A. I. Rising, la Recensione del film erotico di fantascienza con Stoya

Fantascienza dall'alto tasso erotico, una piccola perla del cinema di genere.

a. i. rising recensione stoya
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L’erotismo in ogni sua forma nello spazio, durante una missione fondamentale che però passa in secondo piano. A. I. Rising è una piccola perla del cinema serbo che sfrutta il genere fantascientifico per andare oltre e scavare nelle pulsioni umane. Un film passato troppo velocemente in sordina e che mostra come anche uno sci-fi low budget possa comunque dire la sua.

A. I. Rising, la Trama

Siamo sulla Terra, nel 2048. Milutin è un astronauta alla soglia dei quarant’anni che dopo tante missioni e addestramenti vari si propone per una missione a dir poco rischiosa: arrivare su Alpha Centauri. Tuttavia, la Ederlezi Corporation nota alcune problematiche psicologiche in Milutin, al punto che deciderà di affiancargli un androide dotato di intelligenza artificiale, Nimani, per accompagnarlo in questo pericoloso viaggio.

A. I. Rising, la Recensione

Appare ormai emblematico come la fantascienza sia un genere pregno di filosofia. Basti pensare al Sunshine di Danny Boyle ma anche a molti altri titoli est europei come Solaris e Stalker. Pur non elevandosi al pari di questi due titoli, A. I. Rising riesce a trovare un posto di tutto rispetto in un’ideale classifica.

Le scelte del regista Lazar Bordoza si soffermano sul protagonista, un bravo Sebastian Cavazza, abile nel mostrare perfettamente l’evoluzione del suo personaggio. Milutin vive con un mostro sulle spalle, un trauma che tenta di reprimere in ogni modo e che l’ha trasformato nel più classico dei narcisisti disillusi. È una bestia solitaria che non vuole avere nulla a che fare con il sesso femminile.

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Un rapporto conflittuale che l’ha portato a non avere più nulla da perdere, se non una triste vita che quasi non vorrebbe vivere. Ecco dunque che la missione acquisisce tutt’altra valenza, quello di uno sfondo pretestuoso per raccontare ciò che al regista interessa di più: il rapporto umano.

Ammiccando ad una perla come Ex Machina, A. I. Rising non si sofferma molto sulle questioni etiche, tanto care al genere quando si parla di intelligenza artificiale. Piuttosto guarda ad essa come uno strumento migliorativo per l’uomo e la sua psiche. Il rapporto tra Nimani e Milutin compie un processo molto particolare, dove la morbosità è solamente iniziale.

Nimani, interpretata da una perfetta Stoya, qui in un ruolo non pornografico, è progettata per assecondare ogni bisogno del protagonista. Un mero strumento funzionale a ripristinare un sano rapporto tra il genere femminile e Milutin. Da qui, si scatena un paradosso perfettamente messo in scena grazie ai due affiatati protagonisti.

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La morbosità di cui sopra inizia a scemare con l’andare del tempo, viaggiando in parallelo con una presa di coscienza progressiva di Milutin ed un cambiamento (forzato) della stessa Nimani. Ed è qui che si trova la potenza di A. I. Rising.

L’oggettificazione della donna viene raccontata con una chiave di lettura ben lontana da quella maschilista a cui siamo sfortunatamente abituati. La cultura machista stereotipata viene smontata passo passo, anche attraverso le immancabili scene di sesso tra i due protagonisti. Fino ad una sorta di espiazione finale, un estremo sacrificio che regala un tocco di romanticismo al film.

Sostenuto da un comparto sonoro di tutto rispetto e firmato dai LP Duo, A. I. Rising è un film essenziale e ben orchestrato nella sua messa in scena. Un film fatto di sguardi, che si prende i suoi tempi per raccontare l’evoluzione dei personaggi e del loro rapporto che viaggia in direzioni opposte. Un vero must per gli amanti della fantascienza dall’alto tasso erotico, un film molto particolare da vedere.

Il Cast

Sebastian Cavazza: Milutin

Stoya: Nimani

A. I. Rising, il Trailer

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