Ancora cerchiamo di spiegarci come diavolo abbiano potuto tre sfigati di Chicago mettere in piedi un disco del genere nel 1997.
Storm & Stress, il primo disco dell’omonima band, è un’enorme, barcollante strutturafatta di innumerevoli lastre saldate insieme dalla chitarra (anche se chiamarla così è riduttivo) di unodei famigerati “ragni” : Ian Williams. Questo album non ha un inizio nèuna fine, è apparentemente senza un senso logico, siamo lontani anni luce dallaraffinatezza che verrà qualche anno dopo. Le sei corde, pulitissime, di Williams schizzanocolore sulla tela già variopinta stesa dal basso e dalla batteria, sfociando in momenti free jazz di pura follia. Gli Storm & Stress sono la trasposizione sonora di un’opera diJackson Pollock.
2. Tiny Moving Parts – This Couch Is Long & Full Of Friendship (2013)
Dei Tiny Moving Parts abbiamo già parlato, e in qualche modo anche di questo disco. Sono solo tre ragazzini del Minnesota, eppure in ventisette minuti dipingono uno scenarioimmediatamente riconoscibile: la riva di un lago, una casetta di legno, una brezza primaverile e una lattina di birra.
La sincerità e la spontaneità di questa manciata di pezzi sono mescolate perfettamente con tutto ciò che potremmo aspettarci: tempi dispari, tapping, batteria pesantissima e derive scream. Nulla di speciale? Provate a non piangere mentre lo ascoltate. E trovate qualcuno che suoni come loro.
1. Don Caballero – What Burns Never Returns (1998)
Ok, questa era abbastanza prevedibile. Perchè tutta questa tela non sarebbe mai stataintessuta senza il contributo deiDon Caballero.
Non vi sembra di aver già sentito questa chitarra? Ebbene sì, anche dietro queste sei corde c’è Ian Williams, ma stavolta non adopera la chitarra come pennello per riempire di macchie la tela, ma come coltello e ago, per tagliare e ricucire.“Squarcia” ogni brano e un minutodopo lo ricompone con maestria, e lo stesso fanno il basso e la batteria; ognuno sembra lavorare da solo, e il risultato sarebbe potuto essere fenomenale o assolutamente ridicolo. Non c’è bisogno che vi spieghiamo quale sia in questo caso.
Perchè proprio questo, tra tutti gli album dei Don Caballero? Perchè, nella sua follia, è bilanciato, è la loro opera omnia, e contiene il brano-manifesto del math rock: June Is Finally Here. Semplicemente un capolavoro.