Josef Mencik: la vera storia dell’ultimo cavaliere, che combatté contro i nazisti

Mencik
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Quest’uomo è vissuto veramente: Josef Mencik, probabilmente l’ultimo cavaliere della storia, difese la sua terra dall’invasione dei soldati nazisti. Questa è la sua incredibile storia

Josef Mencik: l’ultimo cavaliere

1938: i nazisti invasero la Cecoslovacchia, espandendosi alla ricerca del loro “spazio vitale”. Ma un uomo non ci stava: Josef Mencik, qui in una foto d’epoca, si può considerare l’ultimo cavaliere della storia. Cavaliere, si intende, non nel senso di uomo che va a cavallo ma di figura d’arme medievale, come comunica ogni dettaglio della sua appariscenza.

Ebbene, fu lui ad affrontare le colonne dei carri armati nazisti che entravano nel paese, e secondo la leggenda lo fece a cavallo, in armatura medievale, con spada e alabarda. I nazisti, basiti, si limitarono infine a ignorarlo probabilmente facendosi una risata, oltrepassandolo e toccandosi la testa come in saluto.

Don Chischiotte contro i nazisti?

Si trattava di un mitomane, di una specie di Don Chischiotte fuori di testa? Ebbene no: costui discendeva davvero da una famiglia nobile cecoslovacca, le cui radici risalivano ai tempi del Sacro Romano Impero. Nel 1911 acquistò anche un castello (seppur in rovina), Dobrs, costruito nel quattordicesimo secolo.

Lì visse con la sua famiglia privo di comodità moderne come l’elettricità, per esempio usando le candele per fare luce, come trovandosi di nuovo nel medioevo. Esperto e appassionato di antichità e storia, era amato dalla comunità e il suo stile di vita veniva rispettato, non certo deriso, come nobilmente tradizionale.

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Josef Mencik

La dignità e il passato

Il suo gesto, che certo non fermò le colonne dei nazisti invasori, ricorda tuttavia diverse altre azioni coraggiose come quella dell’uomo che decenni dopo si parò davanti ai carri armati in piazza Tiananmen: più un gesto di protesta puramente simbolico che un concreto tentativo di combattimento, ma comunque molto potente.

Era un invasato, fuori di sé, e credeva veramente di essere l’ultimo cavaliere del medioevo? Forse di fatto lo era, ma è molto più probabile che Mencik fosse pienamente consapevole di ciò che accadeva nella sua era e, comprendendo che i nazisti non si potevano bloccare (non lì in quel momento, perlomeno) volle almeno affermare con forza tutta la dignità della sua antica nazione, dritto in faccia a loro.

Una fine ingloriosa

Cosa fu di Josef Mencik? Quest’uomo solido e coraggioso ebbe una fine ingloriosa, ma non per mano dei nazisti. Dopo la guerra la Cecoslovacchia rimase al di là della cortina di ferro ed entrò nella sfera di influenza sovietica. Furono i comunisti, nel 1945, a nazionalizzare la proprietà del castello di Dobrs.

Mencik fu perciò buttato fuori, e a quanto si dice morì soltanto due giorni dopo nella casa del figlio. Forse, privato della sua dimora, si ritrovò anche privato dell’ultimo ricordo di un passato importante ma ormai sepolto, destinato a morire con lui. In ogni caso, la storia non lo ha dimenticato.

Fonte: Sandboxx

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