Christopher Nolan e Paul Thomas Anderson si scagliano contro la TV

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Christopher Nolan (qui tutti i suoi film dal peggiore al migliore) e Paul Thomas Anderson hanno unito le loro forze contro la televisione. O meglio contro il modo in cui la programmazione televisiva rimodella la riproduzione di un film. Tra i tanti metodi con cui la televisione deforma la riproduzione cinematografica vi è sicuramente il cosiddetto “effetto soap opera”, che sembra quasi livellare l’inquadratura sullo schermo.

I due colossi del cinema contemporaneo, Christopher Nolan e P.T.A., hanno unito le forze, insieme a tanti altri, per portare avanti una battaglia.

L’obiettivo è quello di far correggere specifiche impostazione della programmazione televisiva dei film, in modo da preservare la visione che ogni regista ha della propria opera.

E’ stato reso noto che i due registi stavano intervenendo rivolgendosi ai produttori televisivi, per garantire che il pubblico potesse vedere film senza impostazioni che alterassero drasticamente l’aspetto originale dei film. A confermarlo un’e-mail inviata ai membri della Directors Guild of America.

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Un estratto dalla mail dice :

“Molti di voi hanno visto il proprio lavoro diverso sugli schermi televisivi rispetto al modo in cui è stato portato a termine. I televisori moderni hanno straordinarie capacità tecniche. Ed è importante sfruttare queste nuove tecnologie per garantire che lo spettatore domestico veda il nostro lavoro nel modo più vicino possibile a quelle che erano le nostre intenzioni iniziali”.

Tra i registi che, anche in passato, hanno espresso il loro disappunto il regista di Guardiani della Galassia James Gunn. Gunn ha lanciato una campagna su Twitter, nell’ottobre 2017,  per convincere i produttori televisivi a sbarazzarsi dell’impostazione che produce l’effetto soap opera. Gunn scrisse anche  che i colleghi registi Rian Johnson, Matt Reeves, Edgar Wright e Christopher McQuarrie, oltre all’attore Tom Cruise, erano tutti in grado di controbilanciare tale effetto. “Penso che siamo soli ora” Il regista Reed Morano ha anche portato avanti una sua battaglia, lanciando una petizione quattro anni fa contro il setting televisivo.

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