I 10 film più sopravvalutati secondo la Scimmia – Parte 2

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6. Forrest Gump, di Robert Zemeckis

Forrest Gump è il tipico film che ti pone di fronte al problema dell’emozione nel giudicare un’opera. Con l’ottima interpretazione attoriale di Tom Hanks e la poetica colonna sonora di Alan Silvestri, il film di Zemeckis ha strappato più di una lacrima a molti spettatori. Ma a volte questo non basta e ad una seconda, terza e, per chi non si annoia, quarta visione, vengono a galla tutti i difetti di un film che nonostante ciò è stato in grado di segnare un’epoca, grazie anche ad un paio di frasi entrate nell’immaginario collettivo.

Il primo difetto è l’eccessiva lunghezza, ma non si tratta di un difetto in senso assoluto, bensì relativo alla ripetitività della trama. Lo schema è sempre lo stesso, per l’intera durata del film: Forrest si trova ad affrontare un problema, sottovalutato da tutti per la sua apparente stupidità, trova conforto nell’affetto di qualcuno che vede in lui qualcosa di più profondo. Poi Forrest sorprendentemente risolve il problema in maniera eccellente e suscitando il clamore di tutti, ma inevitabilmente finisce per perdere il qualcuno che lo confortava.

Questa ciclicità programmata, che conduce fino al telefonato finale, ha il pregio di accomodare in modo rilassante e conciliare la visione, ma ha il grande difetto di rendere molto prevedibile e inverosimile la storia, più di quanto sia resa inverosimile dal soggetto stesso dell’opera.

Un altro limite del personaggio di Forrest è la sua totale mancanza di iniziativa: Forrest fa sempre quello che gli dicono gli altri. Forrest corre perché glielo dice Jenny, fonda la Bubba Gump Gamberi perché glielo chiede Bubba, quando gioca a football segna la meta mentre tutti gli indicano da che parte andare, gioca a ping pong fino a diventare un campione perché un commilitone gli suggerisce di farlo, mentre lui sta semplicemente mangiando un gelato.

Gli Stati Uniti elevano a suo eroe un fantoccio dalle straordinarie capacità, ma privo di una volontà propria.

Questo è l’aspetto più inaccettabile del suo personaggio: che Forrest sia una persona dall’indole buona, fenomenale ogni volta che fa qualcosa, ma totalmente abulico e totalmente indottrinato dalla società stessa che pure lo guarda male e giudica ogni volta. Tutto ciò rende vuoto il film stesso, perché ad uno sguardo più profondo si legge una favola in cui la storia stessa degli Stati Uniti degli anni ’60, ’70 e ’80 è messa al servizio delle inverosimili peripezie di un uomo straordinario il cui unico pregio è eseguire alla lettera gli ordini.

forrest gump 1994 02 g 1