Ogni Maledetta Domenica: la vera storia dell’arringa più famosa del web

"Tutto si decide oggi", il monologo di Al Pacino che è entrato nella storia del cinema.

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«Ogni Maledetta Domenica se ne vedono di tutti i colori» sui campi da football americani. «Ogni Maledetta Domenica o si vince o si perde» e questo, fa la differenza per i milioni di spettatori e tifosi di quello che è diventato lo sport più praticato e seguito negli U.S.A. Infatti la National Football League (NFL) americana, è il campionato professionistico con il maggior numero di presenze negli stadi al mondo: 67.591 spettatori a partita! Il momento più atteso è quello del Super Bowl, un evento soprattutto mediatico, che si conferma ogni anno come la trasmissione televisiva più seguita al mondo.

Tra i numerosi allenatori che hanno fatto la storia di questo sport, Marty Schottenheimer detiene un record particolare…

È stato infatti, l’allenatore col maggior numero di vittorie a non aver mai vinto un Super Bowl! Nonostante questo, ha allenato per quasi quarant’anni (1974-2012), ottenendo risultati incredibili dai suoi ragazzi. Ma la vittoria sul campo non si ottiene solo grazie alla forza e alla preparazione fisica. «Niente intensità, niente vittoria». Dietro ogni grande squadra ci deve essere anche un grande allenatore e motivatore. E Schottenheimer sapeva decisamente come motivare i suoi giocatori. È infatti suo il discorso che ha ispirato uno dei più celebri monologhi della storia del cinema, tenuto in occasione dei playoff del 1989 ai suoi Cleveland Browns.

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Discorso Ogni Maledetta Domenica

Sono tantissimi i film girati sui campi da football: solo negli U.S.A. questo sport è stato protagonista di ben 70 pellicole nel secolo 1914-2014.

Tra i titoli più famosi, Il paradiso può attendere, Il sapore della vittoria e l’esilarante Ace Ventura. Una posizione di rilievo nel genere, la occupa Ogni maledetta domenica che si distingue grazie alla magistrale regia di Oliver Stone e ai volti celebri di Al Pacino e Cameron Diaz. Il primo, lascia i soliti panni del gangster per indossare quelli dell’allenatore Tony d’Amato, un «cambiamento rinfrescante» che l’attore ha particolarmente apprezzato. Tony d’Amato, con un matrimonio fallito alle spalle, non sembra avere molta fortuna neanche sul campo: la squadra degli Shark ha ottenuto quattro sconfitte consecutive! A peggiorare le cose arriva l’infortunio del quarterback e la furia della «regina Christina», Cameron Diaz, severa proprietaria della squadra. Ma il motivo per cui il film è diventato così celebre, soprattutto sul web, è un altro…

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Tra i dialoghi serrati e concitati della sceneggiatura, seguiti abilmente dalla macchina da presa di Stone – nel film ci sono più di 300 stacchi -, spicca il monologo recitato da Al Pacino verso la fine. Riadattando le parole di Schottenheimer, Pacino dice «Inch by inch», «Un centimetro alla volta» ripete il doppiatore Giancarlo Giannini. Nel football, come nella vita, si combatte per un centimetro. E quel centimetro si deve difendere con le unghie e con i denti. Un centimetro alla volta si possono scalare le pareti dell’inferno. La somma di tutti quei centimetri fa la differenza tra vincere ed essere vinti, tra vivere e morire. Solo chi è disposto a morire guadagnerà quel centimetro; e solo chi è disposto a battersi e a morire per quel centimetro, potrà avere un’esistenza appagante. Il football ci insegna che «il totale fa la differenza», solo insieme si può superare anche la sfida più difficile. «O noi risorgiamo adesso come collettivo, o saremo annientati individualmente.»

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