Toni Servillo: 10 migliori interpretazioni del migliore attore italiano [LISTA]

toni servillo, la grande bellezza
Toni Servillo in un frame de La Grande Bellezza di Paolo Sorrentino
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Una carriera come quella di Toni Servillo rappresenta una sorta di unicum nel panorama italiano contemporaneo. L’attore napoletano è riuscito a costruire un percorso recitativo che ricorda quello di grandi star hollywoodiane. Il suo stile realistico e, allo stesso tempo, carico di pathos gli ha permesso di ricevere meritato plauso in patria e all’estero.

La sua capacità di calarsi nei panni di personaggi, ora probi, ora mostruosi, ora ambigui è degna di grande ammirazione. Una voce calda e un’espressione affabile caratterizzano la sua impronta, che a volte rischia di risultare pomposa. Si tratta di uno stile attoriale che si lega a doppio filo al palcoscenico. Infatti, la formazione e gran parte della carriera di Servillo è legata al teatro.

L’ingresso cinematografico si deve al regista teatrale Mario Martone che esordì insieme all’attore nel mondo della settima arte. Nel 1992 infatti collaborano per dare alla luce la loro prima esperienza filmica, Morte di un matematico napoletano. Non ci volle molto a scoprire che il talento di Servillo era pronto a trasformarlo in una star.

Un altro esordio segnò la fortuna dell’attore, quello del ben noto Paolo Sorrentino, che lo diresse in L’uomo in più. Non deve stupire se la maggioranza dei titoli della seguente lista sono diretti dal grande regista napoletano. Il sodalizio tra i due costituisce un altro unicum nella produzione italiana e segna uno dei più grandi connubi del nostro cinema.

Il rapporto fra Sorrentino e Servillo ha infatti portato il cinema italiano ad uno stato di grazia, esportandone i successi all’estero e arrivando persino, nel 2014, a vincere l’Oscar per il miglior film straniero con La grande bellezza.

Ecco le migliori interpretazioni di quello che ci sentiamo di definire il migliore attore italiano dei nostri tempi.

1) L’uomo in più, Paolo Sorrentino (2001)

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Servillo nei panni di Antonio Pisapia in L’uomo in più. CREDITS: Key Films

L’esordio alla regia di un lungometraggio di Paolo Sorrentino non può passare inosservato. Nonostante la relativa inesperienza e gioventù del regista partenopeo, si possono già trovare molti dei temi e dello stile narrativo e visivo che avrebbe poi reso Sorrentino conosciuto in tutto il mondo.

La storia de L’uomo in più è quella di due personaggi omonimi: l’Antonio Pisapia cantante (il nostro Servillo) e quello calciatore (Andrea Renzi). I due sono, per motivi diversi, in una parabola discendente, agli inizi degli anni ’80, e le loro strade si incroceranno metaforicamente lungo tutto il film, fino all’epilogo che chiuderà il cerchio narrativo.

La fama di Servillo passa da questa interpretazione. Si tratta di un vero e proprio punto di svolta, non tanto nella sua prestazione quanto nella visibilità che avrebbe ottenuto negli anni a seguire grazie alla collaborazione con Sorrentino.

L’attore mette già in mostra quelli che saranno molti dei personaggi che interpreterà negli anni a seguire. Eccentrici, con forte carattere napoletano, votati al vizio e con la battuta pronta. Servillo ha una recitazione a tratti sovraccarica, ma che non gli impedisce, per contrasto, di dare vita a momenti molto più posati, scavando nel profondo del dramma di Antonio Pisapia.

Un film imprescindibile della prima parte di carriera di Sorrentino che dimostra, già nel lontano 2001, di avere ben chiara la sua idea di cinema.

2) Le conseguenze dell’amore, Paolo Sorrentino (2004)

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Toni Servillo è Titta Di Girolamo in Le conseguenze dell’amore CREDITS: Medusa Distribuzione

Seconda collaborazione per Sorrentino e Servillo, nonché primo grande successo della coppia. Difatti, il nome del film arrivò anche all’estero e in corsa per svariati premi, tra cui la Palma d’oro.

La storia di Le conseguenze dell’amore è quella di Titta di Girolamo, uomo visibilmente triste e solitario, che vive in un hotel in Svizzera, mantenendo pochi e sparuti contatti umani. Successivamente scopriamo che l’uomo è un contabile della mafia. Deve scontare una pena e si trova in una sorta di esilio forzato. Vive la sua vita in modo schematico, ripetendo le stesse azioni agli stessi orari.

È anche dipendente dall’eroina, che si somministra solamente una volta alla settimana. La rinascita di un sentimento d’amore nella sua vita innesca una serie di reazioni che portano a cambiamenti radicali.

Il film mostra ancora meglio il seme dello stile sorrentiniano, che sarà poi un marchio di fabbrica del regista napoletano. Il film ruota attorno al personaggio di Titta e non poteva richiedere interprete migliore.

Servillo entra perfettamente nell’apatia di un uomo che ha perso tutto e non riesce a trovare la felicità, incastrato in una situazione devastante. La parlata lenta, lo sguardo perso e il cinismo dilagante sono segni distintivi della sua prova attoriale. Servillo è totalmente credibile nella parte e non può che suscitare empatia nello spettatore.

3) La ragazza del lago, Andrea Molaioli (2007)

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Toni Servillo in La ragazza del lago di Andrea Molaioli. CREDITS: Medusa film

Dopo l’ormai conclamato successo anche sul set cinematografico, Servillo lavora con svariati registi, fra cui Andrea Molaioli, nell’ennesimo debutto registico segnato dall’attore partenopeo.

La ragazza del lago racconta la storia di un misterioso omicidio nei pressi dei laghi di Fusine in Friuli-Venezia Giulia. Il commissario Giovanni Sanzio (Servillo), da poco trasferito sulle montagne friulane, dovrà risolvere un caso che si fa sempre più complicato.

L’opera prima di Molaioli è un film decisamente diverso da quelli finora incontrati. La ragazza del lago è un film di puro genere, tratto dal romanzo norvegese Lo sguardo di uno sconosciuto di Karin Fossum. Si tratta del tipico giallo scandinavo, in cui Servillo entra con ben diversa enfasi rispetto alle prestazioni di cui spesso si è reso protagonista.

Una prestazione che ne dimostra la duttilità, ma al tempo stesso una riconoscibilità unica, che passa dal cinema autoriale a quello di genere con grande disinvoltura.

4) Il divo, Paolo Sorrentino (2008)

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Toni Servillo in una scena di Il divo. CREDITS: Lucky Red

Altro grande film e grande successo internazionale per la coppia. In questo caso il Festival di Cannes decise di valorizzare il regista assegnandoli il premio della giuria. Tantissimi altri premi riguardano la grandissima interpretazione di Servillo.

La storia ripercorre la vita e la carriera del politico Giulio Andreotti, soprannominato appunto Il divo dal giornalista Mino Pecorelli. Il focus riguarda gli anni tra il 1991 e il 1993, quando Andreotti fu sottoposto al Processo di Palermo per collusione con la mafia.

La grandezza di quest’opera è ben nota al pubblico, tanto che con gli anni ha raggiunto lo statuto di capolavoro. L’opera, infatti, non lesina sulla descrizione di personaggi mostruosi quanto affascinanti. La storia politica italiana viene magistralmente condensata in una narrazione spettacolare.

Il film non avrebbe di certo raggiunto questo status senza l’incredibile interpretazione di Toni Servillo. L’attore si trasforma in ogni aspetto. Cambia voce, accento, postura e atteggiamento per assumere le sembianze del politico italiano. Il suo lavoro sul personaggio è certosino e denota che nulla è lasciato al caso. Un altro grandissimo centro per Servillo in una della sue interpretazioni più alte, anche grazie al complesso personaggio affrontato.