Michael Sheen dona i suoi introiti in beneficenza: “Sono un attore no profit”

Parlando con The Big Issue, Michael Sheen ha racconato di aver deciso di donare gran parte dei suoi guadagni in beneficenza

michael sheen, il maledetto united
Condividi l'articolo

Michael Sheen è sicuramente uno degli attori più amati della Gran Bretagna e del mondo. Protagonista di moltissime parti iconiche, l’artista ha da qualche tempo deciso di investire gran parte dei suoi guadagni in favore di cause che sente sue. Durante un’intervista con il sito inglese The Big Issue, si è definito un attore no-profit.

Negli ultimi anni ho capito che voglio essere una di quelle persone che aiutano gli altri come tante persone hanno aiutato me – dice Sheen. Non voglio essere solo qualcuno che si gode i frutti di ciò che gli altri hanno fatto e poi tira su il ponte levatoio e va, beh, sto bene, mi sono divertito. Sono nella fase della mia vita e della mia carriera in cui ho una finestra di opportunità che probabilmente non sarà mai più così buona. Sono in grado di dare opportunità alle persone, posso aprire le porte. Non voglio guardare indietro e pensare, avrei potuto fare qualcosa con quella popolarità. Avrei potuto fare qualcosa con quei soldi.

Fare The Passion nel 2011 [una produzione di 72 ore al National Theatre per le strade di Port Talbot] è stato un punto di svolta nella mia vita. Quel progetto ha coinvolto l’intera città ed è stato un grande risveglio per me. Ho conosciuto persone e organizzazioni nella mia città natale che non sapevo esistessero. Piccoli gruppi che stavano cercando di aiutare i giovani tutori, che avevano appena i fondi sufficienti per fare una piccola differenza nella vita di un bambino permettendogli di uscire una sera, o andare a giocare a bowling, guardare un film ed essere semplicemente un ragazzo.

Sono tornato tre o quattro mesi dopo e ho scoperto che i fondi erano spariti e che quell’organizzazione non esisteva più. Quella roba non fa notizia, ma fa un’enorme differenza nella vita dei bambini. Mi sono reso conto che la differenza tra una vita miglior o meno di quel bambino era in definitiva una piccola somma di finanziamento. E volevo aiutare quelle persone. Non volevo solo essere un mecenate o una voce di supporto, volevo davvero fare di più. È stato allora che ho pensato, ho bisogno di tornare a vivere di nuovo in Galles.

Andando avanti con l’intervista, la star di Il Maledetto United ha continuato spiegando che un altro punto di svolta della sua vita è stata la Homeless World Cup svoltasi a Cardiff nel 2019.

LEGGI ANCHE:  Passengers - Recensione

Mi ero impegnato ad aiutare a organizzarla e poi all’improvviso, con poco tempo da fare, non c’erano soldi. Dovevo prendere una decisione: potevo andarmene e la manifestazione non si sarebbe fatta. E tutte quelle persone di tutto il mondo che contavano di venire a fare questa esperienza straordinaria, forse un’esperienza che cambia la vita, non l’avrebbero potuta fare. Ho pensato, non lascerò che accada.

Quindi ho investito tutti i miei soldi affinchè potesse avvenire. Avevo una casa in America e una casa qui e le ho vendute, ho fatto tutto il necessario. É stato spaventoso e incredibilmente stressante. E lo pagherò per molto tempo. Ma quando ho finito e ho capito che potevo fare questo genere di cose e che, se riesco a continuare a guadagnare soldi, non mi rovinerà. C’era qualcosa di abbastanza liberatorio nel mettere grandi quantità di denaro in questo o in quello, perché sarò in grado di guadagnarmelo di nuovo. In sostanza mi sono trasformato in un’impresa sociale, un attore no profit

Un grande insegnamento del grande Michael Scheen!

LEGGI ANCHE:  Passengers - Recensione