The Beekeeper, la Recensione del film con Jason Statham

Dall'11 gennaio al cinema, The Beekeeper, il ritorno all'action di Jason Statham con la regia di David Ayer. Ecco la nostra recensione

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Arriva al cinema The Beekeeper, l’action con Jason Statham che segna il ritorno alla regia di David Ayer, autore del controverso primo Suicide Squad. Un’ora e mezza di azione dura e pura che i fan del genere non potranno non amare alla follia. Insomma, tutto ciò che il genere ci ha insegnato fino ad oggi in un piccolo e divertente compendio action.

The Beekeeper, la Trama

Clay vive nella sperduta campagna del Massachussets, in una quasi totale solitudine, allevando le api. Capita un giorno però che l’unica persona con cui parla viene brutalmente raggirata e truffata di un’ingente somma di denaro, portandola a compiere un gesto estremo. Una condizione necessaria e sufficiente per far sì che il Clay del passato torni in lui alla ricerca di vendetta.

The Beekeeper, la Recensione

Guardando alla filmografia di David Ayer, troviamo come l’action, piuttosto mediocre, sia il suo personale filo rosso. Non sempre i risultati sono stati all’altezza della situazione, o del cast a supporto. Basti pensare al tanto vituperato Suicide Squad, di cui tuttavia non vedremo mai la tanto richiesta Ayer’s Cut. Insomma, le premesse per The Beekeeper non erano certo delle migliori.

Arriva però in nostro soccorso, il più classico dei “ma“, visto che a fine film si esce dalla sala più che soddisfatti. David Ayer costruisce infatti un film, insieme al navigato sceneggiatore action Kurt Wimmer, che comprime ogni singolo stereotipo classico del genere action conferendogli uno stile capace di coniugare passato e presente.

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La storia è quantomai classica, che non si perde in eccessivi fronzoli o approfondimenti psicologici. Anzi, li evita accuratamente, proprio perché non è certo questo la strada da battere. In maniera tanto repentina quanto intelligente si risolvono i passaggi che avrebbero modificato in un certo senso l’asset del film.

Inevitabile avere qualche dubbio sulla reazione “particolare” alla morte della madre di una brava Emmy Raver-Lampam, subito su di giri e lucida per le indagini. Eppure, con qualche piccolo indizio lasciato qua e là, e neanche troppo tra le righe, Ayer ci permette di capire che ci sono problemi e demoni interiori che le permettono di andare avanti, autodistruggendosi.

Accortezze che di fatto non rendono The Beekeeper un film raffazzonato, in cui la trama diventa un mero espediente per mettere in scena le consuete e attese botte, sparatorie, esplosioni. Tutto resta infatti perfettamente dosato, senza mai dover ricorrere troppo alla sospensione dell’incredulità.

Jason Statham resta ovviamente un (super)eroe indistruttibile sulla falsariga di John Wick, circondato da nemici con la mira rivedibile. Un granitico (super)uomo dalla forza morale inattaccabile, che procedere per la sua strada fino a che giustizia non sarà fatta. E a far da sfondo, un vero e proprio scontro generazionale.

Da un lato, infatti, Statham è completamente scollegato dal mondo. L’uso della tecnologia è ridotto al minimo sindacale per lui, e neanche troppo aggiornato ai giorni nostri. Vecchi PC usati nella sua vecchia base segreta, telefoni satellitari abbastanza desueti. Di contro, il villain principale che altro non è che il più classico dei ragazzini viziati.

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Tra uno svapo e l’uso di qualche droga, chiuso nella sua azienda moderna che serve latte di soia, troviamo un fastidiosissimo Josh Hutcherson che non si fa scrupoli nell’ottenere ciò che vuole grazie alle classiche truffe on-line. E nulla può il suo “padrino” Jeremy Irons, la cui interpretazione è sempre una garanzia.

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The Beekeeper porta quindi sul grande schermo un action che trascina con se anche un sotto testo particolare, diventando di fatto non un semplice film d’azione. Non troviamo il solito piano sequenza di botte e sparatorie, ormai una prassi, quanto più una ricerca di immagini accattivanti che catturano lo sguardo dello spettatore.

Dall’uso di una fotografia sui toni dell’arancione, fino all’inserimento di meravigliose luci al neon che vanno di fatto a coniugare lo scontro generazionale di cui sopra. Analogico e digitale, boomer e zoomer, vecchio e nuovo. Ayer merita sicuramente un plauso per questo suo The Beekeeper, avendo confezionato un film che non annoia mai e lascia anche qualche riflessione.

Cast

  • Jason Stahtam
  • Josh Hutcherson
  • Jeremy Irons
  • Emmy Raver-Lampman

Trailer