Vampire The Masquerade: Swansong Recensione: la Boston dei vampiri

La nostra recensione di Vampire The Masquarade: Swansong, il nuovo titolo sviluppato da Big Bad Wolf e dedicato allo storico gioco di ruolo.

Vampire Swansong recensione
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Vampire The Masquerade: Swansong è stato annunciato da Big Bad Wolf, in collaborazione con Nacon, nel maggio 2019 e presentato per la prima volta nell’ottobre dello stesso anno. L’obiettivo dello studio francese è quello di riprendere le meccaniche tipiche dello storico gioco di ruolo da tavolo del 1991 ideato da Mark Rein – Hagen, traslandole però in un contesto videoludico (qui invece i migliori board game tratti dai videogiochi).

Il 19 maggio 2022, è finalmente approdato sul mercato Vampire The Masquerade: Swansong e oggi, dopo una sanguinosa avventura nell’oscura Boston, siamo pronti a dirvi cosa ne pensiamo in questa recensione.

Boston: Codice Rosso

Hazel Iversen, il nuovo principe della Camarilla di Boston, dopo lunghe contrattazioni è riuscito a stringere una storica alleanza con gli stregoni di Hartford. Un’impresa così colossale necessita di una festa altrettanto grandiosa. Sarà proprio durante i preparativi per la celebrazione che accade l’imprevisto. I vampiri vengono attaccati, trucidati senza pietà e nessuno rivendica l’attacco. Per capire chi si celi dietro questo omicidio di massa, Hazel Iversen si servirà di tre diversi suoi sottoposti, ognuno appartenente a un singolare clan: Galeb, Emem e Leysha. Nei panni dei tre protagonisti – abbastanza piatti e poco affascinanti, complice anche la loro inespressività – intraprenderemo una lunga investigazione per capire cosa è successo durante la notte del Codice Rosso. Tre strade all’apparenza parallele ma che si incroceranno nel corso dell’avventura.

Vampire Swansong recensione

La narrazione è l’elemento portante di Vampire The Masquerade: Swansong, molto più che la sua buona componente ruolistica. Si tratta infatti, nonostante le premesse, di un’avventura grafica in cui le nostre scelte determineranno, nel bene e nel male, il destino dei suoi protagonisti. Una lunga indagine fatta di indizi, password da appuntare su un taccuino per ricordare l’accesso ai computer e “sfide dialogo” per portare avanti la trama di gioco.

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La storia fatica a ingranare nella parte iniziale, salvo poi risollevarsi per diventare più oscura, misteriosa e coinvolgente successivamente. Il titolo riesce a dare il meglio di sé nelle situazioni investigative, quando abbandona il pur ottimo immaginario vampiresco per concentrarsi sugli accadimenti che hanno determinato il Codice Rosso. È qui che Vampire The Masquerade: Swansong riesce a creare un forte legame fra giocatore e “detective”: la nostra mente si riempirà di ipotesi, supposizioni e teorie per una totale immedesimazione nei protagonisti.

Intimidire o aggredire?

Dal punto di vista del puro gioco di ruolo, Vampire The Masquerade: Swansong, mette a disposizione tantissime abilità per Emem, Galeb e Leysha. Il loro potenziamento dipenderà dall’esperienza accumulata nelle missioni che varia in base al numero di incarichi, primari e opzionali completati. Quest’ultimi, nello specifico, non saranno facili da portare a compimento e l’unico modo per riuscirci, sarà armarsi di tanta pazienza ed esplorare ogni angusto angolo di ciascun livello. Inoltre, faremo affidamento su poteri unici per ciascun vampiro attorno ai quali è costruito il design dei livelli. Emem ad esempio, può raggiungere delle zone sopraelevate rispetto alla sua posizione con il teletrasporto. Leysha invece, assume l’aspetto di altre persone per entrare in aree altrimenti inaccessibili.

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Ogni build permetterà poi di approcciare i dialoghi in modo diverso: intimidazione, empatia o psicologia, sono solo tre esempi delle diverse vie con cui rapportarsi agli NPC. Più l’abilità è alta, più la probabilità di successo sarà elevata. In caso di pareggio sarà la sorte, con il lancio del dado, a decidere per noi. Nel complesso, ci sentiamo di affermare che la componente GDR è ben strutturata e diversificata.

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Tuttavia, il fatto di trovarsi davanti ad un’opera per lo più narrativa, riduce il peso specifico che ha l’elemento ruolistico sul gameplay. La storia va avanti a prescindere da come personalizziamo il personaggio – alcuni potenziamenti sono stati del tutto inutili – e non c’è mai stato da parte nostra quello studio attento delle singole caratteristiche per costruire il vampiro a nostra immagine e somiglianza. Non si tratta di una grossa problematica, ma più di un rammarico per esserci sentiti più volte estranei e impotenti al succedersi degli eventi.

Conclusioni

Il grosso punto debole di Vampire The Masquarade: Swansong è il suo comparto tecnico. La costruzioni delle ambientazioni è di buona qualità ma sono le espressioni facciali, identiche tra loro, a rovinare le emozioni che il titolo vorrebbe trasmettere. Tutti i personaggi sono inespressivi, apatici, indipendentemente da ciò che sta accadendo.

Nel complesso, la nuova produzione di Big Bad Wolf verrà sicuramente apprezzato dagli amanti di Vampire: The Masquerade e del World of Darkness per la cura che gli sviluppatori hanno messo nel world building. Un’avventura fortemente story driven e con un albero delle abilità ben ramificato che finisce però per avere poco spessore nell’economia complessiva della partita.

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Vampire The Masquarade: Swansong testato su Xbox Series X

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RECENSIONE
VOTO
7
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Andrea Baiocco
Amo la birra, il running e i videogiochi. Sogno un'Ipa al pub con Kratos e una scampagnata con Nathan Drake. Parlo di videogiochi anche sul mio sito web Freaking News (https://freaking.news/) e in Podcast su Spotify.
vampire-the-masquerade-swansong-recensioneLa nuova produzione di Big Bad Wolf verrà sicuramente apprezzato dagli amanti di Vampire: The Masquerade e del World of Darkness per la cura che gli sviluppatori hanno messo nel world building. Vampire The Masquarade: Swansong è un'avventura fortemente story driven e con un albero delle abilità ben ramificato che finisce però per avere poco spessore nell'economia complessiva della partita