Non sono molto spirituale, ma certamente sono aperto all’idea. Senza scendere nei particolari, anch’io ho avuto esperienze di sincronicità e psichiche e penso che ci sia qualcosa al di là di me, qualcosa di molto più profondo rispetto a quanto possa capire.” (Anthony Hopkins)

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51870 ppl 1La storia, diciamolo subito, non è tra le più originali. La storia, per tematiche e narrazione assomiglia molto a pellicole come La Zona Morta” di David Cronenberg o a ”Cuori In Atlantide”, sempre con lo stesso Hopkins. Due film ben diversi tra loro, tratti dalle novelle di Stephen King, ma che servono al regista come punto di partenza. La storia narra le vicende di un medico psicanalista incapace di andare avanti dopo la morte della figlia. L’uomo, chiuso in se stesso non vuole avere niente a che fare con il caso che gli si pone davanti. Un agente speciale dell’FBI, di nome Joe (Jeffrey Dean Morgan), si ritrova ad avere a che fare con una serie di inquietanti omicidi che non riesce a risolvere. Quando delle visioni molto violente della giovane collega di Joe (Abbie Cornish) gli vengono alla mente, John cambia idea, pensando che queste possano essere anche una sorta di messaggio personale. Premonitions è sicuramente una storia interessante, ma purtroppo ha più difetti che pregi. La sceneggiatura, per esempio, presenta al suo interno parecchie sbavature, lasciando più di una semplice domanda allo spettatore più attento. I dialoghi, per quanto siano scritti dignitosamente, vengono completamente distrutti da delle caratterizzazioni piuttosto deboli, che non permettono, il più delle volte, di entrare in sintonia con quello che stiamo vedendo. È vero. La storia si focalizza principalmente sul personaggio interpretato da Anthony Hopkins, che qui interpreta bene il personaggio anche se a volte dimostra qualche segno di stanchezza, ma non basta. La scelta del cast seppur appetibile ad un primo impatto, dimostra ancora di più quanto questa pellicola cerchi di far leva proprio su ognuno di loro per nascondere quelli che i vari difetti della sceneggiatura.

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Alla fine non basta una buona regia per salvare questa operazione. Poyrat nonostante tutto dimostra maturita dietro la macchina da presa, ma non è certo con queste pellicole che potrà farsi conoscere in futuro. Perché Premonitions è una pellicola mal gestita, sotto molti aspetti. In mano a un regista diverso avrebbe sicuramente potuto dare qualcosa in più, come David Fincher, l’unico in grado di poterci regalare un degno seguito del suo capolavoro. Assolutamente dimenticabile.