Only Murders: solo delitti per Selena, Steve e Martin?
Cos’hanno in comune Meryl Streep, Eva Longoria, Paul Rudd, Zach Galifianakis, Eugene Levy, Christoph Waltz, Melissa McCarthy, Renée Zellweger, Griffin Dunne, Shirley MacLaine, Da’Vine Joy Randolph, Dianne Wiest, Bobby Cannovale, Tea Leoni?
Sono tutti guest di Only Murders in The Building, il crimedy serial arrivato alla quinta stagione, su Disney Plus, che sta contenendo a Friends il titolo di serie con più star come ospiti durante le puntate.
Diciamolo pure fuori dai denti: Only Murders in the Building dovrebbe durare per sempre.
Sarà l’alchimia, che cinque anni fa nessuno si aspettava, tra i tre protagonisti; saranno le trame gialle congegnate come un meccanismo perfetto e trainante; o sarà forse l’ambientazione da ancient Hollywood, ovvero l’edificio Arconia; fatto sta che dopo 50 episodi la formula non è per niente logora, e anzi quelli che potevano essere i punti deboli sono stati intelligentemente usati come puntelli per sorreggere l’architettura generale della serie.
Only Murders in the Building rappresenta un appuntamento fisso, ormai da ben un lustro, con una storia gialla appassionante che si dipana nei diversi appartamenti dell’Arconia, un palazzo di inizio Novecento al centro di New York.
A portare avanti tutto ci pensano i tre personaggi principali, ovvero Steve Martin (Charles), Martin Short (Oliver) e SelenaGomez (Mabel), che formano un trio improbabile quanto affiatato: e che nel corso delle cinquanta puntate si sono mesi ampiamente in gioco, riflettendo su sé stessi e sulla differenza di età che li unisce e li divide.
La punta di diamante è però ovviamente una sceneggiatura di ferro: luccicante, roboante, ma pensata e scritta in maniera perfetta. Ideata dallo stesso Martin e da John Hoffman, che la scrive anche insieme ad un team di autori, Only Murders può contare su dialoghi affilati come coltelli e trame bilanciate al millesimo, oltre ad un cast sempre incredibilmente efficace e che conta, di anno in anno e grazie alle conoscenze di Martin, su uno stuolo di guest stare che illuminano le diverse puntate.
Star che non spostano neanche di un po’ il baricentro della narrazione, visto che i loro ruoli sono perfettamente inseriti nella storia e la loro gloria non ruba spazio a nessuno, vista che tutta l’attenzione è sempre mangiata proprio dalla storia gialla e dai vari approfondimenti che di volta in volta vengono fatti.
Quando è nata, nel 2021, la serie voleva essere una decostruzione del giallo e di molti dei suoi archetipi, con qualche elegante stoccata al canone che però non rovinava quella che alla fine diventava una celebrazione di un genere, quello investigativo. L’intuizione, fin dall’inizio, è stata quella di creare un nucleo narrativo costruito su “vecchio” e “nuovo”, un punto di vista che considerava sia la prospettiva classica che quella più moderna.
Only Murders allora ha preso due vecchie glorie del cinema (Martin e Short) e una giovanissima star della musica (Gomez), una modalità espressiva molto moderna (il podcast, nella specie il true crime) e un genere classicissimo (il giallo investigativo), il tutto con una lucidità impeccabile e un doveroso distacco grazie ad un’ironia tagliente e mai banale.
Only Murders: podcast e vecchie glorie
Fin dalla sua prima stagione, lo show vive ed esplode anzi con uno scintillante comparto comico e una perfetta decostruzione del genere giallo, con un intreccio che pulsa grazie ad una brillante messa in scena, che a tratti non disdegna di essere volutamente metacinematografica.
La seconda stagione del 2022, se possibile, centra il bersaglio ancora meglio della prima.
Perché ha saputo integrare ancora meglio gli elementi narrativi già introdotti nell’anno precedente: prima di tutto, riprende il racconto esattamente dove si era interrotto nella stagione prima (caratteristica che resterà ogni anno). Migliorano ancora di più il senso misurato dei colpi di scena, la fusione organica tra intrattenimento e introspezione, umorismo irresistibile. E addirittura, nel settimo episodio –Flipping the Pieces, Il puzzle da ricostruire– si decide di esplorare un nuovo territorio, cioè la sperimentazione, costruendo la puntata esclusivamente su flashback.
La terza stagione del 2023 è, tra tutte, forse la più debole: proprio perché, nel suo voler lentamente ma inesorabilmente sperimentare con le formule narrative, divide i tre protagonisti in tre storie diverse.
D’altro canto, arriva nel cast una GOAT (Greatest Of All Time, migliore di tutti i tempi: la seconda attrice più premiata nella storia del cinema) assoluta come Meryl Streep, che come se ce ne fosse bisogno dimostra la sua capacità di passare senza sforzo dalla vulnerabilità all’eccentricità come testimonianza del suo talento, e dal punto di vista della creatività questi dieci episodi hanno confermato la vitalità del concept e la forza del format, con un sontuoso ensemble di talenti con la Streep in testa.
Only Murders 3 è quella che mette al centro quel meccanismo metaletterario che fin dall’inizio serpeggiava nelle sue storie, e inizia ad approfondire (in maniera sempre organica e mai pedestre) i caratteri dei tre personaggi principali, puntando il focus su come il nostro passato sarà sempre lì ad influenzare il nostro presente.
Arrivati alla quarta stagione, il rischio era di iniziare ad essere ripetitivi, raccontando “il solito giallo” nel “solito palazzo”: ma la bellezza di Only Murders sta proprio qua, nel saper stupire ogni volta.
Perché la quarta stagione prende l’elemento meta narrativo e lo riflette in un racconto giocato sul doppio.
Mostrando l’intelligenza e l’ironia di chi scrive questa serie, che sa prendersi in giro, mettersi in gioco, e riflettere su sé stessa in maniera consapevole e sempre avvincente.
È questa profonda consapevolezza forse che rende questa produzione così attrattiva per le star, e infatti nei 10 episodi del 2024 arrivano la Longoria, Galifianakis e Levy per un gioco di specchi: devono interpretare Charles, Oliver e Mabel in un blockbuster hollywoodiano. E se la stagione precedente era un omaggio al teatro East Coast, stavolta tocca al cinema della West Coast. Sbertucciando proprio la Disney, tra pitch, greenlight, burnout, algoritmi, e tutto quello che -purtroppo- è diventato cinema.
E finiamo con i dieci episodi disponibili, uno a settimana, dal 9 settembre al 28 ottobre su Hulu, il canale tematico di Disney Plus.
Dopo il teatro dell’East Coast e il cinema della West Coast, stavolta è il turno dei mob movie e quindi della mafia ad essere messa al centro della trama che come ogni anno confronta passato e presente, riflettendo su come uno influenza l’altro dal pubblico al privato: e nel 2025 Only Murders esplora temi come l’invasione del digitale, il privilegio e il divario tra “vecchia” e “nuova” mafia, aggiungendo come sempre profondità alla narrazione.
Come spesso accade, l’Arconia diventa un vero e proprio personaggio, svelando nuovi aspetti di sé e del suo passato; e la regia si avventura timidamente in nuovi territori, citando e sperimentando sempre all’interno di quell’impianto visivo morbido e accogliente che è il biglietto da visita dello show. Questo senza mai perdere di vista il whodunit, ovvero la ricerca del “colpevole di stagione”, una ricerca che si muove sempre rigorosamente nel canone, in un cast affollato questa volta dai grandi Waltz e Zellweger.
E chissà con quale omicidio si chiuderà questa quinta stagione, dandoci il primo indizio su quello che vedremo l’anno prossimo…