Alien: Covenant – Recensione in Anteprima

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Le aspettative andavano di pari passo con l’attesa per “Alien: Covenant“. Dopo il mediocre “Prometheus“, Ridley Scott prova a rimediare ai tantissimi errori di script che contraddistinguono il prquel della saga horror sci-fi più famosa al mondo. Ma la situazione precipita amaramente.

La navicella spaziale “Covenant“, in missione di colonizzazione planetaria, per un caso fortuito approda su un pianeta molto simile alla Terra. Insieme all’equipaggio, rimasto orfano del proprio capitano per un guasto alla nave, c’è anche il droide Walter, un Michael Fassbender in preda ad aforismi dal dubbio senso. Esplorando il pianeta, troveranno la navicella “Prometheus“, il cui unico superstite è David, interpretato sempre da Fassbender in versione ancor più delirante del suo simile. Nemmeno il tempo di capire cosa stia succedendo che tutti saranno costretti ad affrontare una minaccia incombente. E nessuno potrà fidarsi dell’altro.

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Al secondo capitolo della trilogia (o forse tetralogia) che parla delle origini di Alien, Scott non riesce a risollevare le sorti della saga. Anzi, le peggiora. E se Prometheus non vi era piaciuto, forse Alien: Covenant potrebbe farvelo rivalutare. I problemi di script nel primo prequel erano evidenti ma venivano grossolanamente offuscati da un film visivamente d’impatto e molto oscuro.

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In Covenant i problemi di sceneggiatura peggiorano e visivamente risulta essere molto loffio. I dialoghi oscillano tra il surreale e lo stereotipo classico dell’horror, le immagini non impressionano, essendo altamente confuse a causa di un montaggio utilizzato in maniera ben poco sapiente. Tante, troppe le analogie con il primo Alien a partire da Daniels, una Katherine Waterston davvero troppo simile a Ripley nell’aspetto, fino ad arrivare a scene  d’azione praticamente identiche che risultano davvero stucchevoli e sembrano essere l’emblema della mancanza di idea da parte del regista di capolavori indiscussi come Blade Runner ed Il Gladiatore. E lascia ancor più l’amaro in bocca il fatto che lo xenomorfo abbia un ruolo completamente marginale.

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Ridley Scott aveva annunciato la sua forte volontà di dirigere un film sulle origini della creatura disegnata dal compianto Giger. E recentemente aveva anche annunciato l’esclusione di Blomkamp dal progetto. Ora, col senno di poi mi chiedo: ma non sarebbe stato meglio lasciar fare a lui?