Guillermo del Toro critica l’intelligenza artificiale

Guillermo del Toro si scaglia contro i progressi dell'AI e su chi intende investire sull'intelligenza artificiale, affermando che nulla può sostituire il valore dell'arte.

Guillermo Del Toro
Guillermo Del Toro durante il San Diego Comic-con del 2015. Fonte: Gage Skidmore
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Il regista e sceneggiatore Guillermo del Toro ha recentemente condiviso il suo punto di vista sull’intelligenza artificiale e il valore dell’arte, offrendo una riflessione sulla sua rilevanza e impatto. Del Toro ha criticato l’uso dell’AI nella produzione artistica, definendo i risultati ottenuti finora come “screensaver semi-avvincenti”, che seppur realistici non sono minimamente paragonabili al lavoro umano.

La percezione di Guillermo del Toro sull’IA, condivisa da DiscussingFilm su X, è che al momento quesaa non riesca a produrre arte che abbia un impatto emotivo profondo o autentico sull’uomo. Queste sono state le parole del regista:

“L’IA ha dimostrato di poter creare salvaschermi semi-accattivanti. E questo è tutto. Il valore dell’arte non si misura in base a quanto costa o a quanto poco sforzo richiede, ma in base a quanto saresti disposto a rischiare per esserne testimone. Quanto pagherebbero le persone per quei salvaschermi? Li faranno piangere perché hanno perso un figlio? Una madre? Perché hanno sprecato la loro giovinezza? Assolutamente no.”

Del Toro sottolinea che il valore dell’arte non si misura semplicemente in termini di costi o di quanto poco sforzo richiede per essere creata. Secondo lui, il vero valore dell’arte risiede nella sua capacità di provocare una reazione emotiva intensa, di rischiare e di toccare le esperienze umane più profonde. Il regista si chiede se gli screensaver creati dall’IA siano capaci di suscitare reazioni significative, come la tristezza di una perdita personale o il rimpianto per una gioventù sprecata.

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La riflessione di Guillermo del Toro sull’AI

Il regista spinge quindi la discussione verso un confronto tra la creatività umana e le capacità emergenti dell’IA, suggerendo che solo l’arte creata con passione e rischio può veramente colpire e commuovere. Questa visione critica dell’IA riflette una preoccupazione più ampia riguardo al ruolo della tecnologia nella creazione artistica e alla sua capacità di replicare le esperienze e le emozioni che definiscono il valore dell’arte umana.