Toni Servillo: 10 migliori interpretazioni del migliore attore italiano [LISTA]

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5) Gomorra, Matteo Garrone (2008)

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Toni Servillo in Gomorra. CREDITS: 01 Distribution

Nella trasposizione sul grande schermo di un libro spartiacque degli ultimi anni dell’editoria italiana Toni Servillo non poteva che essere la scelta migliore.

Gomorra ripercorre l’esperienza letteraria di Roberto Saviano in un film corale, splendidamente diretto da Matteo Garrone. Servillo ha perciò una parte decisamente minore rispetto a quelle di protagonista assoluto che ormai gli vengono costantemente assegnate, ma non per questo la sua maestria viene meno.

Nel relativamente poco tempo che passa in scena è subito estremamente naturale, magnetico e odioso nel ritratto di uomo di mafia che interpreta. Un’interpretazione che aiuterà al film a diventare un vero e proprio caso, esattamente come il libro pochi anni prima.

6) Una vita tranquilla, Claudio Cupellini (2010)

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Servillo in Una vita Tranquilla. CREDITS: 01 Distribution

Una vita tranquilla è sicuramente passato in sordina rispetto a molti altri titoli di questa classifica. Non per questo, però, il film di Cupellini non merita una menzione, specialmente per l’eccellente prova (ma ormai non c’è più da stupirsi) di Toni Servillo.

L’attore dimostra ancora una volta di saper accentrare a sé tutta l’attenzione, trascinando al successo molti film caricandosi sulle spalle il loro peso. Servillo interpreta nuovamente un personaggio napoletano, che vive in Germania in un esilio forzato dalla sua storia di pentito di mafia ritenuto morto.

L’arrivo del figlio da Napoli, a lungo abbandonato, innescherà una serie di conseguenze, fino a perdere il controllo della situazione.

L’attore partenopeo ritorna sul personaggio del mafioso lontano dalla terra d’origine, in una prestazione come sempre eccellente nella sua compostezza.

7) La grande bellezza, Paolo Sorrentino (2013)

Toni Servillo; La grande bellezza
Toni Servillo è Jep Gambardella in La grande bellezza CREDITS: Medusa Film

Alla quarta collaborazione con Toni Servillo, Paolo Sorrentino firma probabilmente il suo film manifesto, che segna l’esplosione della “moda Sorrentino”. A livello internazionale La grande bellezza ottiene un incasso stellare e raggiunge la fama Oltreoceano, confermata dalla vittoria dell’Oscar al migliore film straniero.

Il film racconta la vita di Jep Gambardella, scrittore e giornalista napoletano che, raggiunto il successo con un libro giovanile, si dedica pienamente alla vita mondana di Roma. Le sue giornate passano senza far nulla in grandi e splendide case della nobiltà romana. La variopinta gamma di personaggi ipocriti, disperati e patetici con cui si intrattiene sono la quintessenza della vuotezza delle sue giornate. Uno sguardo critico sulla sua situazione mette in moto un risveglio e una volontà di cambiamento.

Anche qui Servillo firma un altro grandissimo successo. Il suo personaggio è ormai storia. La tenerezza, la desolazione e il cinismo emanati da Gambardella sono proverbiali. Servillo entra perfettamente nelle movenze e nelle abitudini di un uomo a metà tra la disperazione e l’autocompiacimento. Solo un fuoriclasse poteva riuscire a cogliere le sfumature di un personaggio così affascinante e complesso.

8) Cinque è il numero perfetto, Igort (2019)

Cinque è il numero perfetto
Toni Servillo e Carlo Buccirosso in una scena di Cinque è il numero perfetto CREDITS: 01 Distribution

Cambiamo completamente genere per calarci in una storia differente nelle modalità di narrazione. Il fumettista Igort esordisce alla regia con questa storia di camorra e redenzione in chiave pulp. L’opera è chiaramente segnata dalla provenienza mediale dell’autore: il fumetto vi entra prepotentemente e rende la narrazione fresca e d’impatto.

In Cinque è il numero perfetto Toni Servillo è Peppino Lo Cicero, un sicario della Camorra in pensione. Il passato però torna prepotentemente a bussare alla sua porta. Suo figlio, che ha intrapreso lo stesso mestiere, rende orgoglioso Lo Cicero e gli permette di rivivere i passaggi della sua storia. Un evento drammatico causerà una guerra tra famiglie rivali e la sete di vendetta del sicario, che torna sulla propria strada.

L’atmosfera del film, cupa e drammatica, si rispecchia nel suo protagonista. Con un’applicazione prostetica di un finto naso, il personaggio assume una caratterizzazione grottesca. Servillo si dona completamente al progetto interpretando un uomo perduto e in cerca di redenzione. L’interpretazione è ben equilibrata e non sfocia mai nel patetismo. Spicca la potenza emotiva che l’attore riesce a trasmettere sullo schermo.

9) Qui rido io, Mario Martone (2021)

Toni Servillo; Qui rido io
Toni Servillo è Eduardo Scarpetta in Qui rido io CREDITS: 01 Distribution

Dopo molti anni, si riunisce la coppia Martone-Servillo. Il film è stato presentato e applaudito a Venezia e distribuito nelle nostre sale in autunno riscuotendo un discreto successo.

In Qui rido io si racconta la storia della famiglia Scarpetta-De Filippo. Protagonista assoluto è chiaramente Eduardo Scarpetta, capostipite della famiglia di attori più conosciuta e discussa di Napoli. Siamo agli inizi del ‘900 e gli spettacoli di Scarpetta sono all’apice del successo, grazie al personaggio di Felice Sciosciammocca, che ha soppiantato Pulcinella nella città partenopea.

Egli si districa tra il proprio lascito intellettuale e la gestione di una famiglia allargata tra mogli, amanti, figli legittimi e illegittimi. Tra questi ultimi, come sappiamo, ci sono i tre fratelli De Filippo. Un processo per plagio e il passaggio di testimone a suo nipote Vincenzo segnano la fine della parabola di Scarpetta, che riesce a “uscire di scena” con grande dignità.

Il film vive della grandezza di Toni Servillo. Egli interpreta un personaggio la cui ingombrante personalità si avverte in ogni gesto. La sua recitazione, sicuramente sopra le righe, come il personaggio che interpreta, sfrutta ogni parte del corpo. La presenza scenica di Servillo è magistrale in una perfetta commistione tra cinema e teatro, dove la linea che li separa sfuma fino a svanire.

10) È stata la mano di Dio, Paolo Sorrentino (2021)

è stata la mano di dio
Toni Servillo e Filippo Scotti in È stata la mano di Dio CREDITS: Netflix, Lucky Red

Ultima fatica di Paolo Sorrentino, presentata a Venezia nella scorsa edizione e applaudita da pubblico e critica. Al festival della laguna il film si è aggiudicato il Gran Premio della Giuria.

La storia, a forti tinte autobiografiche, è un racconto di formazione su un ragazzo nella Napoli degli anni ’80. Il protagonista, Fabietto Schisa, alter ego di Paolo Sorrentino, cresce con un sogno, quello di diventare regista cinematografico. Tra l’adorazione per Maradona e la scoperta della pulsione sessuale, Fabietto scopre il mondo e anche la parte più losca della sua città.

Un evento drammatico segna la sua crescita e catapulta brutalmente il ragazzo tra gli adulti. La speranza si riaccende nei suoi occhi quando conosce il regista Antonio Capuano, che gli lascerà un importante seppur enigmatico insegnamento.

Le figure principali per la vita di Fabietto sono indubbiamente i suoi genitori, interpretati da Toni Servillo e Teresa Saponangelo. Questi, con le loro ritualità e le loro spassose dinamiche, infondono al figlio il vero senso dell’amore. Toni Servillo riesce ancora fare centro per la forza affettiva e la sensibilità del suo personaggio.