Vent’anni di Flat Eric

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Uno dei simboli di fine anni ’90: il pupazzo Flat Eric.

Bisogna avere, ormai, una certa età per ricordarsi di questo personaggio: Flat Eric, pupazzo giallo che nella primavera del 1999 invase le televisioni. Protagonista di una serie di spot tv che pubblicizzavano la marca di jeans Levi’s, superò ben presto la notorietà per lui prevista. Ancora oggi, chi era nell’età giusta alla fine degli anni ’90, non può non associare il personaggio, con una certa nostalgia, a tempi di beata ignoranza commerciale e videomusicale, rimpiangendone nel contempo la semplicità e anche la carica grottesca.

Flat Eric, come personaggio, era stato creato dal musicista Mr. Oizo (Quentin Dupieux) inizialmente con il nome di Stéphane, comparendo in diversi video del dj. La Levi’s vide nel pupazzo un’opportunità per una buona campagna pubblicitaria, e sborsò milioni di franchi per far dirigere a Dupieux i succitati spot. Il personaggio venne reinventato con il nome più internazionale di Eric. Il nome flat (piatto) è dovuto ad un’idea iniziale, poi non sfruttata, secondo la quale la testa di Eric doveva venir schiacciata dalle ruote di un’auto in corsa.

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Un pupazzo nella storia della musica

Culmine dell’intera operazione fu la canzone (con video allegato) Flat Beat, vero e proprio successo discografico che lanciò la carriera di Mr. Oizo e rese Flat Eric una delle figure più riconoscibili della musica di fine millennio. Grazie al successo, nell’ottobre del 1999 Mr. Oizo poté lanciarsi con decisione nella musica elettronica internazionale: il suo primo album, Analog Worms Attack, conteneva come bonus track proprio Flat Beat. Nel frattempo, Flat Eric ha continuato a comparire qua e là in spot e programmi televisivi, tra i quali la versione originale di The Office sulla BBC. Persino, è divenuto un personaggio sbloccabile nel videogioco del 2014 Crossy Road.

Dopo tutti questi anni, Flat Eric, proprio in virtù della propria appariscenza cartoonistica, è rimasto un simbolo. Un simbolo di un certo modo di fare musica, legato a doppio filo alle esigenze commerciali. Ma non solo: il grado di “ignoranza” insito nei contenuti delle sue apparizioni, e nella canzone Flat Beat, ci ricorda un’epoca che oggi rimpiangiamo, nella quale potevamo ancora entusiasmarci per una cosa tanto semplice, e pure dai fini tanto pragmatici. In tanti ci hanno provato, poi, ma bisogna dirlo, e con rammarico: non ci sarà mai più un Flat Eric.

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