C’è un signore del Galles, di nome James Howells, che al momento potrebbe essere milionario. Ma non lo è. Non lo è perché un hard drive contenente un codice chiave del peso di 32kb si trova disperso da qualche parte in una enorme discarica nella città di Newport. Ed è lì da otto anni: finora non è stato possibile recuperarlo.
La storia inizia, naturalmente, dove inizia la storia dei bitcoin, quella che tutti conosciamo. All’inizio la preziosa critpovaluta contava poco o nulla, e si trattava di fatto più che altro di una curiosità per geek ed appassionati di informatica. Come prevedere che, dieci anni dopo o poco più, un singolo bitcoin sarebbe potuto arrivare al valore di 44mila euro?
Forse non lo prevede neppure James Howells, un ingegnare informatico, quando inizia a fare “bitcoin mining” con il suo pc per il gaming e tramite un software gratuito per il download. Lasciando il suo computer acceso tutta la notte, Howells offre le prestazioni del suo pc alla rete dei bitcoin, la quale in cambio gli consente di avere un po’ della chiacchierata criptovaluta.
Il possessore può accedere al suo stash di beni virtuali con una chiave alfanumerica unica e specifica di 64 caratteri – proprio quella che andrà poi perduta nell’hard drive di cui sopra. Senza di essa oggi quei bitcoin esistono – e valgono un totale di 350 milioni di euro circa – ma nessuno li può toccare. Neppure lo stesso Howells.
Ecco come vanno le cose. Per fare bitcoin mining il laptop utilizzato da Howells si surriscalda e produce un rumore infernale per via della ventola. La sua compagna, Hafina, trova il rumore fastidioso e gli ingiunge di smetterla. Cosa che lui naturalmente fa: in fondo i bitcoin sono più un esperimento che altro e sembra non ci sia nulla da perdere.
Questo avviene nel 2009. Passa il tempo. Un giorno un incidente capitato a chiunque di noi: Howells rovescia della limonata sul suo laptop; è da buttare. Conserva gli hard drive e nel frattempo si compra un Mac. Tra i vecchi dati c’è anche la chiave d’accesso ai bitcoin: pensa di trasferirla, ma il software per l’accesso ai bitcoin non è (ovviamente) compatibile con il sistema Apple, per cui lascia perdere.
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