Martin Pistorius: la vera e allucinante storia dell’uomo che visse in pseudocoma per 12 anni

Pistorius
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Ossia: era incapace di muoversi e di comunicare col mondo esterno, ma poteva sentire gli altri e percepire il mondo attorno a lui. Quella di Martin Pistorius è una vicenda incredibile

Martin Pistorius: il “ragazzo fantasma”

Martin Pistorius è nato in Sudafrica nel 1975. La sua vita ha preso una svolta drammatica all’età di dodici anni, quando ha iniziato a mostrare segni misteriosi di malattia. In seguito a una grave infezione (non si è mai stabilito se trattavasi di meningite o tubercolosi), il suo stato di salute si è deteriorato rapidamente, fino a quando è caduto in uno stato di “pseudocoma”.

Detta anche sindrome locked-in, questa condizione comporta la paralisi completa di tutti i muscoli volontari e vieta al soggetto di comunicare e muoversi in alcun modo. Ma, cosa terrificante, egli è sveglio e cosciente per tutto il tempo, può sentire e percepire gli altri ma non ha modo di farsi sentire da loro.

La sindrome locked-in

Per molti anni, Martin è rimasto intrappolato in uno stato di consapevolezza senza possibilità di comunicare con il mondo esterno. Per gli osservatori sembrava essere completamente ignaro del suo ambiente, incapace di interagire o comunicare in qualsiasi modo. Dopo essere caduto in coma da pre-adolescente, ha iniziato a riacquisire coscienza lentamente attorno ai 16 anni.

C’è voluto comunque molto tempo perché riuscisse, con movimenti quasi impercettibili, a far capire ai dottori che in realtà era sveglio, ma incapace di muoversi. Solo dopo 12 anni di degenza le analisi confermarono che, sì, Peter poteva sentire e ascoltare, ed era conscio di quel che si svolgeva attorno a lui.

Nascere una seconda volta

In seguito, dotato di un computer per la sintesi vocale come quello utilizzato da Stephen Hawking, è riuscito a riconnettersi col mondo esterno e a recuperare i contatti con le altre persone. Si è anche sposato e ha un figlio: oggi vive in Gran Bretagna e lavora come web designer e freelancer. Una vita quasi normale che fino a qualche anno fa sembrava impossibile.

Martin ha descritto con vividi termini la sua incredibile e terrificante esperienza, paragonando il suo processo di lenta ri-acquisizione di coscienza a quello di una nascita. Risvegliandosi è stato in grado di fornire particolari di eventi, come l’9/11 o la morte di Lady Diana, avvenuti mentre era in coma e che perciò non avrebbe potuto conoscere.

“Come se non esistessi”

Martin ha anche sviluppato un forte odio, comprensibilissimo date le circostanze, per la serie per bambini Barney, che a quanto pare veniva ri-trasmessa di continuo durante la sua degenza. Di fatto era costretto a riascoltarla ancora e ancora, e di conseguenza è finito col collegarla negativamente al suo stato vegetativo.

Alcuni suoi ricordi: “Potevo sentire, vedere e capire tutto attorno a me ma non avevo assolutamente potere e controllo su nulla. Era come se non esistessi, ogni singola cosa nella tua vita era decisa da qualcun altro, da cosa vesti a cosa mangi e bevi o se mangi e bevi, a dove sarai domani o la prossima settimana, e non c’è niente che tu possa fare”. In una parola: pazzesco. Ma vero.

Fonte: LADBible

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