I 10 Videogiochi più difficili di Sempre secondo la Scimmia [LISTA]

Abbiamo deciso di stilare la classifica di quelli che per noi sono i 10 Videogiochi più difficili di Sempre. Ecco il risultato

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7) Mega Man, Capcom, NES 1987

A cura di Andrea Campana

Mega Man è un videogioco action/platform del 1987, sviluppato da Capcom per Nintendo Entertainment System. Diventa presto un super-classico del genere, dando il via ad una serie di successo con numerosi sequel e spin-off. Data l’epoca la trama e la struttura del gioco sono molto semplici, visto che lo scopo principale rimane sempre e comunque quello di superare le varie sfide poste dai livelli. In un futuro imprecisato, i robot diffusi ormai ovunque per usi domestici e industriali si ribellano contro l’umanità, iniziando ad attaccare le persone inermi.

Il creatore dei robot, il Dr. Light, scopre che si tratta di un sabotaggio messo in atto dal suo rivale, il Dr. Wily. Decide quindi di far intervenire il suo robot aiutante personale, convertendolo in una letterale macchina da guerra e trasformandolo in Mega Man. Una volta convertito, il robot protagonista deve affrontare sei lunghi livelli, ognuno con un tema specifico, scegliendoli nell’ordine di preferenza e giungendo fino al boss finale di turno.

I sei boss di fine livello sono tutti robot potentissimi, senza comprendere il Dr. Wily, boss di fine gioco, che naturalmente metterà alla prova il giocatore come non mai. La vera difficoltà del gameplay però sta nello scorrimento dei livelli stessi, i quali comprendono un numero pressoché infinito di ostacoli. Pur avendo il giocatore a disposizione power-up e potenziamenti (se ne ottiene uno permanente sconfitto ogni mini-boss), bastano davvero pochi errori da niente per portare al game over. Ma siamo appena all’inizio.

Ognuno dei sei mini-boss è particolarmente vulnerabile ad un power-up ottenibile solo da un altro dei sei e naturalmente il giocatore all’inizio non sa quale. Ciò comporta che, se pur la scelta del livello possa essere preferenziale, per incontrare minor difficoltà gli stage andrebbero affrontati secondo una sequenza precisa. L’ultimo micidiale livello, poi, il settimo, rappresenta la sfida suprema. Si tratta di una combinazione di quattro degli stage regolari, ciascuno dei quali con un nuovo boss almeno, che vanno attraversati tutti di fila.

Per finire Mega Man, prima di affrontare il Dr. Wily, dovrà vedersela di nuovo con tutti e sei i boss di fine livello già precedentemente sconfitti, affacciandosi solo poi alla sfida finale con il villain del gioco. Una difficoltà estrema, che va affrontata con pura prontezza di riflessi e sveltezza delle dita sui tasti.

6) Battletoads, Rare, 1991

A cura di Claudio Faccendi

Di chiara ispirazione alle famigerate Tartarughe Ninja (cosa apertamente dichiarata dal team di sviluppo), che ai tempi erano nelle case di ogni bambino del mondo, Battletoads venne creato dai geni della Rare con idee di gameplay totalmente fuori di testa. Al posto di tartarughe antropomorfe troveremo degli atletici ranocchi, al posto di April una principessa e come mentore non ci sarà un maestro di arti marziali ma un geniale dottore. Ma perché quindi è un tassello così importante nella storia dei videogiochi?

Uscito nel 1991, il capostipite si contraddistinse per le tante soluzioni di gameplay uniche. Per tutta la saga troveremo infatti oggetti raccolti dai nemici da utilizzare come arma, mezzi di trasporto di ogni tipo e sezioni platform al limite dell’umana comprensione. Un gameplay tanto vario quanto ostico che non lascia spazio a errori di nessun tipo. Alcune sezioni hanno addirittura bisogno di una pianificazione ben studiata per essere portate a termine a fronte di decine e decine di tentativi. Questo donò a Rare una notevole fama che portò lo studio a una lunga serie di successi.

Sicuramente uno dei titoli più in voga per gli appassionati di retrogaming e una sfida sempre attuale per ogni giocatore in cerca di giochi che mettono alla prova riflessi e nervi. Nel 2020 è uscito un nuovo titolo che prova a ridare una nuova partenza alla saga ma che ha deluso le alte aspettative dei fan della serie (orientandosi verso un bacino di utenza più infantile). Il gameplay risulta buono ma molto diluito tra una sezione e l’altra andando a perdere la freneticità dei vecchi titoli e, di conseguenza, anche l’altissima difficoltà pur mantenendo l’inserimento di diversi stili di gameplay.

5) Contra III: The Alien Wars, Konami, SNES 1992

A cura di Andrea Campana

Tra tutti i videogiochi della saga di Contra, Alien Wars è uno di quelli rimasti più noti non solo per l’estrema difficoltà ma anche grazie alle innovazioni grafiche rispetto ai titoli precedenti. Elementi che ne fanno un’ottimo aggiornamento della tradizione arcade anni ’80 nel contesto videoludico evoluto degli anni ’90.

I protagonisti del gioco sono sempre i militari Bill Rizer e Lance Bean, i G.I. Joe della situazione, che ad armi spianate devono muoversi attraverso un ambiente side-scrolling pieno di nemici: alieni, che tanto per cambiare stanno invadendo il nostro pianeta. La difficoltà, come in molti videogiochi dell’epoca, è data dall’estrema vulnerabilità dei protagonisti: a toccare un nemico, si perde una vita; a venir colpiti da un proiettile, si perde una vita; a cascare in una buca, si perde una vita. E così via.

Dato che in partenza le vite sono tre, si può ben comprendere quali estremi ostacoli il player deve affrontare nel farsi largo faticosamente attraverso i sei stage di gioco. Certo, intervengono sempre power-up e potenziamenti; vite extra possono essere raccolte e se conservate con estrema attenzione possono rendere la marcia verso il boss finale meno traumatica. Ma la sfida rimane accesa, soprattutto nei due stage, su sei, presentati con una prospettiva dall’alto. Una delle caratteristiche più note del gioco, che tuttavia non rendono certo la vita facile ai due coraggiosi militari e a chi ne muove “i fili”.

Anche se il gioco è relativamente breve, persino per gli standard dell’epoca, nonché non poco stereotipato nella sua ispirazione da film di serie B, rimane ancora un super-classico. Un esemplare caratteristico dell’arcade più puro, che gli sviluppatori di oggi non riuscirebbero a ricreare con tanta spontaneità neanche provandoci per decenni.

4) Mushihimesama, Cave, 2004

A cura di Simone Pedullà

Quando si parla di videogiochi difficili è naturale pensare agli shoot’em up. Un tempo dominavano le sale giochi, a partire dal capostipite Space Invaders. Oggi invece sono apprezzati perlopiù da una nicchia di appassionati, ma nel tempo sono nate tante ramificazioni. Una delle più clamorosamente difficili è quella dei “bullethell” o “manicshooter”, di cui Mushihimesama è uno dei massimi esponenti.

Sviluppato da Cave nel 2004, il gioco si presenta apparentemente innocuo: colori vivaci, grafica 2D curata con vista dall’alto e come protagonista una deliziosa ragazza. L’innocenza però dura per pochi secondi. Stormi di insetti giganti iniziano subito a vomitare una quantità inaudita di proiettili violacei verso il giocatore. Il tutto a velocità piuttosto sostenuta. Ad ogni fine livello, immancabilmente, un insetto ancora più enorme e cattivo come boss. Schivare le raffiche senza fine è già un risultato di cui andare soddisfatti, serve però anche raccogliere i bonus che gli insettacci lasciano cadere e, come se non bastasse, cercare di mantenere alti i moltiplicatori di punteggio.

L’Ultra mode, in particolare, richiede coordinazione/occhio mano fuori dal comune, riflessi fulminei e capacità di memorizzare ogni nemico e ogni posizionamento dall’inizio alla fine. Tutto questo semplicemente per portare il gioco a termine, per ottenere anche l’high score serve andare oltre la dedizione. Mushihimesama deve diventare religione.
Il gioco è stato convertito per PS2 e Xbox 360, ma commercializzato solo in Giappone. Fortunatamente per i più masochisti di voi, esiste una recente versione PC accessibile anche per l’occidente.

Per chi fosse curioso, Mushihimesama è in buona compagnia nell’olimpo degli shoot’em up più difficili. Gli sviluppatori di Cave, infatti, hanno prodotto altri bullethell degni di entrare negli incubi dei videogiocatori: DangunFeveron, la serie Donpachi, Ibara, Espgaluda 2. Insomma, la scelta per mettersi duramente alla prova non manca. Buon inferno di proiettili.