Lontano da qui: tra poesia, ossessione e indifferenza – La recensione

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Lontano da qui (The Kindergarten Teacher) è stato il film sorpresa dell’ultimo Sundance Film Festival, diretto dalla regista italoamericana Sara Colangelo e remake dell’omonimo film israeliano di Nadav Lapid.

Lisa Spinelli (Maggie Gyllenhaal) insegna da circa vent’anni nell’asilo nido del suo quartiere, nei pressi di New York. È nel bel mezzo di una vera e propria crisi di mezza età: il marito è un uomo premuroso ma emotivamente distante, che non sembra provare molto interesse per i sogni e le necessità di sua moglie. I due figli sono ormai grandi, frequentano il college e prendono ottimi voti, ma nonostante ciò, Lisa sembra non essere completamente fiera di loro.

Trova insopportabile la mancanza di curiosità nelle nuove generazioni, ed è amareggiata dall’assenza di valori e poesia nel mondo moderno.

La maggior parte dei giovani d’oggi è focalizzata solamente sull’apparenza e sui risultati: massima resa, minimo sforzo. Il tempo restante lo si passa sui social, cercando di attirare l’attenzione altrui piuttosto che imparare cose utili per il proprio futuro. Lisa sa benissimo che questa crociata non può essere vinta, e cerca conforto iscrivendosi ad un corso serale di poesia.

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Lontano da qui

Nonostante sia la sua vera grande passione, capisce di non possedere molto talento nel comporre poesie; ma frequentare quell’ambiente positivo e stimolante allieta il grigiore della propria quotidianità. Un pomeriggio come tanti, un bambino di cinque anni e mezzo di nome Jimmy recita questa fantastica poesia:

“Anna è bella. Bella abbastanza per me. Il sole colpisce la sua casa gialla. È quasi un segno di Dio”.

Lisa intuisce subito di aver assistito a qualcosa di straordinario. Creare una poesia di tale difficoltà (per un bambino di quell’età) è tipico solo dei grandi scrittori della storia. Da quel giorno Jimmy rappresenterà per la sua insegnante un tornado in grado di mettere sottosopra la propria esistenza, e di dissipare le nubi della mediocrità. Come spesso accade quando si trova qualcosa di così puro, fragile e raro, Lisa vuole sempre di più, e inizia ad essere ossessionata dal talento di questo bambino prodigio.

Lontano da qui

Lisa cercherà tramite Jimmy di realizzare i propri sogni e aspirazioni, ed è pronta a tutto, anche compiere azioni drastiche e al limite della follia.

Comincerà a trattarlo come il figlio che avrebbe sempre voluto, cercando di proteggerlo dalla cattiva influenza della babysitter e dall’indifferenza di un padre assente e materialista. Lontano da qui è un film tanto delicato quanto brutale, che mette al centro la poesia, come fece Jim Jarmusch con Paterson nel 2016. Nonostante una partenza lenta, il ritmo si alza minuto dopo minuto, quasi a ricalcare la crescente ossessione di Lisa per Jimmy.

Maggie Gyllenhaal è monumentale, reggendo sulle proprie spalle la maggior parte del film. Nonostante sia abituata a ruoli controversi e “rischiosi”, l’attrice newyorkese supera sé stessa,  e dopo esser stata ingiustamente snobbata ai Golden Globes 2019 mira ad una (meritata) nomination agli Oscar.

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RECENSIONE
Voto
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Andrea Tarenzi
Di lui dicevano: “è brillante, sveglio, ironico e a tratti geniale”. E con lui intendevano il suo compagno di banco all’università. Grande appassionato di cinema e serie tv, con un debole per i personaggi solitari, carismatici e fuori dal comune; perché si sa…..”tutti i migliori sono matti”.
lontano-da-qui-recensioneLontano da qui (The Kindergarten Teacher) è stato il film sorpresa dell’ultimo Sundance Film Festival, diretto dalla regista italoamericana Sara Colangelo e remake dell’omonimo film israeliano di Nadav Lapid. Lisa Spinelli (Maggie Gyllenhaal) insegna da circa vent’anni nell’asilo nido del suo quartiere, nei pressi di...