St. Vincent – Recensione Masseduction

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Il nuovo album di St. Vincent è una bomba pop ultramoderna

Possiamo dire che St. Vincent è la migliore artista femminile in circolazione? Sì, possiamo. Perché lei, alias Anna Erin Clarke, ha capito tutto quello che deve fare un artista oggigiorno.

Sarebbe a dire, non più abbandonarsi a semplici e facili radicalismi votati all’autodistruzione, ma accettare il dualismo insito nella musica pop contemporanea.

La formula espressa nella title track del disco, infatti, è: masseduction (mass seduction) – mass destruction.

St. Vincent è intelligente, e sa che bisogna essere commerciali per attaccare la musica commerciale, bisogna vendersi per attaccare chi vende, bisogna farsi ascoltare per coinvolgere chi non ascolta.

Che è la lezione che gli odiatori dell’indie rock e dell’indie pop non riescono a comprendere, e respingono questa musica come un prodotto senz’anima di un’industria senza idee.

St. Vincent 2

Che pure, dietro la facciata volutamente plastica di Masseduction (basta guardare la sarcastica copertina), si nascondo delle vere perle di art rock contemporaneo che non hanno nulla di invidiare alle produzioni più impegnative e blasonate.

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Dietro all’indie pop e al synthpop retrò anni ’80, si celano episodi spettacolari come Fear the Future, Los Ageless e Sugarboy.

St. Vincent adotta un approccio ad un tempo analitico ed emozionale, mescolando la critica sociale all’alienazione individuale, e chiamando in causa (non direttamente, si intende) Marshall McLuhan: il medium è il massaggio, ora più che mai.

St. Vincent 3

Complice la collaborazione di Jack Antonoff (per chi non se lo ricorda, chitarrista dei Fun.), Masseduction è un disco meravigliosamente pop, ma al tempo stesso sfacciatamente artistico ed intelligente.

Lo provano i ritmi dance di tastiere e sintetizzatori mescolati, come sempre nella musica di St. Vincent, a chitarre sporche e rumorose smodatamente rock.

Masseduction è senza ombra di dubbio un lavoro eccezionale, che spicca in questo anno 2017 (già notevole di suo) come il fulgido esempio di cosa qualunque artista femminile dovrebbe fare. La vera arte musicale è questa, diglielo Anne.