Può esserci ancora Star Wars dopo John Williams?

John Williams
John Williams alla direzione dell'orchestra
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John Williams ha ufficialmente dichiarato che con Episodio IX terminerà la sua collaborazione con l’universo di Star Wars.

Nel lontano 1976 il direttore d’orchestra e compositore statunitense era stato consigliato da Steven Spielberg – appena rientrato dalle riprese di Incontri ravvicinati del terzo tipo – all’amico George Lucas, e non servì molto tempo o grandi argomentazioni perché il suggerimento venisse seguito e messo in pratica. Williams dal 1972 poteva già vantarsi di un Oscar per il suo lavoro in Il violinista sul tetto, e nello stesso 1976 ne vinse un secondo con il celeberrimo score de Lo Squalo.

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Poi si sa come andò: Steven Spielberg vide Guerre Stellari e si mise le mani nei capelli perché Incontri ravvicinati del terzo tipo era lontano anni luce da un’immagine tanto rivoluzionaria. George Lucas gongolò. John Williams ricevette il suo terzo Oscar e non mollò più la saga in tutti i successivi capitoli, Rogue One escluso. Con l’ultima candidatura per Gli ultimi Jedi, John Williams ha raggiunto la quota di 51 nomination e questo record lo rende la persona vivente più nominata all’Oscar nella storia del cinema.

Constatata l’himalayana statura di questo gigante, c’è da chiedersi quale successore sarà mai in grado di uscire da un’ombra tanto lunga e brillare nella trilogia che – piaccia o no – è stata annunciata e verrà prodotta dopo Episodio IX. Su internet imperversano già le scommesse, e questi sono i nomi che più vengono citati e auspicati.

Alexandre Desplat

È l’artista che tutti abbiamo presente dopo Grand Budapest hotel e La forma dell’acqua. Abile nel costruire atmosfere magiche e surreali, si è distinto nel lavoro per i due capitoli finali della saga di Harry Potter e dall’Academy ha ricevuto nomination per film come Il curioso caso di Benjamin Button, Il discorso del re – da notare l’arrangiamento della Sinfonia n.7 (secondo movimento) di Beethoven – e Argo. Desplat è una gallina dalle uova d’oro e ha la flessibilità giusta fra il leggero e il solenne per splendere nell’universo di Lucas.

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Mark Mothersbaugh

Cantante e tastierista dei Devo – un gruppo con in testa dei coni segnaletici – è un compositore per prodotti fiction e videoludici soprattutto indirizzati ai ragazzi. Ha collaborato con il “primo” Wes Anderson in Rushmore, I Tenenbaum e Le avventure acquatiche di Steve Zissou. Non si è fatto problemi a vendersi per Alvin Superstar 3 e ultimamente abbiamo potuto ascoltarlo in Thor: Ragnarok. Mothersbaugh è uno che essenzialmente vuole divertire, ma c’è più o meno qualche migliaio di fan di Star Wars che dalla saga non cerca solo intrattenimento: ad esempio, vuole che i bombardieri vadano più veloci.

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Hans Zimmer

C’è da chiedersi se il suo nome impazzi perché ritenuto davvero credibile, o solo perché conosciuto dal grandissimo pubblico come “quello di” Pirati dei Caraibi, Il Gladiatore e Il Re Leone. Hans Zimmer, come John Williams, è uno dei pochissimi compositori che non hanno bisogno di presentazioni. Hans Zimmer, come John Williams, è stato addirittura inserito dal Telegraph al 72esimo posto nella lista dei 100 geni viventi.

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Proprio per questo continuo paragone con John Williams, è altamente probabile che invece Hans Zimmer se ne rimanga nel proprio, ed eviti di accrescere le condizioni di un confronto che ostacolerebbe il proprio percorso di indipendenza artistica e lo vedrebbe perdente: mentre John Williams ventiduenne sudava sangue sui tasti del pianoforte alla Juilliard School of Music, Hans Zimmer alla stessa età stava alla tastiera di Video Killed the Radio Star. Se la produzione di Star Wars vorrà continuità, cercherà un successore cresciuto nell’orchestra, e non proveniente dal pop con tendenze alla musica elettronica e allo sviluppo del puro suono; come Blade Runner 2049 e Dunkirk hanno recentemente dimostrato.

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Jonny Greenwood

Chi è un appassionato di musica lo conosce come la chitarra solista dei Radiohead. Chi ama il cinema lo vede come il cocco di Paul Thomas Anderson e per sempre lo ringrazierà per il lavoro svolto ne Il Petroliere. A differenza dei sopraccitati, Greenwood non è una macchina da produzione: i suoi score sono pochi, ma estremamente curati e toccanti. La natura riservata del suo carattere e delle sue opere rende difficile una partecipazione a un fenomeno di massa come Star Wars, ma non si può mai essere categorici su ciò che Jonny Greenwood possa o non possa fare.

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Michael Giacchino

Ce l’avete presente quella commovente sequenza della relazione fra Ellie e Carl in Up? Ecco, la musica che sentite è sua, e ha vinto pure un Oscar per quella. In generale si tratta del beniamino della Pixar: ha iniziato con Gli Incredibili, è passato per Ratatouille, Inside Out e Coco, e presto arriverà nelle sale con Gli Incredibili 2. Non gli manca una spiccata propensione per il genere fantascientifico: ha curato tutto il percorso della serie reboot di Star Trek, è rimasto con J.J. Abrams per Super 8 e si è occupato degli ultimi due capitoli de Il pianeta delle scimmie.

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Giacchino può essere la persona che meno ci farà rimpiangere – perché comunque lo si rimpiangerà – John Williams: il suo diploma alla SVA di New York e la successiva specializzazione alla Juilliard rispondono al profilo di preparazione classica voluto per una soluzione di continuità in Star Wars. Serve un altro perché? Ha composto le musiche di Rogue One: il solo fatto di non aver scatenato lo smaronamento cronico dei fanboys puristi della saga, è la bussola che indica la scelta migliore.