Djo – DECIDE | RECENSIONE

Djo
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DECIDE è il secondo, riuscitissimo album di Joe Keery, cioè Steve di Stranger Things

Se dopo Stranger Things la carriera di Joe Keery (Djo) in televisione dovesse per qualche motivo colare a picco, poco male: potrà sempre rifarsi con la musica. Lo dimostra ampiamente il suo secondo disco realizzato con il nome di Djo, un ricco caleidoscopio di rock psichedelico che potrà facilmente appagare i fan di Tame Impala e Pond.

Djo si immerge nel disco in un grande universo sonoro coloratissimo e intrigante, fondendo riflessioni di natura personale ad invenzioni musicali fresche ed originale. I suoni devono un po’ al rock psichedelico anni ’70 e alla neo-psichedelia anni ’10. Nonché, va detto, al revival anni ’80 del quale lui stesso (come Steve in ST) è stato fautore. Ma tutto suona davvero nuovo e coinvolgente.

Davvero difficile scegliere un unico brano. Gloom per esempio sa di rock old style con atmosfere misteriose alla Steve Miller Band e bei riff di chitarra discreti che guidano l’insieme. Fool è fumosa e distratta, e sembra un pezzo di Cuco o della Unknown Mortal Orchestra, con begli effetti lisergici.

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End of the Beginning è una ballad sottile ed escatologica, guidata da suoni di clavicembalo vintage che richiamano un po’ i Beatles, un po’ i Blur più eleganti. I Want Your Video paga il dovuto tributo a Tame Impala. Una bella strofa in falsetto e riff belli distorti ed eterei che decidono l’inciso.

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Ci sono anche Climax, un pezzo profondo e delicato costruito su una caratterizzazione molto emotiva; Change, che suona più come gli ultimi Pond che come Tame Impala; la raffinata ed intrigante Go For It; e chiude la ritmata e decisa Slither, forse il brano più bello. Un percorso musicale ben costruito da un artista che ha decisamente qualcosa, anzi molto, da dire.

Il tutto riesce come un insieme straordinariamente ispirato di chitarre ultra-dimensionali, synth nostalgici, motivi rock millennial alla riscoperta della tradizione musicale e sguardi allucinati verso il futuro. Forse non un disco letteralmente “nuovo” come ricerca sonora, ma sicuramente più che valido nella proposta.

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Il risultato forse migliore raggiunto dall’album è quello, per Keery, che gli consente la possibilità di affrancarsi dal nome di Steve Harrington e dalla sua fama “solo” come attore e come personaggio di Stranger Things. Impresa, va detto, che al momento non è riuscita a nessun altra delle celebrità nello show.

Vero è che buona parte degli altri attori nella serie portano avanti un qualche progetto musicale (e c’è anche chi, come Jamie Campbell Bower, lo faceva prima). Ma da questo album risulta chiaro come Keery fra tutti sia quello ad essere più concentrato sulla sua carriera musicale e quello che intende investirci maggior energia. I risultati, per ora, si vedono eccome.

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