So Cosa Hai Fatto, la Recensione del reboot del cult horror

Al cinema il reboot del cult movie So Cosa Hai Fatto, il rilancio di una saga di cui già attendiamo nuovi sviluppi. Ecco la nostra recensione.

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A quasi trent’anni di distanza, torna al cinema in una nuova veste il cult So Cosa Hai Fatto, gemello di un’altra saga iconica come quella di Scream, con il quale condivide proprio lo sceneggiatore. Nel 1996, lo slasher ebbe una nuova vita, ripartendo da zero, così come l’horror in generale grazie a Ghostface. Il film dominò infatti la scena, oscurando suo malgrado quella del film diretto da Jim Gillespie, che ebbe poi non molta fortuna con sequel quantomeno mediocri. Eppure, quell’uncino brandito dal killer in impermeabile nero, divenne pressoché un’icona quasi subito.

Così come accaduto allora, anche oggi la storia ripropone la medesima situazione, sebbene con qualche anno di distanza tra l’uscita del reboot-sequel (o requel) di Scream e per l’appunto di So Cosa Hai Fatto. Basandosi sull’ennesimo principio, ci troviamo davanti ad uno slasher al femminile, a partire dalla regista, Jennifer Kaytin Robinson, già autrice del Thor: Love & Thunder di Waititi, che riesce a confezionare un buonissimo film.

So Cosa Hai Fatto, la Trama

Sono passati circa trent’anni dal massacro di Southport e la cosa sembra essere stata dimenticata da tutti. Durante una festa di fidanzamento, si ritrovano insieme un gruppo storico di amici proprio per la celebrazione. Tra un momento di nostalgia e l’altro, si arriva però ad essere complici di un involontario incidente automobilistico. La paura dominerà i protagonisti del misfatto che preferiranno scappare. E così come trent’anni fa, qualcuno vuole fargliela pagare mettendo tutti i coinvolti in una kill list dalla quale sembra impossibile fuggire.

So Cosa Hai Fatto, la Recensione

Appare chiaro come ad oggi il cinema commerciale stia prendendo strade ben precise, tra cinecomic e reboot di varia forma. Nel mezzo, c’è anche ampio spazio per l’horror, che non sfugge sempre alle regole del reboot-remake non necessario. Eppure, in un mondo dove la prassi e non vedere ciambelle col buco, arrivano anche dei prodotti audiovisivi che invece sembrano essere una pregevole eccezione. Si pensi a Jumanji o anche all’ultimo Scream, ad esempio. In tal senso, So Cosa Hai Fatto rientra pienamente in questo piccolo macro insieme di prodotti ben riusciti.

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Per certi aspetti, si può anche azzardare un giudizio più ampio e benevolo, rispetto questo requel (per usare la locuzione forgiata nel reboot di Scream), che appare forse anche più maturo dell’originale e quindi anche migliore. Il film del 1997 portava con sé la voglia morbosa di cavalcare l’onda perfetta lanciata da Scream. Cosa che apparve quantomeno complessa proprio a causa della perfezione del film del 1996. Alle volte, non sempre battere il ferro finché è caldo porta a buoni risultati. Sia chiaro, essendo diventato un cult, di riflesso, appare chiaro come non sia un brutto film. Eppure l’accoglienza fu abbastanza tiepida: i paragoni con il film di Wes Craven erano inevitabili e So Cosa Hai Fatto ne uscì sconfitto.

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Dal 1997 ad oggi, il cinema è cambiato. Scream lo ha notato e si è aggiornato, riproponendo un nuovo decalogo per lo slasher. Stavolta però questo nuovo So Cosa Hai Fatto decide di prendere la sua strada, tentando di ragionare proprio sul cinema di oggi, horror e non, riportando in auge il vecchio impermeabile nero e il malefico uncino. Vecchio e nuovo si mescolano inesorabilmente, tra comparsate e vari cameo, che portano a riflessioni ben ampie sul concetto di nostalgia, definita come sopravvalutata (a ben ragione).

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So Cosa Hai Fatto riesce inoltre a regalare non pochi sobbalzi dalla sedia, complice anche la scelta di mostrare del buon vecchio splatter, oggigiorno sempre più raro nell’horror, e qui anche discretamente e inaspettatamente feroce in alcuni momenti. Un vero ritorno al passato che riesce ad aggiornarsi, grazie alla regia della Robinson e dello script scritto a quattro mani con Leah McKendrick. Un horror al femminile molto intrigante, che ricorda quei tempi in cui l’estate era proprio sinonimo di film horror, di pop corn movie che tra una risata ed uno spavento facevano passare piacevoli serate cinematografiche.

Non di meno, meritano note di menzione speciale i personaggi, che mescolano anche qui vecchio e nuovo con un perfetto e sapiente dosaggio. Dall’iconica Sarah Michelle Gellar fino a Jennifer Love Hewitt, alle quali si affianca la bravissima Madelyne Cline e il suo personaggio, Danica, un concentrato di battute che sono già icona. Insomma, le basi per una nuova saga, e più fortunata della precedente, ci sono tutte. Non resta che attendere sviluppi futuri, dunque, e godersi questo buonissimo horror estivo (con doppio finale e scena post credits), nell’attesa.

Cast

  • Chase Sui Wonders: Ava
  • Madelyn Cline: Danica
  • Jonah Hauer-King: Milo
  • Sarah Pidgeon: Stevie
  • Tyriq Withers: Teddy
  • Jennifer Love Hewitt: Julia
  • Freddie Prinze Jr.: Ray

Trailer

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RECENSIONE
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Lorenzo Pietroletti
Classe '89, laureato al DAMS di Roma e con una passione per tutto ciò che riguardi cinema, letteratura, musica e filosofia che provo a mettere nero su bianco ogni volta che posso. Provo a rendere la critica cinematografica accessibile a tutti, anche al "lattaio dell'Ohio".
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