Beastars, il manga che ha conquistato Netflix | Recensione

Beastars è il manga edito da Panini Comics, da cui è stato tratto l'anime appena arrivato su Netflix

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BEASTARS © Paru Itagaki 2017 (AKITASHOTEN JAPAN)
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Ha debuttato su Netflix il bell’anime Beastars, tratto dal manga omonimo firmato da Paru Itagaki ed edito in Italia da Panini Comics, che ha pubblicato i primi tredici volumi dell’opera (ordina qui il primo volume!).

Beastars: recensione della serie Netflix

Lo shonen manga – dunque un manga che, per intenti, è indirizzato notoriamente ad un pubblico più prettamente maschile – ha vinto in Giappone diversi premi sin dal suo lancio, nell’ormai lontano 2018. Beastars ha vinto anche il Taisho Award per il miglior manga, anche grazie alle tematiche che Paru Itagaki ha deciso di affrontare.

Beastars, la trama

Nell’istituto Cherryton, in un mondo non poi così diverso dal nostro, studiano dei giovani animali dall’aspetto antropomorfo. Lo studentato è diviso per non correre il rischio di incidenti tra animali erbivori e carnivori, oltre che per salvaguardare la sicurezza degli animali di taglia più piccola.

Una notte, però, l’alpaca Tem, giovane promessa del club di teatro, viene divorato, presumibilmente da un carnivoro. La notizia scuote gli animi degli studenti, soprattutto degli erbivori che cominciano a guardare con sospetto i propri compagni, dando voce ad una sorta di razzismo preesistente ma sempre taciuto per amore dello status quo.

Rattristato dalla morte dell’amico, il lupo grigio Legoshi, anche lui del club teatrale, cerca di andare avanti con la sua vita, accettando nuove responsabilità dategli dal presidente del club, il cervo rosso Louis, che mira alla nomina di Beastars. Titolo che rappresenta una sorta di rappresentante di istituto, una persona in grado cioè di far combaciare la propria popolarità con un peso nelle scelte inerenti gli studenti e la vita condivisa. Ed è proprio durante uno dei “favori” che Legoshi accetta di fare a Louis, che il lupo grigio si imbatte in Haru, coniglietta nana, che metterà il lupo davanti a sé stesso.

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BEASTARS © Paru Itagaki 2017 (AKITASHOTEN JAPAN)

Una storia di paura e pregiudizi

Beastars è uno shonen manga che, sotto la trama ambientata in un collegio pieno di studenti adolescenti, nasconde un cuore profondo e attento ai molti mali che affliggono le generazioni più giovani della nostra epoca: il bullismo e il razzismo.

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Nel primo volume, infatti, il lettore assiste ad una serie di scene, tutt’altro che piacevoli, in cui vengono perpetrati ignobili atti di bullismo nei confronti di studenti ritenuti diversi o colpevoli per il proprio aspetto. Il personaggio che più di tutti rappresenta questo tema è Haru.

A causa della sua fisionomia, la ragazza viene vista sempre come la tradizionale donzella in difficoltà, un essere fatto di paure e fragilità che ogni uomo si sente in diritto di dover proteggere. Ma Haru non è così, non è una svenevole creatura in attesa del principe azzurro. È in realtà un essere umano (o animale, in questo caso) che vuole essere conosciuta e non solo vista. Che vuole che si sveli ciò che si cela dietro quel suo aspetto soffice e vulnerabile. E non è dunque un caso se Itagaki ha scelto di affidare a lei le parti più apertamente legate al bullismo.

Legoshi, invece, che deve il suo nome all’attore Bela Lugosi, è un lupo grigio dal cuore buono e l’animo gentile. Quando il suo amico Tem muore il suo primo pensiero è quello di completare quelle azioni che l’alpaca non aveva avuto modo di completare. Tuttavia il suo cuore gentile viene spesso celato dai suoi artigli e dalle sue zanne, dal suo apparire costantemente un predatore in attesa della prossima dose di sangue. Una situazione che lo costringe quasi ad essere un bersaglio per i pregiudizi, un ricettacolo di cattivi pensieri e crudeltà sussurrate a voce non così bassa da rimanere inascoltata.

In bilico tra le sue due nature, Legoshi rappresenta sì il bersaglio delle malelingue, ma è anche la perfetta rappresentazione di un adolescente in fieri, una creatura in divenire, che deve decidere da che parte stare. Se da quella del cuore o da quella degli istinti.

Nello scegliere di fare dei suoi due protagonisti due portavoce di due mali tanto importanti, Paru Itagaki ha pennellato due personaggi che sono perfettamente a fuoco, ben calibrati, con una profondità naturale che quasi impone al lettore uno stato di completa e costante empatia, che fa sì che la lettura scorra via come il proverbiale bicchiere d’acqua e metta radici non solo nell’immaginazione, ma anche nella coscienza.

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BEASTARS © Paru Itagaki 2017 (AKITASHOTEN JAPAN)

Il razzismo spiegato ai giovani

Il vero cuore pulsante di Beastars, tuttavia, è da ricercare nella rappresentazione del razzismo. Il modo che Itagaki ha scelto di mettere in atto è quello di contrapporre due mondi che non potrebbero essere più diversi: quello degli erbivori e quello dei carnivori.

E se questo tema era già stato trattato nel film d’animazione Zootropolis di casa Disney, con Beastars il razzismo viene dipinto non con le note edulcoranti e un po’ buoniste che sono il marchio di fabbrica della nota casa di produzione cinematografica. A farla da padrone, invece, è un sentimento di serpeggiante paura, un incubo costante che non viene subito definito a voce alta, ma che si sussurra di nascosto, come un incantesimo cattivo da cui bisogna proteggersi.

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BEASTARS © Paru Itagaki 2017 (AKITASHOTEN JAPAN)

Nella sua giostra di crudeltà e paure, di pregiudizi e ambizioni, Beastars racconta di due mondi che sembravano aver imparato a coesistere, creando una sorta di agognata utopia, ma che sono destinati invece ad andare in pezzi davanti al primo problema che sorge, trasportando indietro ogni sintomo di evoluzione.

E tra questi due poli è proprio Legoshi a rappresentare il volto cangiante di un sistema che, dopotutto, non sembra poi così preparato ad abbandonare archetipi e stereotipi.

Grazie ad uno stile di disegno minuzioso ma anche decisamente evocativo, Beastars si presenta immediatamente come una pietra miliare che non dovrebbe mancare nelle librerie degli appassionati del genere, ma non solo. Se è vero il motto per cui gli animali sono migliori degli esseri umani, può definirsi corretta l’asserzione secondo la quale l’uomo può rispecchiare se stesso e i propri difetti nei volto antropomorfi dei personaggi di questo manga assolutamente splendido. Se volete immergervi subito nella lettura, potrete ordinare qui il primo volume.

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