The End?
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The End?: un palpitante horror italiano low budget

Rispolveriamo The End? L’Inferno Fuori

The End? L’Inferno Fuori (2017) è un film horror italiano a tema zombie diretto da Daniele Misischia. In Italia, il genere ha avuto grandi esponenti come Mario Bava e l’intramontabile Dario Argento, attivo ancora oggi. Fortunatamente negli ultimi anni stanno emergendo film e autori interessanti come nel caso di The Nest di Roberto de Feo e The End? L’Inferno Fuori, appunto.

L’horror in Italia

A differenza dell’horror hollywoodiano, quello italiano deve stringersi in budget molto più ristretti (come del resto ogni altra produzione cinematografica nel nostro Paese); tale aspetto, sebbene sia un deficit per l’industria e gli addetti ai lavori, a volte rappresenta il guanto di sfida di sceneggiatori e registi i quali puntano tutto su un’idea forte e magnetica. Il film in questione rientra appieno in tale dinamica. Se consideriamo il fatto che il film sia stato l’esordio alla regia di Daniele Misischia non vi è alcun dubbio che il budget sia stato risicatissimo.

La trama

Il film racconta la giornata di Claudio Verona (Alessandro Roja), un manager romano, arrogante ed egocentrico che si appresta a raggiungere l’azienda in cui lavora con l’obiettivo di chiudere l’ennesimo grosso affare. In ufficio, fato vuole che rimanga bloccato in ascensore e che i tecnici non riescano ad ovviare il problema. Nel frattempo giungono telefonate dalla moglie terrorizzata e strani rumori dai corridoi dell’edificio. E in città sembra accadere qualcosa di strano. Siamo nel pieno di un’apocalisse zombie.

Analisi di The End?

La vicenda è quasi tutta ambientata in un luogo, peraltro claustrofobico come l’ascensore. Degli uffici esploriamo al massimo alcuni corridoi e delle stanze. Ciò permette di abbattere notevolmente i costi. Inoltre anche il numero degli attori è ridotto all’osso e ad Alessandro Roja si deve il merito di essersi preso sulle spalle quasi l’intero copione.

L’idea è originale e sicuramente non di facile attuazione a livello narrativo. Risolto il problema dei costi, rimane la sostanza, ovvero il film. E girare un horror in un unico ambiente diviene veramente ostico; soprattutto se si pensa al genere, in cui i luoghi hanno una forte rilevanza drammaturgica.

La regia è asciutta ma allo stesso tempo attenta. In effetti, dati gli spazi non vi erano le condizioni per movimenti di macchina troppo articolati. Ma le inquadrature permettono di accumulare la giusta tensione. Misischia deve far forza su tale linguaggio. E ci riesce. Per tutto il film siamo con Claudio dentro l’ascensore.

Siamo a conoscenza delle sue stesse informazioni e ne acquisiamo insieme di pari passo. Questo rapporto personaggio-spettatore crea empatia, e l’empatia è l’ancella della suspense. Di qui la riuscita del film. Per gli amanti del sottogenere, sappiate che gli zombie non sono assolutamente da b-movie. Anzi, il trucco e i costumi sono di tutto rispetto e contribuiscono a non rompere il patto narrativo dell’opera.

Perchè guardarlo

Nel complesso, The End? risulta apprezzabile e coinvolgente. Sebbene le premesse lascino pensare ad un film statico, il ritmo compensa tale aspetto. Il finale non è eclatante, ad alcuni potrebbe risultare telefonato, ma la forza del film non sta nella sua risoluzione bensì nel suo svolgimento.

L’aspetto più interessante rimane l’idea. Come nel caso del primo film della saga Saw – L’Enigmista (2004) di James Wan siamo dinnanzi ad uno sviluppo essenziale, minimalista ma allo stesso tempo ambizioso. La caratura del film non può essere minimamente paragonata al successo del primo capitolo del noto enigmista, ma è comunque un buon punto di partenza per Daniele Misischia.

The End? è al momento disponibile su RaiPlay oppure è possibile noleggiarlo su Prime o YouTube.

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