Alien – Uno sguardo alle origini dello Xenomorfo

L'ultima opera di Ridley Scott Alien Covenant ha segnato il ritorno dello Xenomorfo, la temibile creatura aliena che ha segnato la storia del cinema di fantascienza; diamo uno sguardo al passato per scoprire le sue origini.

Necronom IV di Hans Ruedi Giger
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Alien Covenant, uscito nei cinema italiani lo scorso 11 maggio, (clicca qui per la recensione) è stato rilasciato in Home Video in questi giorni; una delle pellicole più attese di quest’anno; il rilancio della famosa saga fanta horror che ha affascinato tutti gli appassionati del genere e terrorizzato intere generazioni. Tuttavia nonostante un buon incasso e l’approvazione della critica, l’ultima fatica di Ridley Scott ha in parte deluso le aspettative dei fan, che dopo il mediocre Prometheus attendevano con ansia il ritorno dello Xenomorfo. Facciamo un passo indietro ora, verso le origini della saga e in particolare dello Xenomorfo stesso.

Mentre studiava cinema alla University of Southern California, Dan O’Bannon scrisse un racconto di fantascienza intitolato Dark Star con il regista John Carpenter. Dopo alcuni anni O’bannon decise di scrivere una storia simile, così insieme a Ronald Shusett (che in quel momento stava lavorando alla prima stesura di quello che sarebe diventato poi Atto di Forza) iniziò la realizzazione di quella che sarebbe diventata la sceneggiatura del primo capitolo della saga. Nello scrivere il copione O’Bannon si ispirò a svariate opere di fantascienza: dai racconti di Lovecraft a “La cosa di un altro mondo” (1951) che fornì l’idea di un gruppo di lavoratori intrappolati in uno spazio claustrofobico, messi alle strette da un alieno che li avrebbe sterminati tutti,  da “Il Pianeta Proibito” (1965) si ispirò per l’idea dell’astronove il cui equipaggio viene sterminato da un’ignota creatura in seguito all’atterraggio su un pianeta sconosciuto. La sceneggiatura era quasi finita, durante la ricerca di una casa di produzione i due sceneggiatori  furono costretti ad apportare alcune modifiche da loro ritenute supeflue, ma in realtà una di queste sarà fondamentale: l’introduzione nella storia del sintetico Ash. I due sceneggiatori riuscirono infine a stipulare un accordo con la 20th Century Fox che individuò come regista Ridley Scott all’epoca reduce del successo del film ” I Duellanti”.

Tutto era pronto per iniziare le riprese, ma ancora mancava qualcosa, che aspetto avrebbe avuto la temibile creatura vera protagonista del progetto? Il primo alieno a cui pensò il regista doveva essere un grosso uomo con un mucchio di bambini attaccati a lui (una creatura grottesca e orribile che poteva ricordare come concept l’alieno de La cosa di un altro mondo), successivamente si pensò a un robot alieno, ma venne presto scartata l’idea. Lo xenomorfo che noi conosciamo venne sviluppato e creato dall’artista Hans Ruedi Giger (ruolo per cui ottenne l’oscar per i milgiori effetti speciali insieme all’italiano Carlo Rambaldi, l’ideatore delle meccaniche della creatura in particolare quelle della bocca); Giger aveva iniziato la sua carriera nel mondo del cinema al fianco di Dan O’Bannon per la realizzazione del progetto Dune di Alejandro Jodorowsky (progetto che non vide mai la luce) e proprio in quell’occasione O’Bannon aveva conosciuto le inquietanti opere dell’artista, noto per l’invenzione dei “biomeccanoidi” (creature mostruose caratterizzate da un ibridazione di metallo e carne). O’Bannon mostrò alcune delle opere a Ridley Scott, rimasto folgorato da uno dei dipinti, il Necronom IV, capì subito che quello era l’alieno che voleva rappresentare.

Un perfetto organismo, la sua perfezione strutturale è pari solo alla sua ostilità… un superstite, non offuscato da coscienza, rimorsi, o illusioni di moralità

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Lo Xenomorfo o semplicemente Alien, è un letale predatore , intelligente; a differenza della maggior parte delle specie aliene fantascientifiche non ricorre all’uso di tecnologia e strumenti, l’unico strumento che utilizza sono le sue formidabili cacità di predatore. Il suo unico scopo è la proliferazione della propria specie. La creatura è un organismo eusociale con un sistema di casta dominato da una regina (sistema sociale tipico degli insetti come api e formiche), per lo sviluppo del suo ciclo vitale ha bisogno di parassitare un altro organismo vivente, nelle uove deposte dalla regina infatti è contenuto un parassita (facehugger) che si attacca al volto della propria vittima per rilasciare un embrione che una volta sviluppato, fuoriesce dall’organismo ospite frantumandone il costato. Si sviluppa e cresce molto rapidamente mutando in una creatura alta più di due metri. Ha una forma umanoide, una fisionomia scheletrica e biomeccanica, un craneo molto allungato, privo di occhi, (dettaglio che rende la creatura ancora più spaventosa); è dotato di un esoscheletro protettivo caratterizzato da quattro protuberanze tubolari. Le sue armi sono la lunga coda dotata d’uno spuntone, affiati artigli e infine una delle caratteristiche che lo ha reso noto e popolare : una doppia dentatura con cui può frantumare ossa, carne e metallo (una esterna e una interna, situata sulla lingua con cui ama finire le sue prede). Si può facilmente muovere in cunicoli e luoghi angusti in cui si muove a quattro zampe e in grado di mimetizzarsi perfettamente. Ucciderlo non è facile, ha una pelle resistente di colore grigio-nero, il suo sangue è un potente acido, in grado di corrodere qualunque superficie. Con le secrezioni resinose che producono costruiscono i loro nidi e intrappolano le loro vittime. Una perfetta macchina di morte, astuta, senza emozioni, senza pietà. Una bestia che riduce la razza umana a semplice incubatrice, una razza superiore che incarna tutte le paure dell’uomo facendolo precipitare all’ultimo gradino della catena alimentare.

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Negli anni e nelle diverse opere lo xenomorfo è stato rielaborato e modificato, James Cameron nel suo Aliens – Scontro Finale, una pellicola totalmente diversa dalla precedente sceglie di dare agli Xenomorfi un aspetto più guerriero e resistente, David Fincher nel suo Alien³ rappresenta uno Xenomorfo quadrupede più veloce e privo delle classiche sporgenze tubolari sul dorso. Ne sono state create inoltre altre varianti meno apprezzate dal pubblico, come l’ibrido uomo-xenomorfo dell’ultimo capitolo della saga Alien La Clonazione o il Predalien un’altra forma ibrida presente nella saga crossover Alien vs Predator.

La figura dello xenomorfo nella nostra cultura negli anni si è prestata a diverse e a volte bizzarre interpretazioni: è stato visto come una “visione da incubo del sesso e della morte” la creatura infatti deve “stuprare” la vittima per riprodursi e alcuni dettagli del suo aspetto dal facehugger alla forma adulta ricordano parti dell’apparato genitale umano (interpretazione che trova solide basi se si osservano le opere di H. R. Giger da cui è stata tratta la creatura). Altre visioni riconducono lo xenomorfo alla paura della contaminazione fisica tipica delle malattie contagiose. Spesso viene descritto come “Incubo Freudiano” in quanto incarna perfettamente il lato più oscuro del patriarcato. Teorie più bizzarre sono state elaborate analizzando i singoli capitoli della saga, per esempio quella che paragona il conflitto di Marine coloniali e xenomorfi della pellicola di Cameron, con lo scontro tra Marines e Vietcong : in entrambi i casi una potenza imperialista viene messe in crisi da orde di nemici primitivi ma determinati. Infine concentrandosi sulle sue componenti biomeccaniche viene ricondotto alla tecnofobia contemporanea.

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michael fassbender alien covenant

Sulle origini di questa spietata razza aliena ancora ci sono molti interrogativi aperti a cui il regista del primo capitolo del franchise Ridley Scott sta cercando di rispondere con la nuova saga iniziata nel 2012, per ora delle quattro previste sono stati prodotte due pellicole: Prometheus (2012) e Alien Covenant (2017), film che come già detto hanno deluso le aspettative dei fan, ma comunque opere migliori dei sequel delle prime due pellicole della saga. Molto è stato svelato nelle due opere di Scott, mostrando che c’è poco di alieno nei temibili xenomorfi. Due pellicole che concentrano più l’attenzione sull’intelligenza artificiale e sulle capacità dei sintetici che sui noti alieni.