Recensione Yob – Our Raw Hearts

Yob
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Il nuovo, fantastico trip degli Yob.

Dopo l’incredibile The Sciences degli Sleep, è arrivato il momento per un’altra band ventennale di riconfermare il proprio dominio sulla scena doom globale: Gli Yob.
Il trio dell’ Oregon, con questo Our Raw Hearts, ha tranquillamente sfornato quello che si può già definire tra i dischi migliori dell’anno. Ma c’è da fare una premessa.

Durante le registrazioni del disco, Mike Scheidt (Chitarrista e Fondatore della band) fu colpito da una grave malattia intestinale, che si aggravò ulteriormente dopo l’operazione in ospedale a causa di un infezione.
Il buon Mike riuscì quasi miracolosamente a sopravvivere e a guarire, ritornando subito in studio per dare una nuova carica alla composizione dell’album.

Yob

Il Disco.

Partiamo da Ablaze. Il gruppo imprime subito il suo marchio granitico usando riff post metal ipnotici, già adottati con successo nel precedente Clearing the Path to Ascend (2014).
Mike sfoggia un range vocale pazzesco, passando in scioltezza da una voce roca e abrasiva a un cantato melodico e armonizzato.
Sulle note finali dell’opener entra di prepotenza il riff sporchissimo e 100% Yob di The Screen, che per oltre 10 minuti avvolge l’ascoltatore nella soffocante nube cosmica creata dal trio dell’Oregon.

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Le successive In Reverie e Lungs Reach, scritte poco prima dell’operazione, sono soffertissime. Riff pesantissimi, che rallentano in maniera quasi estenuante, e un cantato che alterna vocalizzi agonizzanti a toni gutturali. Pochi attimi di pace tra le due tracce, prima di essere inghiottiti dal marasma oscuro.

Beauty in Falling Leaves è il diamante del disco. Un brano lunghissimo e toccante di 15 minuti in cui Mike trascende, cantando un testo carico di potenza e amore, che alterna passaggi acustici sognanti a esplosioni incisive tipiche degli Yob.

Dopo un quarto d’ora di magia, si ritorna momentaneamente nell’oscurità con Original Face, un brano lento e potente che prepara alla conclusiva title track Our Raw Hearts.
Accompagnato da riff lisergici ed esplosivi di chiara matrice post rock (l’assistenza di Heba Kadry, già sound engineer di SlowdiveWhite Hills, si fa sentire), la prova di Scheidt alla voce è incredibile. Un canto alla vita potente e sentito che si dilata fino a toccare le corde più profonde del nostro animo.

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In Sintesi

Our Raw Hearts è la trascrizione in musica dell’esperienza vissuta da Scheidt, tra deliri allucinatori, paura e volontà di vivere.
75 minuti di bellezza e pesantezza doom, in cui gli Yob si riconfermano ancora una volta come un band di culto.

                                                        YOB IS LOVE.