I 10 peggiori film del 2023 [LISTA]

Ecco la lista dei film più brutti che abbiamo visto in questo 2023, oramai agli sgoccioli

peggiori film 2023
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Come ogni anno, anche questo 2022 ha prodotto moltissimi film. Alcuni molto buoni, altri molto, ma molto menoà. Giunti agli sgoccioli di dicembre è arrivato dunque il momento di tirare le somme e di stilare la classifica dei prodotti che maggiormente ci hanno lasciato interdetti in questi ultimi 12 mesi (qui invece i migliori). È bene ricordare che per formare questa lista di nomi abbiamo scelto tra i film che sono stati rilasciati in Italia durante il 2023.

Inoltre vi ricordiamo sempre che queste classifiche sono frutto dell’esperienza e del gusto personale delle persone che vi scrivono. In questo caso specifico un’intera redazione che ha discusso animatamente per diverso tempo per trovare una lista di 10 film che andasse bene per tutti. Sentitevi dunque autorizzati a rivelarci quali opere avreste messo o quali lasciato fuori, tenendo sempre fermo questi criteri di base.

Fatte questa rapida, ma doverosa premessa, iniziamo.

10) Peter Pan & Wendy, David Lowery

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A cura di Matteo Furina

Appuntamento fisso di queste top di fine anno dei film peggiori dell’anno sono i remake live action Disney. Poteva questo 2023 fare eccezione? Chiaramente no. Peter Pan & Wendy riesce a prendere tutto ciò che di magico e interessante c’era nel cartone originale e renderlo piatto a livelli impensabili.

I colori sgarcianti tipici dell’Isola che non c’è, le sale coloratissime de Bimbi Sperduti o ogni altra stranezza che i nostri protagonisti incontrano nel loro peregrinare sono tutte appiattite, smorte e senza vita. Esattamente al contrario di ciò che dovrebbe essere Peter Pan. Sicuramente perdente la scelta di rimuovere la scena dei nativi americani in favore di un unico personaggio, Giglio Tigrato, che dovrebbe essere una bimba sperduta anche lei, ma che appare troppo più grande e sviluppata degli altri. Un autentico pugno nell’occhio che non ha alcun senso di esssere lì.

Interessante, per lo meno, il background dato a Capitan Uncino, interpretato dal sempre ottimo Jude Law. Si tratta sicuramente dell’idea migliore del film che altrimenti vive di continue sequenze spente e drammatiche che starebbero meglio in un film esistenzialista ambientato durante la seconda guerra mondiale che in un’opera per bambini.

Terribili invece i protagonisti. Peter Pan è pur sempre un bambino ma i concetti che guidano le sue gesta sono evidentemente inseriti nel film per rispondere alle esigenza di una parte dell’utenza del 2023. Così come è il personaggio di Wendy che ha atteggiamenti e comportamenti che stridono troppo con l’età che ha.

Una cosa è certa, Disney ha intrapreso una strada pericolosa con questi remake live action e se non arriva un immediato cambio di direzione, il futuro appare oscuro.

9) Rebel Moon, Zack Snyder

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A cura di Andrea Campana

Perché il mega-kolossal di fantascienza di Zack Snyder non funziona? Semplice: mettere insieme tutti i cliché possibili e immaginabili su un film action sci-fi, incrociate le trame di Star Wars e I Sette Samurai, ficcateci dentro tonnellate di CGI e scene d’azione al ralenti e condite il tutto con la solita terrificante retorica dei ribelli (qui pure contadini) che combattono contro l’impero cattivo.

Ed ecco qui: i protagonisti sono tutti onesti, buoni e coraggiosi (nonché belli e muscolosi), mentre gli antagonisti sono delle specie di nazisti violenti e sadici senza alcun motivo. Non c’è un singolo personaggio interessante, ogni scena e svolta di trama è tranquillamente prevedibile e i dialoghi sono banalissimi.

Diciamo che questo è un film che potrebbe funzionare se ignorassimo la fantascienza degli ultimi trenta e quarant’anni: può essere che il pubblico giovanissimo, cresciuto più che altro su Netflix (dove è uscito anche questo film), possa apprezzarlo semplicemente perché non conosce nient’altro di ciò che è venuto prima.

Ma davvero basta guardare due o tre episodi di Star Trek delle serie degli anni ’90, senza neppure andare troppo a cercare, per ritrovare le stesse cose che vediamo qui; certo, magari con meno sparatorie o lotte a mano libera, ma ben maggior approfondimento concettuale e filosofico.

In Rebel Moon (qui la nostra recensione), invece, non c’è nulla da dire: i buoni sono buoni e i cattivi sono cattivi, la giusta causa va sostenuta e chi non la sostiene deve morire, possibilmente male o proprio al limite sacrificandosi ma sempre in nome del coraggio. E tempo la fine del film (che, ricordiamo, è tecnicamente solo la prima parte) tutto si risolve in esplosioni e laser che volano da tutte le parti.

Un lato buono dell’uscita di questo lavoro di Snyder sta nella dimostrazione di come questo tipo di formula iper-accentuata con budget altissimo non funzioni evidentemente più, specchio di quel che avviene con le produzioni Disney, Marvel e DC. Sarebbe forse ora di lasciar perdere i mega-kolossal e lasciare finalmente (di nuovo) più spazio al cinema di genere ma fatto da autori?

8) Five Nights at Freddy’s, Emma Tammi

Five Nights at Freddy's, recensione

A cura di Francesco Buffa

L’adattamento cinematografico della nota serie di videogiochi era ormai in produzione da molti anni ma, a causa della pandemia e di diversi altri problemi, il film è stato lanciato solamente all’inizio di Novembre. La pellicola è ispirata al gioco indipendente diventato virale circa dieci anni fa e che ha originato una serie ormai conosciuta dal grande pubblico. Sebbene abbia sbancato i botteghini però, il film di Blumhouse Productions è stato distrutto dalla critica e siamo costretti ad inserirlo fra i peggiori film dell’anno (qui la nostra recensione).


Il film si apre con il protagonista Mike, interpretato da Josh Hutcherston, che accetta il lavoro di guardia notturna al locale abbandonato Freddy Fazbear. Il ragazzo, che deve prendersi cura della sorella minore Abby, acconsente malvolentieri a questo nuovo impiego e si reca alla pizzeria per la sua prima notte in servizio. Quella che avrebbe dovuto essere una storia lineare che omaggiasse la serie di videogames, si perde in inutili complicazioni ed intrecci di trama che rendono il film solamente più confuso. Si scopre che Mike ha incubi sulla sparizione di suo fratello più giovane ed è tormentato dalla volontà di scoprire cosa gli è successo. Questo giocherà un ruolo fondamentale nella storia, dove sembra che i suoi sogni abbiano un impatto sul piano reale.


Da notare che la realizzazione degli animatronic è perfettamente riuscita, sebbene non riescano a comunicare l’inquietudine che permea i videgiochi. Il climax finale scontato e banale pone fine ad un film estremamente dimenticabile e troppo lungo per il suo bene. I fan dei videogiochi troveranno sicuramente degli easter eggs e dei riferimenti inseriti apposta per loro ma questo è troppo poco per salvare la pellicola di Blumhouse dall’essere considerato una delle maggiori delusioni dell’anno.

7) Shazam! Furia degli Dei, David F. Sandberg

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A cura di Andrea Campana

L’impietosa macchina dei cinecomic non si ferma e, con buona pace di Martin Scorsese e di chi ha una concezione del cinema ben diversa, soprattutto in casa DC continua a sfornare film evitabilissimi e sequel tagliati con l’accetta nel vano tentativo di creare franchise “a polipo” come l’MCU (il quale del resto è già di per suo più pericolante ogni anno che passa).

Ecco quindi Zachary Levi di nuovo nei panni di uno dei supereroi più infimi della DC (che un tempo si chiamava pure Capitan Marvel, tanto per creare confusione) in una avventura pseudo-comica infarcita di cliché, le solite infinite sequenze di azione e momenti improbabili impilati uno sull’altro nel vano tentativo di interessare un pubblico ormai stufo di prodotti come questo.

Il sequel perde tutta la piacevole ingenuità del primo film (2019) e funziona volendo sforzarsi soltanto a livello visivo, tenendo presente che ovviamente impalcature come queste si reggono in piedi specialmente grazie al largo impiego di CGI, divenuta ormai un placebo per le produzioni supereroistiche Hollywoodiane.

Non manca l’errore di introdurre nei post-credits altri possibili sequel e progetti futuri, nel frattempo tutti (per fortuna?) soffocati dal DCU reboot ad opera di James Gunn. Nel complesso un film a malapena adatto ad una visione en passant, proprio per chi ha un pomeriggio o una serata da buttare via.

La questione più ampia riguarda il genere supereroistico nel suo complesso, che ha ormai stancato perché ne sono state esplorate tutte le possibilità compresa la commedia (Thor: Ragnarok), l’auto-parodia (Deadpool), la satira (The Boys) e l’omaggio (Invincible). Quella che a inizio anni ’10 sembrava una fabbrica di sogni senza fine pare ora pronta a chiudere i battenti.

C’è da vedere ora come DCU e MCU se la giocheranno nel decennio corrente, considerando che laddove i supereroi suscitando sempre meno interesse a conquistare sempre più il pubblico sono invece le IP videoludiche, adattate in serie e film di livello crescente (quasi sempre). Di certo, speriamo che lo spazio per uno Shazam! come questo non ci sia più.

6) L’Esorcista – Il Credente, David Gordon Green

l'esorcista, il credente

A cura di Lorenzo Pietroletti

A pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca. Recita così il famoso proverbio, perfettamente calzante per parlare de L’Esorcista – Il Credente, un film che partiva molto male sin dall’inizio. Già, perché se di base è complesso trovare buoni film che riguardano gli esorcismi, le premesse dietro questo film non sono certo delle migliori.

In primo luogo, il fatto di voler girare un sequel di un capolavoro come L’Esorcista è un’operazione quantomeno rischiosa, ancorché il film di Friedkin ha esaurito già tutto il dicibile possibile e immaginabile. Rientriamo dunque nella sfera di voler prendere un franchise discusso, famoso e di successo per provare ad effettuare un’operazione di ammodernamento assolutamente non richiesta. Esattamente come fatto con l’ultima trilogia di Halloween.

Da qui, si passa al secondo punto, che vede infatti avere in comune con la trilogia sopracitata il medesimo regista. In altri tempi, si poteva richiedere la forca per iconoclastia. Reiterata, in questo caso. Il flop di Halloween ha inspiegabilmente concesso a David Gordon Green di ripetere l’analoga operazione anche con L’Esorcista. Ciò che viene fuori è di fatto una semplice variazione sul tema, con il medesimo risultato.

Green riprende un’icona horror del passato per poi smembrarla, dando una propria visione più contemporanea. Tuttavia, il risultato è un pastrocchio confuso, dove la terrorizzante magia del primo film viene affievolita fino a sparire, regalandoci di fatto l’ennesimo film che parla di esorcismi annoiando minuto dopo minuto.