I Dossier della Scimmia: Roy Batty

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Nome: Roy Batty

Attore: Rutger Hauer

Film: Blade Runner

Professione: Leader del gruppo dei replicanti rinnegati, modello “Nexus” da combattimento

Frasi Celebri: “Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi: navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione, e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo, come lacrime nella pioggia. È tempo di morire.”

“Bella esperienza vivere nel terrore, vero? In questo consiste essere uno schiavo.”

“Se solo potessi vedere quello che ho visto con questi tuoi occhi!”

Roy Batty è l’antagonista principale, ma anche la figura più profonda e drammatica del film Blade Runner, il capolavoro di Ridley Scott tratto dal romanzo “Il cacciatore di androidi” (Do Androids dream of Electric Sheep?) di Philip K. Dick.

Leader di un gruppo di replicanti dell’ultimo modello “Nexus” (androidi dalle sembianze umane, anche se fisicamente ed intellettualmente superiori, ma geneticamente programmati con una durata vitale di 4 anni), creati con lo scopo di essere utilizzati come schiavi nelle colonie extramondo. Questi dopo essersi ammutinati rientrano sulla terra, nascondendosi in una cadente e piovosa Los Angeles del 2019 perennemente avvolta nell’oscurità è nello smog. Verranno ricercati da Rick Deckard (Harrison Ford) membro dei Blade Runner, un corpo speciale di polizia incaricato di “ritirare” (o distruggere) i replicanti fuggitivi.

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Ed è qui che inizia la loro storia, perchè la mente del replicante Roy è tormentata da domande che necessitano assolutamente risposta,  “Da dove vengo?” “Dove vado?” “Quanto mi resta ancora da vivere?”, risposte che cercherà di ottenere dalla azienda che li ha creati, la Tyrell Corporation, nel tentativo di modificare l’imminente data di termine della loro vita, impostatagli dagli ingegneri che li hanno progettati. Il rischio, infatti, secondo questi ultimi è che, con il passare del tempo, i replicanti possano sviluppare emozioni umane proprie, trasformandosi in pericolose minacce.

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La paura della morte e la straziante ricerca di più tempo da vivere (sia per se stesso, che per i suoi compagni), condurranno inizialmente il replicante da un progettista genetico di occhi per la Tyrell Corporation, Chew, al quale chiederà “Morfologia, longevità, e date di immissioni”, ma costui rivelerà lui che il solo da cui può ottenere queste risposte è il suo stesso creatore e padre, il Dr. Eldon Tyrell  raggiungibile però solamente attraverso l’aiuto di un ingegnere genetico della Tyrell Corporation con il quale gioca spesso a scacchi, J.F. Sebastian.

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“Se solo potessi vedere quello che ho visto con questi tuoi occhi”

Il figliol prodigo infine riuscirà ad incontrarsi faccia a faccia con il suo creatore, al quale reclamerà più vita, sia per sé che per Pris (la compagna replicante di cui è innamorato), prendendo atto invece che per loro sarà impossibile ottenere più tempo per continuare ad amarsi e vivere una vita normale, condanna e uccide il suo artefice e padrone, accecato dall’ira e dalla rassegnazione.

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Tyrell: “Quale sarebbe il tuo problema?”  Roy: “La morte”

Resosi conto di non avere più tempo da vivere, e dopo aver perso l’amata compagna, morta per mano di Deckard, Roy lo inseguirà bramoso di vendetta iniziando uno scontro che li porterà fin sopra il tetto di un palazzo. Qui infine il replicante avrà la meglio sul poliziotto, al quale però inaspettatamente poi salverà la vita dimostrandosi quindi “Più umano degli umani”, percependo l’approssimarsi della sua fine ricorderà ciò che ha vissuto e visto, addolorandosi innanzi alla morte, e pronunciando il celebre monologo, davanti ad un attonito Deckard che, attraverso una delle sue riflessioni dirà: “Io non so perché mi salvò la vita. Forse in quegli ultimi momenti amava la vita più di quanto l’avesse mai amata… Non solo la sua vita: la vita di chiunque, la mia vita. Tutto ciò che volevano erano le stesse risposte che noi tutti vogliamo: “Da dove vengo?” “Dove vado?” “Quanto mi resta ancora?” Non ho potuto far altro che restare lì e guardarlo morire.

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“Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi: navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione, e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo, come lacrime nella pioggia. È tempo di morire.”