Fedez a cuore aperto: “Ho dovuto fare i conti con la morte”

Ospite al Circolo dei Lettori di Torino, Fedez ha parlato con i giovani di salute mentale

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Fedez parla con i giovni di saute mentale

Nelle scorse ore Fedez è stato ospite al Circolo dei Lettori di Torino per un incontro promosso dall’associazione Acmos e dalla Fondazione Circolo dei lettori nell’ambito della rassegna in programma fino al primo marzo e dal titolo «una comunità che cura», organizzata per parlare di salute mentale

È bello vedere tanti giornalisti interessati alla salute mentale – dice Fedez. Io stesso mi vergognavo di parlare di psicofarmaci ma poi, quando ho rischiato di morire, mi sono detto: “che ca*zo me ne frega, se posso aiutare qualcuno lo faccio. Ho attraversato momenti molto bui e durante i quali era più facile pensare di morire che di svegliarsi il giorno seguente e vivere

Dopo la malattia Fedez ha deciso di creare una Fondazione con l’obiettivo di accendere i riflettori sull’equilibrio psico-fisico delle persone, anche attraverso la creazione di un centro di aggregazione e superando lo stigma dell’uso di psicofarmaci

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Ho dovuto fare i conti con la morte – ha detto – E, nonostante in questo Paese possa dirmi privilegiato, sono arrivato a prendere sette psicofarmaci tutti insieme e a soffrire di balbuzie. Non credo di aver ancora metabolizzato la cosa, ci vogliono anni per arrivare a una metabolizzazione completa, è complesso. Nell’immediato, ricordo di aver fatto solo pensiero: la cosa che mi metteva più ansia, ma mi dava anche la spinta per mantenere un minimo di dignità e compostezza, è stato pensare che i miei figli non si sarebbero più ricordati di me se fossi morto. Erano troppo piccoli. Questa era la cosa che più mi faceva paura ma era anche il motore per dirmi “non morire adesso”.

Fedez ha poi parlato dei ragazzi lasciati troppo spesso soli e senza alternativtant’è che la maggior parte delle morti giovanili avviene per suicidio. Eppure, nessuno ne parla.

La pandemia ha reso ancora più fragili il futuro di tante ragazze e ragazzi già gravati dalla crisi climatica, dalla mancanza di lavoro e da una riduzione di prospettive.

Che ne pensate?

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