Vi proponiamo oggi un articolo sulla recente produzione Netflix, che sta riscuotendo molto successo: Hill House.
La serie è stata distribuita a livello internazionale dalla piattaforma streaming ed è suddivisa in dieci episodi. Alla regia ritroviamo il regista Mike Flanagan, con un soggetto tratto da un libro di Shirley Jackson. Ma com’è Hill House?
La storia ci presenta la famiglia Crain, composta da: Mamma Olivia e Papà Hugh, Steven il figlio maggiore, Shirley e Theodore (che tutti chiamano Theo) ed infine Luke e Nellie, i figli più piccoli, gemelli. I Crain si trasferirono a Hill House, con l’intenzione di restaurarla e venderla in un secondo momento, ma le cose non andarono come previsto, anzi si conclusero in un tragico epilogo. L’ultima notte a Hill House infatti, Olivia perse la vita in strane circostanze. Ma andiamo con ordine, la narrazione della serie procede in diverse direzioni: da un parte riviviamo l’infanzia dei fratelli ad Hill House, dall’altra troviamo il presente con i ragazzi ormai cresciuti. E così Shirley organizza funerali, Theo è una psicologa, Nellie sta studiando ma non se la passa piuttosto bene, Luke è un tossicodipendente e Steven ha scritto un best-seller di enorme successo che parla proprio della loro infanzia. Il suo gesto, visto come una strumentalizzazione della storia della sua famiglia, non viene accolto positivamente dagli altri fratelli; e questo nonostante la posizione di Steven sugli eventi paranormali sia di assoluta razionalità , sostenendo che sono solo visioni dovute a problemi mentali.
L’intelligenza della narrazione sta nel farci conoscere gradualmente tutti i personaggi, in modo da affezionarci a loro e procedere con la visione con molto interesse. La regia di Flanagan si apprezza: senza fretta e senza essere troppo invadente, segue i personaggi con riprese lente ma inarrestabili. Inoltre, dettaglio non da poco, sa perfettamente come costruire la giusta atmosfera per un prodotto horror, che spaventi sul serio. Così non mancano sequenze angoscianti, ma il bello della serie è che questi momenti arrivano e vanno, lasciando spazio alla storia di evolvere. Un altro punto a favore la complessità della trama, che permette di non riuscire a prevedere le sorti della famiglia Crain, una grande qualità di Hill House. Di sicuro il merito va anche al lavoro di Shirley Jackson, che in questi giorni è anche tornata nelle librerie con il libro Paranoia, che tra racconti e novelle, contiene anche come si è arrivati a scrivere Hill House.
Il cast fa un ottimo lavoro, appare molto coeso ed ogni ruolo ben assegnato.
Gli attori bambini, che interpretano i fratelli Crain da piccoli, dimostrano delle ottime capacità attoriali soprattutto nelle sequenze più spaventose, dandoci l’impressione che i fantasmi della casa siano davvero al loro fianco. Per gli adulti invece abbiamo: Michael Huisman nel ruolo di Steven (già visto nel Trono di Spade), Carla Cugino nel ruolo di Olivia, Timothy Hutton nel ruolo di Hugh ed Elizabeth Reaser nel ruolo di Shirley. Con Hill House abbiamo davanti un grande progetto, ma che purtroppo non è esente da difetti: alcuni passaggi nel corso degli episodi non sono proprio così fondamentali, forse dieci episodi sono molti dopotutto ed infine il finale, che non descriveremo per evitare spoiler, ma che davvero poteva offrire qualcosa di meglio. Non vi resta quindi che guardarla per esprimere la vostra opinione sul finale ed anche sull’intero show. Se poi anche il maestro del brivido Stephen King, sostiene che sia un piccolo capolavoro (vi lasciamo qui la notizia), allora bisogna proprio dare una chanche ad Hill House.