Shining – Le recensioni originali che stroncarono il film nell’80

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Peggior Regista a Stanley Kubrick e Peggior Attrice non Protagonista a Shelley Duvall, questi due dei cinque riconoscimenti che ricevette nel 1981 il capolavoro dell’horror Shining. Solo i Saturn Award quell’anno riconobbero il valore della pellicola e la premiarono. l‘Empire, New York Times e Boston Globe esaltarono il film, molti altri si pronunciarono con critiche davvero deluse.

Secondo il Chicago Tribune il film fu una vera delusione. Jack Nicholson sembrava la parodia di sè stesso e Kubrick non era riuscito a dare neanche un brivido di terrore.
E nonostante il New York Times avesse lodato l’interpretazione di Nicholson e l’efficacia della location dell’Overlook Hotel per il genere, per mezzo della penna di Janet Maslin stroncarono le capacità di far horror del cineasta sostenendo non riuscisse a creare immagini terrificanti di rilievo.
Variety scrisse che più Nicholson diventava matto più sembrava un idiota e Shelley Duvall invece sembrava una smorfiosa semi-ritardata isterica.
Dave Kehr, per il Chicago Reader, scrisse che l’immaginario di Kubrick era banale per sostenere l’interesse, anche a colpa delle luci e delle simmetrie compulsive tipiche della sua regia.
Jay Scott del The Globe and Mail di Toronto, un po’ in controtendenza, disse che Nicholson fu l’unica nota valida dell’opera, mentre per il resto Kubrick aveva fatto un dimenticabile pasticcio su vari livelli e il regista aveva sbagliato di molto la prova.
Anche per il Guardian, il film aveva tradito lo spirito del film, la prova di Nicholson suscitava molte più risate che spaventi e i colpi di scena finale erano illogici.
Un altro tema ricorrente di molte critiche fu la lentezza del film.

Un altro che proprio non apprezzò il lavoro di Kubrick fu, in anni più recenti, Stephen King, l’autore del libro che ispirò il film. Secondo lo scrittore il film non rispecchiava assolutamente la sua opera. La definì fredda e distaccata, proprio come il suo libro non era. Per King Shining doveva coinvolgere lo spettatore, farlo entrare nella storia, mentre Kubrick guardava ai personaggi come fossero formiche in un formicaio. Jack Nicholson anzichè entrare nel personaggio sembrava un biker anni ’60. Shelley Duvall invece portò in scena un personaggio misogino e stupido.

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