Pleasure, la Recensione del film che racconta l’industria del Porno

Un viaggio dietro le quinte oscure dell'industria del porno. Ecco la nostra recensione di Pleasure, il film che ha scandalizzato il Sundance. Disponibile in esclusiva su Mubi.

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Arriva in esclusiva su Mubi, Pleasure, il controverso film diretto da Ninja Thyberg e con Sofia Kappel protagonista. Questa opera prima ci porterà dentro la discussa industria del porno, tra le più prolifiche di un settore che non conosce crisi. Uno sguardo diverso però da quel che ci si può aspettare. Un grandissimo dietro le quinte che mostrerà i lati più oscuri della pornografia e soprattutto delle sue produzioni.

Pleasure, la Trama

Linnéa ha un sogno, quello di sfondare nel mondo del porno. Decide così di fare i bagagli e trasferirsi dalla fredda Svezia alla soleggiata California hollywoodiana. Col nome di Bella Cherry, scoprirà una realtà che però non è come immaginava. Non basta infatti essere belle e disinibite per farsi strada in un mondo costruito e dominato dagli uomini in tutto e per tutto.

Pleasure, la Recensione

Un esordio che sicuramente farà parlare di sé, quello della Thyberg. Dopo l’omonimo cortometraggio, la regista trentasettenne svedese ha deciso di ampliare l’oggetto di discussione ad un tema a lei molto caro: quello della pornografia. Un tema ancora oggi scottante e divisivo, soprattutto nel femminismo contemporaneo. Senza impelagarci in discussioni che meritano ben altri spazi, Pleasure racconta un mondo che probabilmente non tutti conoscono.

Cosa c’è dietro la produzione di film pornografici? Ninja Thyberg ci porta proprio dietro le quinte, raccontandoci quel mondo attraverso gli occhi di Linnéa (o Bella Cherry), una bravissima Sofia Kappel. Un mondo che racchiude suo malgrado anche il cosiddetto “sogno americano“. Quell’idea di voler iniziare un percorso nuovo nella terra delle opportunità che però cela fin troppa polvere sotto al suo sfarzoso tappeto.

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Tutto ciò che è oro, quindi piacere, cela infatti un mondo di compromessi unilaterali, mossi magari anche da un certo timore reverenziale verso chi, alla fine di tutto, rilascia il compenso. Non c’è tempo né spazio per ripensamenti, al di fuori di lavande per rendere l’organo genitale femminile più fresco e appetibile per chi dovrà, di fatto, usarlo. Dov’è dunque il piacere in tutto ciò?

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Bella dichiara i suoi intenti sin da subito, a lei fare porno piace ma la Svezia è troppo piccola. Solo l’America, pensa la protagonista, può darle una florida carriera. Il prezzo però forse è troppo alto per lei. Un mondo di pazzi, come dice dice Linnéa alla sua ignara madre. Un mondo che forse la sta cambiando, trasformandola in un oggetto passivo.

Regole non scritte esplicitamente che si trasformano in nero su bianco prima di ogni scena. Liberatorie in cui Bella si assume la piena responsabilità delle sue scelte, compiute nella piena sanità mentale e senza alterazioni di forma droghereccia o alcolica. Apposta la firma, non c’è modo di tirarsi indietro, pena il non pagamento della prestazione (lavorativa).

Eppure sebbene tutto sia apparentemente in regola, Bella subirà comunque veri e propri abusi per la categoria rough sex (una tipologia di sesso molto violento).  Pratiche che si spingeranno fin troppo oltre, tra schiaffi e sputi. Umiliazioni che vedranno la minimizzazione di tutto l’ambiente che circonda la nostra protagonista. Per poi sfociare nella classica passivo-aggressività di un contratto sventolato.

Ninja Thyberg decide di lasciare un segno nello spettatore, avvalendosi di soggettive più che dirette. Gli attori maschi guardano dritto in camera, nei nostri occhi, che in questi specifici momenti diventano quelli di Bella. Una scelta oculata proprio per farci calare a pieno nel suo personaggio e nella sua labile psiche, indecisa tra il voler fuggire e il voler farsi strada in un mondo tossico.

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Di pari passo all’evolversi di Bella, Pleasure modifica mano a mano il suo stile. Fermo restando un impianto quasi documentaristico, fatto di rapidi stacchi, quando la protagonista di trova all’opera sul set, la regista decide di sporcare le riprese con l’avanzare del film, muovendo la camera a più riprese, anche con riprese a mano. Un artifizio molto brillante atto a raccontare il cambiamento che sta caratterizzando Bella.

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Un cambiamento necessario alla sopravvivenza, tirando fuori una Bella inimmaginabile, almeno all’inizio del film. Linnéa pensava di amare il sesso e di farne un lavoro. Non pensava che si sarebbe dovuta scontrare con un mondo infame diventando carne da macello. Un mondo che la costringe a tradire le amicizie per sottostare alla sadica vendetta di un pornostar.

E ancora, una Bella che da docile diventa cinica e anche violenta, che vuole restituire le umiliazioni subite, umiliando però sue colleghe. Carne da macello gettata nella fossa per sollazzare un mercato a totale appannaggio maschile.

Ninja Thyberg confeziona un film molto crudo e controverso, che non si preoccupa di mostrare i corpi nudi e operanti durante le scene pornografiche, sempre molto esplicite. Anzi, la sua macchina da presa vi indugia, nei limiti, proprio per raccontare queste umiliazioni prima e suoi effetti sulla persona poi.

Pleasure ci mostra dunque il pornografico in un modo che forse non avremmo mai voluto vedere. Ma che al tempo stesso dovremmo anche vedere, per riflettere sulle dinamiche che vi sono dietro e che rispetto alla famigerata Golden Age, raccontata anche da Paul Thomas Anderson, è solamente cambiata con una mera liberatoria che di fatto compra un consenso che altrimenti mai sarebbe tale. Dicevano i latini che pecunia non olet. Ma forse, aggiungiamo noi, fino a un certo punto.

Cast

  • Sofia Kappel: Bella/Linnéa
  • Evelyn Claire: Ava Rhoades
  • Mark Spiegler: Spiegler
  • Dana DeArmond: Ashley

Trailer