Twin Peaks 3: Recensione 3×10

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Con la decima puntata veniamo riportati violentemente nelle principali storyline della cittadina di Twin Peaks, dove l’infezione del male esplode sfociando in una delirante spirale di odio e di violenza, soprattutto misogina. Perchè lo sappiamo da tempo ormai, non è facile essere donna a Twin Peaks. “Hawk, Laura is the one.” dirà la Log Lady, rievocando nella nostra mente la prima vittima di BOB, lo spirito malvagio ospite nel corpo del padre Leland che voleva a tutti i costi possederla.

 Twin Peaks

Non è uno spirito ma un uomo in carne e ossa, Richard Horne, ad impersonificare il male in questa puntata. Lo troviamo fuori dalla roulotte di Miriam Sullivan (Sarah Jean Long), la testimone che lo ha visto investire il ragazzino con il furgone nel 6 episodio, la quale poco furbamente lo avverte di aver mandato allo sceriffo una lettera nella quale lo incrimina. L’ammissione al ragazzo segnerà il suo destino (da notare che vediamo Miriam ancora respirare dopo la colluttazione, lasciata però al suo fato da l’abominevole Richard che inscena la sua morte con una fuga di gas.) Subito dopo quest’ultimo avvertirà il corrotto poliziotto Chad, che goffamente intercetterà la lettera, insospettendo però la rallentata Lucy.

Richard si dirigerà poi verso la casa di Sylvia Horne (di cui lo scopriamo essere il nipote, e conseguentemente quindi il tanto chiacchierato figlio di Audrey), con l’intento di derubarla dei suoi averi. Attraverso una disturbante scena lo vediamo brutalizzare la nonna e rapinarla sotto lo sguardo inerme del povero Johnny (ancora vivo dopo aver sbattuto la testa nell’episodio precedente), immobilizzato su una sedia (probabilmente per evitare altri guai) e costretto ad assistere alla scena mentre in sottofondo scorre in loop la voce di un suo strano pupazzo che ripete “Ciao Johnny, come stai oggi?”.

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Al Fat Trout Trailer Park ad interrompere la tranquillità di Carol Rodd è invece il litigio nella casa accanto, è Becky Burnett, vittima di un marito tossico e fallito che la umilia, intrappolandola in un rapporto malato esattamente come era per sua madre Shelly Johnson.

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Note: Sylvia riferisce l’accaduto a Ben Horne pretendendo il denaro rubato dal nipote. Ben rifiuta categoricamente. Sembra che Ben e Sylvia siano ormai divorziati e che vivano in case diverse. Ma allora perché Ben indossa un anello di nozze? È sposato con qualcun altro? alla fine, afflitto, lo vediamo chiedere alla segretaria Beverly di andare a cena fuori. Jerry Horne è ancora perso nei boschi (ancora fattissimo), mentre il dottor Jacoby continua a trasmettere il suo vlog rivoluzionario seguito assiduamente da Nadine che la scopriamo essere proprietaria del “Run Silent, Run Drapes” realizzando il suo sogno, (si notano le silenziose tende nere del negozio che si aprono e si chiudono mostrando la pala creata da Jacoby.)

Las Vegas

Tornano i Mitchum, i fratelli proprietari del casinò nel quale Dougie/Cooper ha sbancato. Li vediamo scoprire l’indentità di Mr. Jackpot grazie al servizio in televisione sul tentato omicidio di quest’ultimo da parte del nano “Ike the Spike“. Le storyline quindi vengono poi ricollegate grazie al signor Todd, che incalzato da Evil Cooper nella puntata precedente, riceve Anthony Sinclair (il collega di lavoro di Dougie), l’assicuratore viene incaricato di  inventarsi una storiella per far si che siano proprio i fratelli Mitchum a occuparsi del suo obiettivo, cioè l’assassinio del povero Dougie.

Quest’ultimo viene nel frattempo visitato dal medico che non gli riscontra nessun male fisico, anzi, l’agente speciale è in forma come non mai e lo nota finalmente anche la moglie Jane-E che in una ironica sequenza subito dopo se lo porterà a letto.

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Buckhorn, South Dakota

Qui le cose diventano decisamente più strane, vediamo Gordon Cole alle prese con uno strano disegno (un cane con sopra la schiena due corna a forma d’albero e sullo sfondo un braccio che tende la mano verso di esso). Dopo avere sentito bussare alla porta della sua camera d’albergo, aprendola innanzi a sè gli appare attraverso una strana e terrificante visione una Laura Palmer in lacrime mentre qualcuno in sottofondo urla il suo nome. Il filmato utilizzato nella sequenza è lo stesso presente nella scena del film “Fire Walk With Me” dove una sconvolta Laura Palmer chiede a Donna Hayward di rassicurarla sul fatto che siano migliori amiche. Quanto al significato della visione e perchè sia accaduto proprio a Gordon Cole non ne ho idea la più benchè minima idea. Ma conferma l’importanza del ruolo del vecchio agente nella serie. La visione svanisce e Albert è dietro la porta, pronto ad informare Cole sul contenuto dei messaggi del cellulare di Diane (Laura Dern) ricevuto da Evil Cooper nell’ultimo episodio. Veniamo a sapere che la losca segretaria ha risposto al doppelganger con un messaggio: “Hanno Hastings. Li condurrà al posto.”

Note: Gordon Cole rivela i dubbi su Diane dopo che quest’ultima lo abbracciò nella puntata nella quale incontra Evil Coop in carcere. Per quanto riguarda il “posto”, questo si riferisce probabilmente all’entrata di quella che Bill Hastings chiama la Zona, che è quasi certamente la Loggia Nera o una dimensione simile. Diane sembra preoccupata del fatto che Hastings li condurrà li, inoltre Tammy Preston mostra ai due agenti una foto scattata da una delle telecamere che circondano il cubo di vetro visto nella 1 puntata. La foto ci mostra Evil Cooper in piedi accanto al cubo assieme ad un uomo. Che sia proprio lui il misterioso miliardario ad aver avviato il progetto?

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I titoli di coda come sempre sono destinati al palco del Bang Bang Bar e vedono protagonista una nostra vecchia conoscenza arrivata direttamente dal “club Silencio” di Mulholland drive, Rebekah Del Rio, affiancata alla chitarra da Moby. La vediamo cantare “No Stars”, canzone scritta dallo stesso Lynch.

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