Oscar 2024: 9 momenti della serata, dal peggiore al migliore

La 96esima edizione degli Oscar non è stata particolarmente scenografica, ma ci ha riservato momenti buoni e altri...un po' cringe.

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Gli Oscar 2024 hanno come al solito regalato tanti momenti epici e non

Si è conclusa domenica 10 marzo (11 marzo per noi) la 96esima edizione degli Academy Awards (gli “Oscar”), con Jimmy Kimmel alla conduzione, che ci ha ricordato un po’ l’Amadeus a Sanremo per lo stile comico a basso profilo e la dedizione alla scaletta (qui tutti i vincitori)

Abbiamo parlato già di alcuni dei momenti più significativi della serata, ma abbiamo voluto esaminare con più attenzione le gag, gli sketch, i numeri musicali e i siparietti improvvisati, ora che li abbiamo metabolizzati meglio. Li trovate di seguito listati e “votati”, secondo la nostra redazione, dal più cringe al più esilarante.

9. John Cena nudo che presenta Miglior Costume

La domanda è: perchè? Ne sentivamo davvero il bisogno? Oltre all’associazione originale tra il premio per i costumi e l’uomo nudo, il siparietto di John Cena che entra in scena nudo e coprendosi solo con la busta della premiazione non fa molto ridere, per cui sembra soltanto un inutile sfoggio di MBEB (Maschio Bianco Etero Basic) di cui potevamo fare a meno. Certo, con tanti, tanti muscoli, che ammiriamo in fervente attesa che il momento finisca. Il prima possibile.

8. Il momento In Memoriam con Bocelli

Il problema non è stato tanto l’interpretazione del duo Bocelli (padre e figlio), quanto piuttosto la regia complessiva del segmento. In generale, la sezione “In memoriam” degli Oscar, che commemora i personaggi dello spettacolo venuti a mancare dalla precedente edizione, è sempre borderline. Il rischio di essere stucchevoli è sempre dietro l’angolo, proprio per l’obiettivo e l’atmosfera imposti dal segmento, che vuole essere commovente e portare con sé la massima solennità.

Quest’anno il segmento è stato piuttosto corto e mal gestito, evidenziando la già delicata distinzione che si viene a creare tra alcuni nomi che finiscono sugli schermi più grandi, altri aggregati in schermi secondari senza reel e altri ancora (tipo: Cormac McCarthy) proiettati tutti insieme in font molto piccolo alla fine dell’esibizione. E senza foto. Il tutto con l’esibizione dei Bocelli, molto intensa, e una danza coreografica che distraeva occhi e telecamere dai nomi che in quel momento passavano sullo schermo, sempre a velocità della luce. Perché commuoversi va bene, ma veloce.

7. Barbenheimer reprise – Emily Blunt e Ryan Gosling

Non riuscitissima la gag su “Barbenheimer” di Emily Blunt e Ryan Gosling, momento estremo di fan service che faceva leva sul fenomeno creatosi a luglio in occasione dell’uscita simultanea dei due film. Ce lo ricordiamo tutti: i fan hanno creato degli “schieramenti” fittizi a favore dell’uno e dell’altro, che poi si sono trasformati in una fusione vera e propria dei due concept, tra video, meme e foto. Ah, l’Internet e la fantasia umana!

La Blunt e Gosling evidentemente non erano troppo coinvolti dallo spirito Barbenheimer, sarà pure che sono passati mesi e la cosa è ormai sfumata (per fortuna). Si ritrovano insieme sul palco, inscenando un antagonismo poco credibile, come da copione, e battute poco efficaci. Forse, vista la visibilità incredibile data a Ryan Gosling durante la serata, la gag sarebbe riuscita un po’ meglio se sul palco fosse salita almeno Margot Robbie, grande snobbata della serata, che quel film l’ha effettivamente prodotto. Peccato.

6. Guillermo Rodriguez e la tequila per tutti

Un momento un po’ cringe, specialmente perché molti si saranno chiesti: “ma chi è sto Guillermo?”. Guillermo Rodriguez è un personaggio ricorrente nel talk show di Jimmy Kimmel dal 2003, da quando cioè Kimmel lo “scoprì” e lo invitò nel programma, per cui Rodriguez faceva la guardia giurata. Solitamente Guillermo interpreta l’uomo qualunque, e si presta a sketch dedicati. La sua presenza agli Oscar, dove invita alcuni candidati a bere tequila, è un semplice rimando allo show del presentatore che sfocia nella marchetta, più che essere un’aggiunta intrigante.

5. L’Opening e il monologo di Jimmy Kimmel

Non è che Jimmy Kimmel se la sia cavata proprio male, ma l‘Opening del presentatore agli Oscar è un momento tradizionale e di grande visibilità, quest’anno all’insegna del basic. Il che già un po’ delude.

Il paragone, forse ingiusto, nasce spontaneo con gli Opening dell’Oscar di Neil Patrick Harris, performer musicale di grande talento, che ci ha regalato alcune delle esibizioni più belle e scenografiche della storia degli Academy Awards. Ma anche Kimmel ha decisamente un altro stile: dopo una mini gag video dove si “intrufola” nella scena della pensilina di Barbie per farsi dire che è bellissimo e parlare del fatto che non mangia da settimane (bah), arriva sul palco e, senza troppe cerimonie, comincia a elencare i film in gara.

Qualche battuta irriverente la fa, seppur tendenzialmente scontata e sempre tenendosi al sicuro da polemiche: parla del flop di Madame Web (di cui si era già largamente parlato), della lunghezza dei film candidati di quest’anno (“Mentre vedevo Killers of the Flowers Moon ho dovuto farmi girare le mail all’indirizzo del teatro”) e del fatto che Jodie Foster e Robert De Niro avessero interpretato padre e figlia in Taxi Driver, ma ora lei è troppo vecchia per essere una delle sue fidanzate (DiCaprio style).

Migliora un po’ approcciandosi al film Barbie, particolarmente snobbato agli Academy Awards di quest’anno nonostante il successo al botteghino. E infatti, in maniera sincera seppur un po’ ruffiana, è il film che commenta più a fondo. A Margot Robbie e Ryan Gosling dice: “Anche se nessuno di voi vince un Oscar, avete vinto qualcosa di più importante: la lotteria genetica”, che non è una battuta brillante, ma fa ridere.

Carino il momento in cui Kimmel ricorda lo sciopero del SAG-AFTRA di quest’anno, con tanto di frecciatina per i registi che “si sono ritirati subito”, e fa salire sul palco i tecnici e i lavoratori dietro le quinte, in quello che ormai sta diventando un grande e melenso classicone della televisione globale. E salta subito all’occhio che siano praticamente tutti uomini. Ops.

Migliore battuta: dopo aver sottolineato che molti credevano che Greta Gerwig dovesse essere nominata per al miglior regia si rivolge al pubblico in ovazione: “è inutile che applaudite, siete voi che non l’avete votata”. True.

Peggiore battuta: i riferimenti al passato di droghe di Robert Downey Jr., che lui, per fortuna, le gestisce con aplomb. A noi è risultata un po’ fuori luogo, specialmente considerato che l’attore era lì per celebrare un successo e – come poi è accaduto – vincere il suo primo Oscar.