The Lobster – Recensione

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The Lobster è un film del 2015 diretto da Yorgos Lanthimos, regista greco che dirige per la prima volta in lingua inglese. Nel cast troviamo Colin Farrell, John C. Reilly, Ben Whishaw, Lèa Seydoux (già apprezzata ne La vita di Adele). Il film è una sceneggiatura originale, come altri suoi lavori precedenti, scritti insieme a Efthymis Filippou. E anche in questa pellicola, il regista si ritaglia una società con caratteristiche alienanti e particolari. Siamo in un futuro non troppo lontano dal presente dove le persone devono vivere necessariamente accoppiate, per formare famiglie. Nel caso il partner chiuda la storia oppure muoia la persona rimasta sola viene accompagnata in un istituto dove, altri nella sua identica condizione cercano di nuovo una compagna o un compagno a seconda dei casi. Il tempo a disposizione è di 45 giorni, altrimenti allo scadere si verrà trasformati in un animale, scelto dal malcapitato. C’è un modo però per allungare la permanenza. Si svolgono battute di caccia per catturare con dardi soporiferi le persone fuggite dall’hotel che vivono nei boschi, per ogni solitario la permanenza si allunga di un giorno. Il nostro protagonista (Colin Farrell) viene lasciato dalla moglie dopo 12 anni e quindi è costretto a recarsi in questo posto. Porta con sé il fratello, trasformato in un cane segno che ha fallito precedentemente nell’impresa. Alla reception quando gli viene chiesto l’animale in cui vuole essere tramutato in caso di fallimento, Farrell sceglie l’aragosta (da qui il titolo del film) motivando così: sono animali che vivono 100 anni, hanno sangue blu come gli aristocratici, rimangono fertili per tutta la loro vita e vivono in mare.

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Il film proseguirà raccontando l’esperienza di quest’uomo che si ritrova forzato a cercare una nuova compagna di vita, conoscendo personaggi nella struttura disperati o addirittura assurdi. Non mancheranno svolte improvvise nella storia. Le persone trattano di amore e sessualità in maniera razionale e metodica, togliendo la minima spontaneità in esse. Non si parla di sentimenti, ma piuttosto di compatibilità. In un mondo dove ormai la libertà di scelta e l’individualità dell’individuo sono puniti. Una storia così forte non è facile da mettere in scena, ma il regista supera la prova a mio parere a pieni voti. Usa una regia abbastanza statica, la camera è spesso ferma, il montaggio non è frenetico. Inserisce spesso scene di rallenty come a sottilineare specifici momenti di una scena aggiungendo una musica di sottofondo, spesso in contrasto con le immagini che stiamo vedendo. La fotografia è fredda, come il mondo che scopriamo pian piano. La colonna sonora non è un elemento costante, ma subentra in maniera prepotente quando la tensione tra i personaggi sale e contribuisce a creare uno stato di ansia. Questo stato è creato non solo dalla musica, ma anche dalle situazioni, dalla caratterizzazione dei personaggi che sembrano quasi macchine ormai, senza umanità, passione, empatia che definisce gli esseri umani tali. Lanthimos ci catapulta in un mondo distopico dove la violenza più nera passa inosservata e le persone si ritrovano costrette a cercare l’amore, che perde completamente senso in questa maniera indotta. Non è sicuramente un film per tutti, data la capacità del regista di girare sequenze agghiaccianti, che lo diventano ancora di più dato che non suscitano reazioni in un mondo completamente spento. Non è lo splatter o il sangue che angoscia, anche perchè non ce ne è molto, ma è la realtà che respirano gli attori, totalmente surreale. Un’ipotesi del futuro tutto tranne che rassicurante.

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Avevo già apprezzato questo regista quasi sconosciuto in Alps e Kynodontas, crudi e scioccanti. Finalmente gli è stato affidato un cast internazionale e il livello non è sceso. In questo periodo dove siamo circondati da remake e cinecomics nel cinema, opere così dovrebbero essere apprezzate maggiormente e valorizzate di più. L’originalità della sceneggiatura è innegabile e la messa in scena ottima. Lo stile registico è delineato e si riconosce quando si sta guardando un suo film. Attendo altre pellicole e consiglio vivamente questo film a chi vuole guardare qualcosa di nuovo ma anche forte.