La Scimmia Ascolta – I consigli di Settembre 2018

La Scimmia Ascolta
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Ecco per voi i nostri ascolti di Settembre.

Come ogni mese arriva la nostra rubrica La Scimmia Ascolta. Le regole sono semplici, i nostri redattori de La Scimmia Sente, La Scimmia Fa consigliano alcune band ascoltate durante il mese trascorso. Dal sorprendente Peter Green al travolgente The Tallest Man on Earth, dagli eclettici Alabama Shakes agli sperimentatori BADBADNOTGOOD.

Peter Green

Peter Green

Per chi conosce bene i Fleetwod Mac, il suo nome risulterà familiare. Peter Greenbaum, per gli amici solo Green, è il chitarrista rock blues inglese fondatore dei Fleetwood Mac. Autore di brani di successo come Albatross, Black Magic Woman, Oh Well e Man of The World, è tra le figure più importanti del blues britannico, votato come il terzo miglior chitarrista di tutti i tempi dalla rivista musicale Mojo.

Green fece il suo debutto discografico con i John Mayall & The Bluesbreakers, come sostituto di Eric Clapton. La sua abilità con il bending e il vibrato, oltre che il suo tono particolarissimo, dolce ma vigoroso, gli hanno valso l’appellativo di “The Green God“. Con i Fleetwood Mac cominciò a sperimentare territori musicali diversi dalle radici blues, che sfociarono poi in The End of The Game, primo album da solista di Green e testimonianza tangibile del suo talento, registrato nello stesso anno in cui lasciò il gruppo.

Si tratta di un insieme di pezzi strumentali dalla struttura libera, estrapolati da una lunga jam session in studio. Straconsigliato anche In The Skies, pubblicato a quasi un decennio di distanza dal suo primo capolavoro, durante il quale Green passava da un ospedale psichiatrico all’altro. Si tratta di un lavoro molto diverso dal precedente, probabilmente meno rivoluzionario, ma comunque degno di far parte delle librerie musicali degli appassionati del genere: un blues più intimo e malinconico, che ravviva le migliori qualità psichedeliche di Green.

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A cura di Marika Lucciola.

https://open.spotify.com/artist/3y1DgnVXqckGJrbwOKchdU

 

The Tallest Man on Earth

the tallest man on earthIl vero nome dell’artista svedese è Kristian Matsson, ma per tutti lui è The Tallest Man on Earth. La sua musica è un moderno cantautorato folk pop, le cui sonorità ricordano per certi versi Bob Dylan in gioventù. Arpeggi leggeri, ritmi incalzanti, testi semplici ma mai banali e una voce particolare, immediatamente riconoscibile, sono i suoi punti di forza.

Inizia auto-producendo la propria musica e trova il successo nel 2008, con l’album Shallow Grave. È però con il secondo album The Wild Hunt e in particolare con il singolo Love is all che arriva la consacrazione definitiva. I due album successivi confermano il valore di un artista al quale ci si affeziona fin dal primo ascolto. Le performance dal vivo, intense e travolgenti, ci dimostrano definitivamente che ci troviamo davanti ad un artista completo dal grande talento.

Tra i brani di The Tallest Man on Earth vi consigliamo l’ascolto di: Love is all, King of Spain, Troubles will be gone, Rivers, The Gardener e Dark bird is home.

A cura di Antonello Lopizzo.

https://open.spotify.com/artist/2BpAc5eK7Rz5GAwSp9UYXa?si=dWGJEerfSr68Pnc4LhSZBQ

 

BADBADNOTGOOD

I BADBADNOTGOOD sono un complesso canadese di jazz sperimentale. Il loro approccio alla musica è estremamente eclettico, riunendo elementi di hard bop classico, elettronica, math rock e soul. Nella loro produzione, che conta quattro album in studio più un album collaborativo, il gruppo ha esplorato tutti questi ambiti.

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Le loro canzoni lasciano ampio spazio alle divagazioni, alle improvvisazioni e alle invenzioni strumentali. Allo stesso tempo, molti dei loro pezzi sono concisi e girano attorno ad un’unica sorgente armonica, seguendo un metodo simile a quello della musica minimalista. Infine, noto è il loro interesse per l’hip-hop, che spesso reinterpretano; hanno anche prodotto un album assieme al rapper Ghostface Killah.

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I BADBADNOTGOOD rappresentano per molti versi il futuro della musica, interpretando il proprio ruolo come quello di esploratori sonori, che attingono tanto dal passato quanto dal futuro, senza mai perdere una visione unitaria della loro produzione. In particolare il loro secondo album, BBNG II (2012), è un esempio eccezionale dei risultati di questo approccio, e potrà soddisfare qualunque audiofilo aperto alla scoperta di nuovi territori.

A cura di Andrea Campana.

https://open.spotify.com/track/3qYsqCyIMyvnBA8CZPVLsE

 

Alabama Shakes

Alabama Shakes

La band nacque nel 2009 ad Athens. No, non in Grecia ma, come consiglia il loro nome, in Alabama. I 4 componenti originali sono ancora insieme: Brittany Howard, Zac Cockrell, Heath FoggSteve Johnson. Il loro stile viene più volte associato a un rock blues moderno, ma all’interno dei loro brani possiamo trovare molte più contaminazioni. La musica black roots funge chiaramente da base legante. Reggae, blues, soul e folk ma chiare ispirazioni anche al pop anni ’60 dei Beatles e il rock degli AC/DC e Led Zeppelin.

L’unione di queste diverse sonorità riesce a legarsi in modo incredibile nei due album della band. All’attivo hanno infatti solamente Boys & Girls (2012) e Sound & Color (2015). Non sono però certo passati inosservati, vincendo ben 4 Grammy e influenzando molti artisti contemporanei. Vengono infatti citati da Drake, Childish Gambino e Beyonce.

A cura di Claudio Faccendi.

https://open.spotify.com/artist/16GcWuvvybAoaHr0NqT8Eh

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