Dopo il disastroso Suicide Squad del 2016, tutti aspettavamo al varco James Gunn e il suo battesimo in casa DC Comics. Il suo The Suicide Squad – Missione Suicidasembra essere uno dei suoi migliori film, e tra i migliori esempi del cinecomic contemporaneo. Considerando le premesse di un film che fu fallimentare, la sua operazione è praticamente miracolosa.
D’altronde da un genio eccentrico e amabilmente contraddittorio come quello di James Gunn non potevamo che aspettarci l’incredibile rinascita della squadra più folle e policroma di super-cattivi. Così, nella doppia ricorrenza del suo compleanno e dell’uscita di Missione Suicida, riscoprire la filmografia di James Gunn significa tornare alle radici di un cineasta che affronta le sfide dell’industria con il suo personalissimo modo di pensare il cinema.
4) Super – Attento Crimine!!! (2010)
Super – Attento Crimine!!! è praticamente, per James Gunn, l’anello mancante. La congiunzione impossibile, l’elemento di raccordo indispensabile, tra Tromaville e il Marvel Cinematic Universe. I supereroi erano inscritti nel destino del cineasta, sin dagli anni delle produzioni firmate Troma. Il Vendicatore Tossico è uno dei primi compagni di James Gunn, protagonista di un vero e proprio franchise che ribalta l’aura mitica del supereroe per inquadrarlo nell’estetica, tutta sangue e sesso, della Troma.
Gunn aveva quindi familiarità con l’argomento, pur avendolo trattato in un modo assolutamente non convenzionale. Prima di approdare al grande intrattenimento di massa, doveva quindi modulare lo schema, smussandone i lati più estremi. Entra qui in gioco Super, in cui Frank Darbo diventa un giustiziere del crimine per vocazione divina. Niente spettacolarità; piuttosto la volontà di dipingere un mondo in rovina, una lenta putrefazione come quella che aveva trasformato Melvin Ferd nel Toxic Avenger.
La comicità irriverente, violenta e totalmente sfacciata serve a catalizzare il surrealismo, in una commedia completamente sregolata simbolo di una realtà al rovescio. James Gunn non è disposto a scendere ad alcun compromesso con l’eccesso, trasformando l’esperienza con Troma in un modus operandi.
3) Slither (2006)
Body horror di matrice cronenberghiana, che addirittura guarda indietro fino a L’invasione degli ultra corpi, Slither è uno snodo fondamentale nella carriera di James Gunn. Ovvio insuccesso al botteghino, negli anni è diventato un film di culto per gli amanti dei B Movies. Alla prima esperienza fuori dalla scuderia Troma Entertainment, Gunn dimostra infatti di aver appreso la lezione del cinema di genere. Genialmente, riuscendola anche a declinare secondo il suo personalissimo punto di vista al servizio di una major quale Universal.
Ai sottotesti politici di Cronenberg, James Gunn sostituisce infatti un tripudio di non-sense e politicamente scorretto, che ancora oggi è una cifra fondamentale del suo cinema. I toni del film sfiorano a tratti quelli di una commedia del grottesco, passando attraverso continue allusioni alla dimensione erotica dell’invasione dei parassiti alieni. Un’eredità che proviene, ancora, dagli anni tromesi, in cui Gunn ha potuto elaborare i tratti più tipici della produzioni a basso budget. Le ha quindi inglobate in un linguaggio duttile, che è stato capace di arrivare fino al grande pubblico.
2) Tromeo and Juliet (1996)
Nonostante non risulti accreditato, questo film non può che essere considerato il punto di partenza della carriera cinematografica di James Gunn. Al fianco di Lloyd Kaufman, fondatore di Troma per il quale scrive il trattamento di Terror Firmer, ha dato vita a questa rivisitazione di Romeo e Giulietta in cui un erotismo mai latente e tanto sangue fanno da padroni all’originale shakespeariano.
Il copione dell’opera viene rispettato in maniera estremamente aderente: questo accentua ancora maggiormente l’effetto dell’intrusione di dialoghi demenziali operata da Gunn e Kaufman. L’irriverenza degli autori ha reso un cult Tromeo and Juliet, consegnandolo alla leggenda quale uno dei lavori chiave della casa di produzione “più folle del mondo”, come fu definita dalla rivista Nocturno.
Negli anni di Troma va quindi ricercato l’origine del magma creativo di James Gunn. Per Kaufman dirige infatti anche The Tromaville Café e Troma’s Edge TV, che rivisitano la mitologia tromese fatta di supereroi (quasi vent’anni prima dei Guardiani della Galassia) e commedianti sotto la luce del più irriverente politically incorrect.
1) Guardiani della galassia – Vol.1 & Vol.2 (2014, 2017)
L’esordio di James Gunn nell’MCU resta, ad oggi, una delle vette insuperate di quanto abbia mai offerto casa Marvel. Una delle saghe supereroistiche più amate di sempre non è però solo uno dei migliori esempi di cinecomic: è anche un dittico fantascientifico di assoluto rispetto.
In effetti l’esperimento fumettistico di James Gunn, che ha un opinione ambivalente dei film di supereroi, non poteva che avvenire in un contesto assolutamente sui generis. I Guardiani della Galassia sono una banda di idioti, un gruppo di moderni freaks: chi potevano essere, se non loro, gli eletti per l’operazione supereroistica di James Gunn? I nostri vengono imbarcati in una space opera che segue, onorandoli, i crismi del genere. Dalla messa in scena alla forma delle sceneggiatura, siamo a tutti gli effetti di fronte ad una folle epopea sci-fi.
A partire dal soggetto in sé, però, ritroviamo anche il James Gunn cineasta di genere. Si snoda così una fibra autoriale che rende i due volumi dei Guardiani della galassia la punta di diamante del Marvel Cinematic Universe. Di più, una dimostrazione lampante di come il grande intrattenimento non debba assolutamente scendere a compromessi con il grande cinema. Forse però questo non sarebbe stato possibile senza l’anarchia creativa di James Gunn, ad un tempo caotica e ordinata.