I migliori 13 antieroi della storia del cinema

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Paul – Ultimo tango a Parigi (1972)

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“No, tu sei sola. Sei tutta sola. E non potrai liberarti di questa sensazione di completa solitudine finché non guarderai la morte in faccia. E, poi, neanche. Guarda, questa non è che una stronzata romantica, finché non sarai capace di guardare nella morte, nel buco del suo culo, sprofondando in un abisso di paure. E allora, forse, solamente allora, forse, riuscirai a trovarlo.”

Paul (Marlon Brando) è un americano quarantacinquenne trasferitosi a Parigi. È rimasto vedovo di una moglie suicida che gli ha lasciato in gestione un hotel malfamato. Un giorno, visitando un appartamento in affitto in via Jules Verne incontra Jeanne (Maria Schneider), una giovane donna, e fra i due nascerà un’attrazione passionale che li spingerà a condividere l’appartamento come pied-à-terre all’interno del quale ciascuno ignorerà l’identità dell’altro ma esploreranno la loro sessualità.

Ennesimo capolavoro di Bernardo Bertolucci con un’intensa performance di Brando, che per il film si affidò molto spesso al’improvvisazione. Paul è un uomo finito, la relazione con sua moglie è terminata perché lei ha deciso di suicidarsi per motivi a lui sconosciuti, sa che lei lo tradiva costantemente con un altro uomo, che sembra essere il suo doppio, di lei gli rimane soltanto l’hotel. Preferisce l’annientamento alla vita e riesce a trovare riparo soltanto nell’appartamento insieme a Jeanne, dove per sopperire al ruolo di inferiorità che aveva con la moglie mantiene nel rapporto con la ragazza una posizione da padrone. La sua volontà di non voler rivelare il nome e la sua storia indica un sentimento di rifiuto del passato allo scopo di non essere ferito ed evitare giustificazioni. Tenta di trovare riparo dalla sua desolazione in quel piccolo angolo di paradiso nel quale può essere un nessuno, cercando conforto nell’eros.

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