Nerve – Recensione in anteprima

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Il mondo dei social sta avendo molto successo al cinema. L’idea di apparire, di fingere di essere qualcun’altro, ha affascinato diversi registi, da James Ponsoldt con il suo The Circle a Henry Joost e Ariel Schulman con il loro ”Nerve”, pellicola tratta dall’omonimo romanzo di Jeanne Ryan, con protagonisti Emma Roberts e Dave Franco. Il film debutterà nelle sale italiane il 15 agosto.

La trama narra le vicende di Vee Delmonico, una studentessa modello dell’ultimo anno delle superiori, stanca di rimanere sempre in disparte. Quando i suoi amici la incoraggiano a partecipare a un popolare social game online chiamato Nerve, Vee decide di iscriversi, anche solo per provare quello che in apparenza sembra un gioco innocuo e divertente. La ragazza verrà presto risucchiata nel vortice adrenalinico della competizione, della fama e dei follower, assieme a un misterioso ragazzo. Il gioco diventerà sempre più inquietante, con sfide sempre più rischiose, in un crescendo ansiogeno che porterà alla prova finale dove la posta in gioco sarà altissima.

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Un soggetto potente, che in mano a qualche altro regista sarebbe potuto diventare un ottimo film. È questa la frase che accompagnerà lo spettatore appassionato una volta uscito dalla sala. Nerve, all’apparenza, si presenta sul grande schermo come un’opera in grado di scavare nella psicologia giovanile, cercando a fine visione di trasmettere un messaggio potente e riflessivo sull’uso di internet e tutto ciò che ne deriva. Purtroppo, dietro tutta questa apparenza, il film non è altro che la solita storia d’amore, tratta da un romanzo young adult, infarcita di banali cliché e personaggi privi di qualsiasi spessore psicologico. Una storia che gode comunque di una buona messa in scena, composta da neon (anche se a volte troppo abusati), ma che viene disturbata da una colonna sonora irritante, composta da pezzi pop inappropriati e che rovinano ancora di più l’atmosfera generale. Un cast che tenta in ogni modo di risultare credibile, che sfoggia nomi importanti e mal sfruttati come quello di Juliette Lewis. Il suo è forse il ruolo peggiore della storia. Una madre sprovveduta, ma anche stupida, che non riesce a trasmettere allo spettatore l’unica emozione da lei richiesta, ovvero la preoccupazione per la sua giovane figlia, che qui sembra l’unica a impegnarsi sul serio.

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Perché Nerve è un film facilmente dimenticabile. Una storia dall’enorme potenziale, che decide di puntare su elementi decisamente inutili, scommettendo su un finale forzato e per nulla convincente. Un’occasione sprecata destinata a vivere nella mediocrità generale.

RECENSIONE
Giudizio Complessivo
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Simone Martinelli
Nato a Milano nel 1992. Appassionato di cinema sin da piccolo. I suoi registi preferiti sono David Lynch e Nicolas Winding Refn. Ama guardare film ogni giorno, alimentando sempre di più la sua fame di pellicole. Sogna un mondo senza Paolo Ruffini dietro la macchina da presa.
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