The Shining: le vessazioni di Kubrick su Shelley Duvall

Shelley Duvall
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Il leggendario regista Stanley Kubrick è sicuramente noto, fra le altre cose, perfezionismo, caratteristica che viene messa in mostra da molti documentari, tra cui il making-of di The Shining.

Per ottenere verosimiglianza e per far trapelare un’inquietudine ancor più marcata Kubrick portò allo sfinimento tutto la sua équipe. Anche se il regista rifiutò di avere stampa set, restando sempre riservato sui propri progetti, non poté ovviamente far tacere i suoi collaboratori.

Le tensioni sul set vennero così alla luce a causa della frustrazione del cast (che rilasciò numerose dichiarazioni in merito) e grazie alla figlia Vivian, che permise al pubblico una visione unica del suo processo creativo.

L’infelicità e le lotte intestine che affliggevano la produzione presto catturarono l’attenzione del pubblico. In un’intervista con Roger Ebert, il decano dei critici cinematografici, condotta pochi mesi dopo il rilascio del film, l’attrice Shelley Duvall parlò abbastanza apertamente delle condizioni delle riprese.

“Il personaggio di Jack Nicholson doveva essere pazzo e arrabbiato tutto il tempo. E nel mio personaggio, ho dovuto piangere 12 ore al giorno, tutto il giorno. Nell’ultimo periodo,  questo si è ripetuto per nove mesi di fila, cinque o sei giorni alla settimana. Ho lavorato a questo film sul set per tredici mesi. Sono andata dovuta andare in terapia: in una giornata di lavoro dovevo piangere per dodici ore al giorno! Oltre a ciò, dopo tutto quel lavoro, quasi nessuno ha scritto niente riguardo la iai performance. Le recensioni erano tutte per Kubrick, era come se non fossi mai stata lì. “

In questo articolo porremo l’attenzione soprattutto sul trattamento del regista ai danni , appunto, dell’attrice Shelley Duvall, nel ruolo principale di Wendy Torrance.

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Shelley Duvall

Non era un segreto che Shelley Duvall e Kubrick avessero una brutta relazione, prevalentemente a causa della costante oppressione esercitata da Kubrick sui metodi di recitazione della Duvall durante le riprese. Ciò ha suscitato feroci polemiche tra stampa e pubblico; ciò nonostante il film è comunque riuscito a sopravvivere alla prova del tempo.

All’inizio la pellicola ricevette recensioni contrastanti (qui troverete le più feroci). Sebbene oggi possa sembrare impossibile, lo stesso Kubrick venne nominato per i Razzie Awards, premio istituito proprio nel 1981, come peggiori regista. Nonostante abbia affermato di non aver ricevuto recensioni negative, anche Shelley Duvall fu in realtà nominata ai Razzies. Alcuni critici giudicarono infatti la sua performance come “eccessiva e comica”.

Jack Nicholson ha riflettuto sulla relazione Duvall / Kubrick in un documentario intitolato Stanley Kubrick: A Life in Pictures.

In questo eccezionale documento, l’attore si sofferma sui differenti riguardi con cui il regista si avvicinò a lui e alla suo co-protagonista: grande rispetto per Nicholson, ma sempre critico nei confronti della Duvall.

Stando alle dichiarazioni della figlia Vivian Kubrick, questo comportamento faceva parte di un preciso piano del regista. In un’intervista del documentario, ad esempio, The Making of the Shining, Stanley Kubrick maltrattò deliberatamente Shelley Duvall per rendere più credibile l’insicurezza di Wendy Torrance.

Facilmente udibile l’asserzione di Stanley agli altri membri dello staff mentre lei si trovava esattamente accanto a lui:

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“Non provate simpatia per Shelley”

Kubrick avrebbe spesso esercitato un’intensa pressione sulla Duvall, incolpandola per il tempo perso e respingendo i suoi suggerimenti ritenuti inutili.

Un comportamento abusante, sottolineato altresì dalla caparbietà con cui il regista pretendeva perfezione durante le prove. Famosissima, ad esempio, la scena della mazza da baseball, meritevole di essere la scena con il maggior numero di take  – 127 per la precisione – e dialoghi parlati secondo il Guinness Book of World Records.

Il comportamento ossessivo e opprimente del regista sull’attrice, è stato visto da molti come la vera causa del crollo psicologico di Shelley Duvall, che nel 2009 è stata ricoverata a causa di seri disturbi psichiatrici.

Shelley Duvall

“E’ così misogino. Voglio dire, Wendy Torence è viene presentata come una specie di straccio piatto urlante”

Stephen King

Nel 2016 Shelley Duval è tornata a parlare della sua salute mentale in tv da Dr. Phil, mostrandosi decisamente provata nei modi e nell’aspetto. Queste improvvise apparizioni mediatiche dopo 15 anni di silenzi hanno sollevato ancora una volta domande sul prezzo pagato dall’attrice per quanto riguarda gli stressanti 13 mesi dedicati alla lavorazione di The Shining.

Nell’intervista l’attrice parla della sua sofferenza e della sua condizione di salute, raccontando di essersi sentite braccata da forze aliene, oltre che dallo dallo Sceriffo di Nottingham, e di aver incontrato un redivivo Robin Williams.

 

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