I Simpson: Hank Azaria si scusa per aver interpretato Apu

Apu
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L’interprete di Apu Nahasapeemapetilon ne I Simpson si scusa per il contributo al “razzismo strutturale” del personaggio

“C’è una parte di me che vorrebbe andare da ogni singola persona indiana di questo paese e scusarsi“. Lo dice Hank Azaria, voce storica di Apu Nahasapeemapetilon, uno dei personaggi secondari ma “principali” de I Simpson fin dagli anni ’90. Apu è il gestore del Jet Market (Kwik-E-Mart), negozio frequentatissimo da Homer Simpson.

Pur essendo principalmente un personaggio di sfondo Apu viene ripetutamente coinvolto nelle vicende della famiglia dei gialli, divenendo di fatto co-protagonista di diversi episodi. Per esempio, i Simpson sono partecipi del suo matrimonio con la moglie Manjula e testimoni della nascita della sua numerosissima prole.

In un episodio Homer finisce col far licenziare Apu dalla catena Kwik-E-Mart, risolvendosi ad ospitarlo a casa sua per senso di colpa e poi a farlo riassumere. In un altro, particolarmente significativo, Apu si ritrova al centro di una polemica che vorrebbe cacciare gli immigrati clandestini da Spingfield. I Simpson lo difendono.

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Si tratta insomma di un personaggio ricorrente e per certi versi amato. Motivo di più per il quale Azaria sente il bisogno di scusarsi per la sua interpretazione, sia in quanto bianco sia per la perpetuazione di stereotipi legati alle persone di etnia indiana residenti in America. “Ho avuto un appuntamento con il destino per questa cosa per 31 anni”, dice l’attore.

Mi scuso per la mia parte nell’aver creato e partecipato a questo” prosegue nel podcast di Monica Padman, anche lei indiana-americana come Apu. Che, infatti, è la prima a ricevere le scuse di Azaria: “So che non lo stavi chiedendo, ma è importante”. La polemica sulla caratterizzazione del personaggio si trascina dal 2017 e trova posto nel moderno panorama Cancel Culture.

In particolare, il discorso si inserisce nell’ormai affermata prassi che vuole un personaggio di una certa etnia doppiato da un attore della medesima etnia, oppure un personaggio gay interpretato da una persona gay e così via. “Se è un personaggio indiano, latino o nero, lasciamo che sia quella persona ad interpretarlo, è più autentico”, dice Azaria.

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Fonte: New Musical Express