The Sadness, la Recensione del film Horror su una Pandemia di Rabbia

La recensione di The Sadness, violentissimo film disponibile sul canale Midnight Factory di Amazon Prime Video. Un concentrato di sangue e violenza durante una pandemia.

Condividi l'articolo

Disponibile sul canale di Amazon Prime Video della Midnight Factory, arriva anche in Italia il geniale The Sadness. Un horror in cui non si lesina sul sangue, diretto da Rob Jabbaz, cineasta canadese emigrato in oriente proprio per girare questo film.

Un mix letale di gore e splatter a non finire che guarda proprio ad una pandemia. Un film quantomai attuale che ha moltissimi rimandi e richiami al genere. Gli amanti dell’horror non possono perderselo in alcun modo.

The Sadness, la Trama

Siamo a Tai Pei, capitale del Taiwan. Jim e Cat conducono una vita normale, senza troppi eccessi e con i problemi di tutti noi. Nel frattempo, un virologo annuncia l’arrivo di una mutazione del virus del raffreddore, supplicando un lockdown. Le elezioni incombono e nessuno chiaramente vuole chiudere la città.

Tuttavia, il virus prende piede e trasforma la città intera in un covo di persone infette prive di ogni inibizione e devote solo alla violenza. Per Jim sarà una corsa alla sopravvivenza così come per Kat, che dovrà fuggire dalla follia, con la speranza di ricongiungersi al fidanzato. Non sarà un cammino facile

The Sadness, la Recensione

Dal Canada con furore, fino a Taiwan, con sangue da riversare a fiumi. Un cambio di rotta per Rob Jabbaz a dir poco estremo nella sua messa in scena complessiva. Forse con un po’ di ritardo rispetto alla wave zombesca che aveva smosso il grande e (soprattutto) piccolo schermo con The Walking Dead.

L’avvento di questa triste pandemia però ha offerto non poche idee ai cineasti di genere. Dal trash di Corona Zombies fino al gore di The Sadness, un film dalla fortissima carica satirica, ma anche virale, a giudicare dal numero di infetti nel film.

LEGGI ANCHE:  I Peggiori - Recensione in anteprima

Questo particolare virus abbassa ogni muro inibitorio della gente. A metà tra rabbia e raffreddore, il popolo taiwanese si trova in un vero vortice di grottesca violenza, dalla quale Jim dovrà scappare. Una fuga alla ricerca della propria compagna, anch’ella impegnata a sopravvivere e magari anche a salvare qualche vita innocente.

the sadness, recensione

Le sequenze memorabili, nel bene e nel male, sono numerose. Tra tutte, impossibile non menzionare l’escalation nella metro, che vedere protagonista una molestata Kat. Un apparentemente rispettabile uomo d’affari di mezz’età inizia ad importunarla in maniera sufficientemente viscida, per poi lamentarsi della risposta piccata della giovane.

Qualche secondo dopo, un infetto inizia ad accoltellare chiunque si trovi sotto davanti, propagando anche il virus. Un tripudio di sangue inonderà i passeggeri così come tutti i presenti non ancora contagiati. Proprio qui inizierà una sottotrama che vedrà una vera e propria lotta tra Kat e l’uomo d’affari di cui sopra, decisamente ricolmo di cattive intenzioni.

Proprio qui, Jabbaz riesce a dare una interessante spiegazione su come si muovano gli infetti. Questi, infatti, si privano di ogni inibizione, dando sfogo al loro istinto primordiale recondito. Tanto sessuale quanto legato alla mera violenza. In tal senso, è facile notare quel legame esistente tra sesso e violenza, per l’appunto, dove la penetrazione assume una molteplicità di accezioni.

Difatti, le scene dentro l’ospedale trovano forse l’acme estetico di questo The Sadness, tra un’orgia di infetti, in mezzo ai cadaveri completamente eviscerati, e uno “stupro oculare” in stile A Serbian Film. Chiaramente le citazioni non finiscono qui, anzi. Il film di Jabbaz è un vero e proprio calderone citazionista e grandguisnolesco.

Gli amanti del cinema di genere noteranno subito il grande omaggio a Incubo Sulla Città Contaminata di Umberto Lenzi. Così come quello stile rapido e frenetico che caratterizza i primi film d’esordio di Peter Jackson, quali Fuori Di Testa e Splatters, coniugato alla satira sanguinolenta dei film firmati Brian Yuzna e il suo meraviglioso Society.

the sadness, recensione

Insomma un pot-pourrì perfettamente dosato che strapperà qualche risata ma solo per chi ha lo stomaco forte. Sebbene The Sadness però impallidisca rispetto ai titoli poc’anzi citati, il film resta quanto mai piacevole agli amanti di questo genere.

LEGGI ANCHE:  In Sordina: Serie TV – The Night Manager

C’è sangue ma c’è anche tantissima azione perfettamente bilanciata, senza mai risultare stucchevole. Così come il gore, mai fine a sé stesso ma perfettamente “giustificato” proprio dalla furia cieca degli infetti. Un film davvero sopra le righe impossibile da non amare, anche per alcuni momenti in cui si distacca dallo splatter per dare una leggera svolta più horror legata al sovrannaturale.

The Sadness ci lascia intuire che forse il virus ha una sorta di origine demoniaca, forse proveniente da un qualche spirito. Non è forse un caso che l’apparente paziente zero ricalchi proprio i canoni della mitologia orientale rispetto ciò che proviene dall’aldilà. Una inquietantissima donna anziana vestita di bianco che irrompe nella scena dando il via al disastro.

Un disastro che ci viene raccontato senza lesinare nei dettagli, sui quali la camera di Jabbaz indugia a più riprese. L’immagine shock permane per tutta la durata del film, fino ad un finale che lascia ben poche speranze. Come giusto che sia in fin dei conti. Cento minuti di film che rimarranno ben impressi nella mente di chiunque.

Cast

  • Jim: Berant Zhu
  • Kat: Regina Lei

Trailer