Musica e film – Steamboat Willie

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Steamboat Willie, il film della Disney che fece la storia della tecnologia sonora nel cinema.

Tutti conoscono Steamboat Willie, il primo grande successo della Disney e cartone animato in cui debutta ufficialmente il personaggio di Mickey Mouse. Questo celebre corto di animazione è intrinsecamente legato alla dimensione musicale e sonora, che ne costituisce la componente più importante.

Infatti, solo l’anno prima, nel 1927, era uscito il film The Jazz Singer di Alan Crosland. Cioè, il film che per convenzione viene indicato dagli storici del cinema come il primo film sonoro. Fino a quel momento, i film venivano musicati e sonorizzati dal vivo e in tempo reale. L’orchestra seguiva le partiture, o un pianista improvvisava sul momento.

Steamboat Willie fu perciò tra i primi film di animazione (e certamente il più celebre) a fare uso del suono sincronizzato. La colonna sonora, inclusi suoni e rumori (e versi fatti dallo stesso Walt Disney) venne registrata e poi riprodotta in perfetta sincronia con lo scorrere delle immagini, calcolata al secondo.

La musica vera e propria si assesta su motivi allegri e gioviali, essendo il cartone un prodotto di puro intrattenimento che non aveva altro scopo che di divertire gli spettatori. Nella musica incidentale (cioè orchestrale) si possono sentire le contemporanee influenze del ragtime, suoni tipicamente “da festa”.

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Due composizioni completano il tutto.

La canzone Steamboat Willie, che dà anche il nome al film, era stata resa popolare dal cantante rag Jack Collins durante gli anni ’10. Questa è la canzone che Mickey fischietta all’inizio del film. L’altra, Turkey in the Straw, è una composizione popolare (senza copyright) risalente all’inizio del diciannovesimo secolo. E qui arriva la parte interessante, in una sequenza che, a ragionarci su, solo un cartone animato poteva proporre.

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Una capra, presente sul battello, mangia la partitura di Turkey in the Straw (si sa che le capre mangiano di tutto). Allora Minnie, non potendo più eseguire la musica (è armata di quello che sembra un ukulele), pensa bene di utilizzare la capra come un grammofono a manovella. Le gira la coda, la capra apre la bocca ed emette la musica della composizione in questione. Mickey la accompagna, “suonando”, attenzione, tutti gli animali che gli capitano a tiro, compresi un gatto, una papera, e persino dei maialini mentre la madre li allatta. L’incubo di ogni animalista contemporaneo.

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Non c’è una morale, non c’è un finale. Solo musica prodotta in maniera (per l’epoca) divertente, e sfruttando processi di sonorizzazione oggettivamente all’avanguardia. Un altro discorso è poi la componente culturale della musica, che disimpegna il cartone animato da qualunque pretesa narrativa.

Per certi versi ha quindi ragione Chester J. Lampwick (I Simpson, S07E18), quando dice “tutto quello che facevano i cartoni animati all’epoca era suonare l’ukulele“. Ma rimane il fatto che il cartone di Walt Disney segnò una vera e propria svolta storica per l’animazione, a prescindere dal contenuto, impegnato o meno e apprezzabile o meno.

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